Il pomodoro appartiene alla famiglia delle Solanaceae, il suo nome botanico è Lycopersicon esculentum o Solanum lycopersicum ed è originario del centro America.
In passato veniva utilizzato solo a scopo decorativo, senza essere mangiato. Il motivo? Alcune piante derivanti dalle Solanaceae sono velenose, a causa della presenza di alcaloidi (come la belladonna o lo stramonio). Per tale ragione, inizialmente, si pensava che anche il pomodoro lo fosse.
Uno degli interrogativi più diffusi che riguardano il pomodoro è questo: si tratta di un frutto o di una verdura? Se lo analizziamo dal punto di vista botanico, il pomodoro è un frutto. Per definizione, infatti, un frutto cresce da un fiore e contiene semi (esattamente come avviene per il pomodoro).
Ma allora perché questo dubbio perenne? Nonostante sia un frutto, il pomodoro viene consumato sulle nostre tavole al pari di una verdura. Ciò avviene perché, a livello nutrizionale, questo frutto si avvicina di più alle caratteristiche delle verdure.
Il pomodoro è un frutto che contiene pochissime calorie: circa 19g per 100 grammi di prodotto. Esso è costituito per circa il 90% da acqua. Il pomodoro è ricchissimo di:
È proprio a quest’ultimo, il licopene, a conferire il colore rosso al pomodoro.
Sono numerosi i benefici apportati dal consumo regolare di pomodoro. Gli antiossidanti in esso contenuti aiutano a contrastare la formazione dei radicali liberi e l’invecchiamento. Inoltre, svolgono un ruolo protettivo nei confronti di occhi, pelle, mucosa e ossa.
Secondo alcuni studi, il licopene contenuto nel pomodoro ha dimostrato un effetto protettivo sui tumori alla prostata e alle ovaie.
Grazie all’alto contenuto di vitamine (C, K e vitamine del gruppo B) il suo consumo aiuta a supportare le difese immunitarie, a stimolare la sintesi di collagene ed è utile per il nostro metabolismo energetico e per la coagulazione.
Così come tutti gli alimenti, anche il pomodoro ha le sue controindicazioni e non può essere consumato da tutti. Per chi soffre di gastrite, ad esempio, è sconsigliato mangiare questo frutto. L’acidità del pomodoro, infatti, può contribuire a peggiorare la sintomatologia.
La lectina, contenuta soprattutto nella buccia, può provocare un’infiammazione della mucosa gastrica. È possibile porre rimedio a questo problema lavando bene il frutto.
Il pomodoro, inoltre, è molto ricco di istamina. Questa può scatenare reazioni allergiche, da lievi a molto gravi. È possibile riscontrare, infatti:
I pomodori fanno male al fegato? A quanto pare no, anzi l’esatto opposto. Da alcuni studi condotti, infatti, è stato dimostrato che il consumo di pomodori è associato ad un ridotto rischio di cancro al fegato e anche ad una diminuzione delle dislipidemie (quindi dei fattori di rischio cardiovascolare). Ciò è quanto emerge da esperimenti effettuati sui topi.
Per il loro elevato contenuto di potassio e ossalati, i pomodori vanno consumati con moderazione da parte di chi soffre di problemi renali. Per pazienti predisposti, infatti, un consumo eccessivo potrebbe aumentare il rischio di formazione di calcoli renali.
Il pomodoro aumenta il colesterolo? La risposta, anche in questo caso, è no. Come già visto, il consumo regolare di pomodoro contribuisce ad una diminuzione dei valori di lipidi nel sangue (quindi una conseguente diminuzione dei fattori di rischio cardiovascolare).
Secondo i dati di una ricerca condotta qualche tempo fa su circa 30 mila donne, il consumo di pomodoro (10 porzioni a settimana) stabilizza i livelli di colesterolo totale e aumenta il colesterolo buono (HDL).
Cosi come tanti alimenti, anche il pomodoro contiene nichel. La concentrazione di nichel, mediamente, può arrivare fino a 500 microgrammi di nichel per chilo. Chi soffre di allergia al nichel, dunque, non può mangiare pomodori?
La risposta è ni. I livelli di nichel nei pomodori sono molto influenzati dal tipo di coltivazione. Con una coltivazione idroponica, ovvero una coltivazione fuori suolo, è possibile ottenere dei pomodori nichel free.
Un altro suggerimento per ridurre la presenza di nichel nei pomodori, è preferire l’acquisto del prodotto in vetro anziché in lattina. Inoltre, è bene assicurarsi che pentole e tegami utilizzati in cucina siano senza nichel, per evitare che venga trasferito agli alimenti. Questi sono tutti piccoli accorgimenti da mettere in pratica per chi è allergico a questo metallo.
Il pomodoro in gravidanza può essere assolutamente consumato. Così come tutta la frutta e la verdura, esso va ovviamente lavato bene prima di essere mangiato. Detto ciò, il consiglio è di evitare un consumo eccessivo durante la gravidanza. Questo perché i pomodori sono ricchi di betacarotene, la cui assunzione massiccia è sconsigliata durante gravidanza e allattamento.
1. Il pomodoro contiene tantissime vitamine, minerali e antiossidanti. La loro disponibilità, però, dipende dalla cottura. Consumare il pomodoro crudo, ad esempio, favorisce l’assunzione di un’elevata concentrazione di vitamina C (persa invece in fase di cottura). Consumare il pomodoro cotto, invece, rende più biodisponibile il licopene dalle proprietà antiossidanti.
2. Esistono numerose varietà di pomodori. Uno dei pomodori più conosciuti al mondo, però, è il San Marzano. Rosso, di forma allungata e dal sapore agrodolce, è molto usato per i pelati. Inoltre, è super gettonato per condire la pizza e cucinare il ragù.
Secondo un’antica tesi, pare che il primo seme di pomodoro sia giunto in Italia nel 1770 e sia stato piantato proprio nella zona che corrisponde al comune di San Marzano.
3. Il nome pomodoro deriva da malum aureum, ovvero pomo d’oro, in quanto era in passato di colore giallo-oro.