Il mal di gola è il nome comune con cui viene indicato un disturbo tipico del periodo invernale ma non solo: la faringite. Si tratta di una patologia del cavo orale che comporta l’infiammazione della faringe, con conseguenti sintomi che, come vedremo in seguito, si differenziano in base alle cause che conducono al problema. Il mal di gola colpisce in maniera indistinta adulti e bambini ed è spesso associato a malattie da raffreddamento come l’influenza e l’aumentare della temperatura corporea. Tuttavia, si tratta di una patologia il cui decorso medio è di circa 5-7 giorni, dopodiché il problema va via senza particolari strascichi.
La faringe è un cavo muscolo-membranoso della lunghezza di circa 13 centimetri e rappresenta il tratto fondamentale delle vie aeree superiori. Essa è composta da tre comparti: la rinofaringe (o nasofaringe), l’orofaringe e l’ipofaringe (o larinofaringe). Costituendo il primo tratto del tubo digerente, essa ha la funzione di collegare la bocca all’esofago, permettendo il passaggio del cibo. Inoltre, grazie alla sua funzione di prima via respiratoria aerea superiore, consente il passaggio dell’aria dal naso alla laringe.
Sono diversi i fattori che possono comportare un’infiammazione della faringe e condurre, quindi, al mal di gola. La causa più frequente è rappresentata da un’infezione virale, che si verifica di norma in concomitanza con patologie come raffreddore o influenza. In questo caso, il mal di gola sarà accompagnato da altri sintomi:
Il virus viene solitamente trasmesso per via aerea. Per questo è consigliabile non restare troppo a stretto contatto con persone già infette ed evitare di toccarsi naso, bocca e occhi senza aver prima igienizzato le mani con acqua e sapone o con salviettine disinfettanti.
L’infezione batterica, di norma, comporta una sintomatologia più accentuata rispetto all’infezione virale. In questo caso, al mal di gola si abbinano:
Il principale responsabile delle infezioni batteriche è lo streptococco, un batterio che vive nel naso e nella gola e si trasmette soprattutto respirando goccioline di saliva che provengono da persone già infette. Quando queste persone tossiscono o starnutiscono, espellono i batteri che possono essere inalati dalle persone che sono intorno.
Per questo motivo, anche in questo caso, è consigliabile evitare luoghi chiusi e troppo affollati e stare a contatto troppo diretto con persone che manifestano la sintomatologia tipica del mal di gola batterico. Anche per le infezioni batteriche, comunque, il mal di gola, se ben trattato, andrà via nel giro di 5-7 giorni.
Oltre alle malattie virali o batteriche, la faringite può trovare cause anche in altri fattori che hanno a che fare con la nostra vita quotidiana.
Il reflusso gastroesofageo può rappresentare una delle cause che portano ad un’infiammazione della faringe, provocando dolore alla gola. Tale infiammazione è dovuta all’acidità dei succhi gastrici che, risalendo verso l’alto, causano irritazione a faringe e laringe. In questo caso, è consigliabile intervenire a monte del problema, ovvero curando il disturbo del reflusso gastroesofageo. Un consiglio pratico e utile può essere quello di dormire con la parte superiore del corpo più sollevata, impedendo così ai succhi gastrici la risalita verso la gola. Tale disturbo, infatti, è maggiormente frequente nelle ore notturne, anche a causa della posizione che assumiamo durante il sonno.
Un’altra causa di irritazione della faringe è l’eccessiva secchezza dell’ambiente in cui ci troviamo. Sia che siamo a lavoro o che siamo a casa, è importante evitare di stazionare in ambienti con aria secca. Questa, respirata a lungo, provoca l’infiammazione e il successivo disturbo alla faringe. Specie nel periodo invernale, con gli impianti di riscaldamento attivi, il rischio è molto alto. È bene, quindi, dotarsi di un umidificatore in grado di prevenire il problema.
Alcuni lavori possono obbligare a dover respirare quotidianamente sostanze irritanti, che vengono inalate ed entrano così a contatto con la faringe. Ciò comporta un’irritazione delle vie aeree superiori, che si tramuta in dolore e disturbi più o meno acuti. È consigliabile, in questi casi, dotarsi di una mascherina che faccia da filtro per queste sostanze.
L’infiammazione faringea può riguardare anche i soggetti allergici. In questo caso, il mal di gola non è quasi mai accompagnato dai sintomi tipici descritti in precedenza. Le infiammazioni allergiche causano, nella maggior parte dei casi, solo un fastidioso bruciore alla gola.
In base a quale sia la parte delle vie respiratorie aeree interessata dall’infiammazione, si possono distinguere quattro tipi di infezione differenti che comportano poi disturbi e dolore alla gola: faringite, laringite, tracheite e tonsillite.
Come già ampiamente visto in precedenza, la faringite rappresenta un’infiammazione della faringe. Questo disturbo può avere una fase acuta con una risoluzione in breve tempo o, altrimenti, persistere per più tempo. In questo caso, si parla di faringite cronica ed è necessario intraprendere percorsi terapeutici differenti per trattarla.
La laringe rappresenta il tratto di gola compreso tra la faringe e la trachea. Anch’essa costituisce uno degli elementi dell’apparato delle vie respiratorie aeree primarie. Tra le funzioni principali della laringe, c’è l’emissione di suoni tramite la vibrazione delle corde vocali. Nel momento in cui questo tratto di gola è vittima di infiammazione, si parla di laringite. Tra i sintomi principali, vi è proprio l’abbassamento della voce. Così come la faringite, anche la laringite può avere origine virale o batterica, ma essere causata anche da altri fattori come fumo, umidità, polvere o sforzo eccessivo della voce.
La trachea costituisce il tratto finale della gola, che conduce fino ai bronchi. Le cause più frequenti di tracheite sono le infezioni batteriche, senza escludere però problemi dovuti a virus e reazioni allergiche. I soggetti più a rischio sono i bambini piccoli: la trachea ancora molto piccola, rischia di ostruirsi con maggiore facilità, portando difficoltà respiratorie al bimbo.
La tonsillite è l’infiammazione delle tonsille palatine, due piccoli organi linfoidi che si trovano alla base della lingua. La funzione delle tonsille è quella di respingere batteri e virus che penetrano attraverso il naso e la bocca. Proprio a causa della mansione da esse svolta, le tonsille sono soggette ad infiammazioni che hanno perlopiù origine virale.
Nella maggior parte dei casi, il mal di gola tende ad attenuarsi fino ad arrivare alla completa guarigione entro pochi giorni. Per tale motivo, il consiglio principale è quello di restare a riposo e mettere in pratica alcuni piccoli accorgimenti come evitare di fumare, evitare cibi e bevande troppo caldi o troppo freddi, idratare l’organismo con molta frequenza e fare gargarismi con collutori specifici per lenire il dolore. Rimedi naturali sono rappresentati da sciacqui a base di acqua e sale o acqua e bicarbonato.
Data l’origine perlopiù virale della faringite, per contrastare eventuali fastidi accentuati è consigliato fare ricorso a farmaci antinfiammatori e antidolorifici a base di paracetamolo (ad esempio la Tachipirina Flu) o ibuprofene (ad esempio il Nurofen). L’alternativa è data da spray ad azione topica (vedi Froben Gola Spray) o da caramelle lenitive (come Benactiv Gola). L’assunzione di tali medicinali comporta come beneficio la riduzione del dolore alla gola e dei sintomi associati.
Quando fare invece ricorso all’antibiotico? Partiamo col precisare che l’assunzione di antibiotico deve avvenire previa indicazione del proprio medico curante. Detto questo, l’antibiotico è indicato in caso di faringite di origine batterica. In caso di prescrizione di cura antibiotica, è importante che il paziente porti a termine il piano terapeutico indicato dal proprio medico. Un’interruzione anticipata, indotta magari dalla scomparsa rapida dei sintomi, compromette l’efficacia della cura stessa.
È fondamentale non assumere antibiotici quando non se ne presenti una reale necessità. Altrimenti, il rischio è quello di favorire lo sviluppo e la proliferazione di batteri resistenti agli antibiotici. Inoltre, assumere antibiotici in caso di infezione virale ha come unica conseguenza l’indebolimento del sistema immunitario e l’incapacità di quest’ultimo di contrastare autonomamente l’infezione.
È buona norma chiamare sempre il medico in caso di:
Per quanto riguarda i bambini, è consigliato contattare il pediatra già al comparire dei primi tre sintomi sopra elencati.