L’Aspirina rappresenta oggi il farmaco più diffuso al mondo, nonché la capostipite dei FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidi). La Bayer registrò il marchio di fabbrica nel 1899. Il nome Aspirin fu inventato combinando la A (dal cloruro di acetile), SPIR dalla pianta da cui è estratto l’acido salicilico (la spirae ulmaria) e il suffisso IN che era comune ai farmaci in quel periodo. Da qui nasce la storia di un antidolorifico e antipiretico diffuso oggi in tutto il mondo.
Nell’ampia gamma di prodotti a marchio Aspirina, Aspirina C rappresenta l’alleato giusto nella lotta alla comparsa dei primi sintomi influenzali. Grazie all’alto contenuto di Vitamina C, che ha un effetto positivo sul sistema immunitario, Aspirina C agisce contro influenza, raffreddamento, febbre e gola infiammata. Con la funzione antinfiammatoria e analgesica, dona un rapido sollievo dai sintomi dell’influenza.
Aspirina C è disponibile in compresse effervescenti (confezioni da 10, 20 e 40 compresse) e in bustine (confezione da 10 bustine) al gradevole aroma di arancia.
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Storici della medicina fanno risalire la nascita dell'Aspirina al 1897: in realtà, l'interessante storia del farmaco più noto al mondo iniziò oltre 3.500 anni fa. Il papiro di Ebers, una raccolta di 877 ricette mediche della metà del secondo millennio avanti Cristo, raccomandava un'infusione di foglie di mirto essiccate per la cura dei reumatismi e del mal di schiena. Circa un migliaio di anni dopo, Ippocrate da Kos (460-377 A.C.), considerato il padre della medicina, prescriveva un succo estratto dalla corteccia del salice come analgesico e antipiretico, oltre che per le doglie del travaglio. Il principio attivo di questo succo, che lenisce effettivamente il dolore, è proprio, per quanto ne sappiamo oggi, l'acido salicilico. L'origine di questo principio ci viene svelata dal suo stesso nome, derivante dalla parola latina con cui si indicava il salice: salix. Oggi sappiamo con certezza che era proprio l'acido salicilico, contenuto nelle foglie del mirto, a essere usato dagli Egiziani per alleviare il dolore.
Il professore di farmacologia Johann Andreas Buchner, preparò un estratto di corteccia di salice e acqua, eliminò le impurità della soluzione così ottenuta e la fece evaporare. Ottenne così una sostanza giallognola che chiamò 'salicina'.
Il professore di chimica Adolph Wilhelm Hermann Kolbe, a Marburg in Germania, spiegò con successo per la prima volta la struttura chimica dell'acido acetilsalicilico, che riuscì poi a sintetizzare.
Il 19 febbraio del 1888 il Consiglio Direttivo della Bayer decise di aprire una Divisione farmaceutica. Per molti anni si cercò di sintetizzare una forma 'raffinata' di acido acetilsalicilico, dato che il sapore di questa sostanza era così sgradevole da far star male molti pazienti e soprattutto irritava le sensibili mucose dello stomaco.
Fu il dottor Felix Hoffmann, ricercatore scientifico di Bayer, mentre era alla ricerca di un antireumatico più efficace e meglio tollerato per suo padre, a produrre il 10 agosto 1897 il primo acido acetilsalicilico (ASA) chimicamente puro e stabile, decisamente più adatto all'uso terapeutico. E dato che l'ASA di Hoffmann non conteneva acido salicilico allo stato libero, i temuti effetti secondari non si manifestavano. Nacque così il nuovo farmaco della Bayer, più comunemente noto con il nome commerciale di Aspirina.
Nasce il marchio di fabbrica Aspirina.
I britannici Smith e Willis sono i primi a dimostrare che le proprietà anticoagulanti e fluidificanti dell'ASA si basano sull'inibizione della sintesi delle prostaglandine nelle piastrine del sangue. Il 23 giugno, il britannico Sir John R. Vane pubblica sul giornale scientifico "Nature" i suoi studi sulla modalità di azione dell'ASA. Vane inaugurò una nuova epoca, scoprendo che l'ASA possiede proprietà analgesiche, antipiretiche e antinfiammatorie in virtù della sua capacità di inibire la sintesi di alcune sostanze, messaggere del corpo (prostaglandine), che intensificano il dolore.
Il 13 aprile 1972, l'Aspirina viene dichiarata il migliore analgesico dal "New England Journal of Medicine".
L'ASA viene testato dalla National Academy of Science insieme ad altri 13 analgesici per valutarne l'efficacia contro il mal di testa: nessun altro analgesico supera l'ASA.
Nel 1983 viene pubblicato lo Studio Lewis sul "New England Journal of Medicine". Secondo questo studio, l'ASA riduce il rischio di attacchi cardiaci in pazienti con angina pectoris instabile di circa il 50%. Due anni dopo, i risultati di una sperimentazione diffusa condotta in Canada rivelano che l'ASA riduce del 51% il rischio di attacchi cardiaci nei pazienti con angina pectoris instabile. Il 9 ottobre, l'Ente per il controllo di alimenti e farmaci (FDA) degli Stati Uniti annuncia che una dose quotidiana di ASA riduce il rischio di reiterazione dell'infarto del miocardio (reinfarto) nei pazienti che hanno già avuto un attacco di cuore di un quinto, e di oltre la metà in quelli affetti da angina pectoris instabile.
Il 12 dicembre vengono pubblicati su "The Lancet" i risultati dello Studio Europeo sulla Prevenzione dell'Ictus (ESPS). Secondo questo studio, l'ASA riduce il rischio di ictus e morte nei pazienti affetti da TIA (attacchi ischemici transitori) o che già avevano avuto un precedente accidente cerebrovascolare.
Furono pubblicati i risultati preliminari relativi allo "Studio sulla salute dei medici": gli esiti evidenziavano senz'ombra di dubbio che una dose regolare di ASA riduceva effettivamente il rischio di attacchi cardiaci di ben il 47%. La rivista Newsweek celebrò questo risultato sensazionale in copertina, con il titolo "L'Irruzione dell'Aspirina". In Germania, l'Aspirina viene dichiarata "farmaco dell'anno" dal settimanale medico "Münchener Medizinische Wochenschrift".
Aspirina celebra il suo 120° anniversario.