Siamo quotidianamente inondati di notizie sui vaccini contro il Covid-19. Molte non sono fondate, altre vengono mal interpretate. In questo articolo proviamo a spiegare quali sono le caratteristiche dei vaccini già approvati, la loro composizione e il meccanismo attraverso il quale funzionano. Valutiamo poi i dati di cui disponiamo su efficacia e sicurezza, provando a rispondere alle tante domande che in tantissimi si stanno ponendo in queste settimane.
I vaccini per il Coronavirus attualmente approvati in Italia sono prodotti dalle multinazionali Pfizer-Biontech e Moderna, due società americane. Questi due vaccini utilizzano una nuovissima tecnologia denominata m-RNA.
I vaccini fino ad ora utilizzati contengono al loro interno virus inattivati o proteine del virus che, iniettati nel nostro organismo, stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi. Con questi nuovi vaccini invece non viene iniettato alcun virus ma un RNA messaggero. L’RNA messaggero è la molecola che le nostre cellule utilizzano come stampo per produrre le proteine. È come una sorta di ricetta o di programma, che dà alle cellule tutte le informazioni per costruire una proteina.
I vaccini Pfizer e Moderna contengono un RNA messaggero che, una volta entrato nelle cellule, viene captato dalle fabbriche di proteine, i cosiddetti ribosomi (cellula con ribosoma), trasmettendo le informazioni per produrre le proteine che caratterizzano il coronavirus. Una volta prodotte, queste proteine vengono espulse all’esterno e vengono a contatto col sistema allenandolo a reagire con la produzione di anticorpi specifici.
Qualora l’organismo dovesse entrare a contatto con il Sars CoV-2, le nostre difese sarebbero già pronte e cariche con le armi giuste per combatterlo ed evitare che si instauri la malattia.
In entrambi i vaccini per Covid-19, l’RNA messaggero è racchiuso in liposomi. I liposomi sono delle navicelle di grasso, che permettono all’mRNA di entrare nella cellula. Oltre ai grassi e alle sostanze necessarie per stabilizzare i liposomi, questi vaccini contengono:
Per il resto non è possibile introdurre in alcun farmaco, approvato dalle agenzie nazionali, europee e mondiali, ingredienti non dichiarati. Per tale motivo, il timore di ingredienti segreti è del tutto privo di fondamento.
I due vaccini presentano profili di sicurezza ed efficacia molto simili. Sono entrambi efficaci nel contrastare le infezioni da Sars-CoV 2 nel 95% dei casi, mentre differiscono tra di loro sostanzialmente per la composizione dei liposomi e per le temperature alle quali devono essere conservati.
Il vaccino Pfizer va conservato a -80°C e una volta scongelato può essere tenuto in frigo per un massimo di 7 giorni. Il vaccino Moderna invece deve essere conservato a -20°C e una volta scongelato può essere conservato in frigorifero per 30 giorni.
Inoltre i due vaccini per il Coronavirus differiscono per lo schema di somministrazione. Il vaccino Pfizer va somministrato in due dosi a distanza di 21 giorni e conferisce immunità con un’efficacia del 95% da 7 giorni dopo la seconda dose. Quello Moderna prevede due dosi a distanza di 28 giorni e conferisce immunità del 92% da 14 giorni dopo la seconda dose.
È assolutamente impossibile che dall’m-RNA si arrivi ad una modifica del DNA, la molecola che costituisce il nostro patrimonio genetico. Innanzitutto, l’RNA non può entrare nel nucleo della cellula che contiene il DNA. Inoltre, dopo pochi giorni, svolto il suo compito, si degrada completamente scomparendo dall’organismo.
Il grande vantaggio di utilizzare l’m-RNA è quello di non dover iniettare un virus, seppure inattivato, nell’organismo, oppure di non dover affrontare la produzione e la purificazione in laboratorio delle proteine del virus.
I tempi di realizzazione di questi vaccini sono stati davvero molto rapidi, ma nessuna fase della sperimentazione è stata saltata. Tanta rapidità deriva da diversi fattori. In primis c’è da sottolineare che sono in corso da anni studi sulla innovativa tecnologia dell’mRNA messaggero.
Detto ciò, è bene evidenziare come per i vaccini Covid-19 sono stati stanziati fondi impressionanti, in contemporanea da aziende private ed enti pubblici. Ciò ha contribuito ad accelerare il processo di ricerca e sperimentazione. Le case farmaceutiche hanno inoltre affrontato le fasi 1, 2 e 3 della sperimentazione in contemporanea, accollandosi tutti i rischi finanziari di un eventuale fallimento.
I dati raccolti sono stati infine attentamente valutati dalle agenzie preposte, che non hanno alcun interesse ad autorizzare farmaci pericolosi.
Gli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Coronavirus sono comunemente:
L’unica reazione avversa severa riscontrata è stato l’ingrossamento dei linfonodi. È possibile che vi sia una reazione di tipo anafilattico. Soggetti eventualmente a rischio, però, non verranno sicuramente vaccinati. Inoltre questo tipo di reazione è possibile per tutti i farmaci che assumiamo quotidianamente e che presentano possibili effetti collaterali molto più gravi di quelli dei vaccini.
I Coronavirus sono purtroppo in grado di mutare molto rapidamente. Le proteine che li caratterizzano però non possono variare troppo, altrimenti non sono più in grado di fare da chiave per entrare nelle nostre cellule. Poiché il sistema immunitario viene allenato dai vaccini per il Covid-19 a riconoscere proprio queste proteine chiave (chiamate Spike), i vaccini sono attivi anche sulle varianti.