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Fibromialgia: sintomi e cure di una patologia invisibile

I consigli di Semprefarmacia.it
In Italia sono circa 2 milioni le persone affette da fibromialgia, un problema che interessa principalmente le donne

 

I consigli della dottoressa Valentina

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Cos’è la fibromialgia

La fibromialgia è una patologia reumatica che interessa l’apparato muscolo-scheletrico. Essa, come vedremo tra poco nello specifico, è caratterizzata da astenia (stanchezza cronica) e rigidità muscolare (più in generale di tutto l’apparato muscolo-scheletrico). A questi, si vanno a sommare un’altra serie di sintomi che possono ridurre in maniera significativa la qualità della vita di chi ne soffre.

La fibromialgia è una malattia che interessa tra l’1% e il 3% della popolazione mondiale. Le più colpite sono le donne (circa il 90% del totale), in una fascia d’età compresa tra i 35 e i 55 anni. Non di rado, però, questo problema si presenta anche in età più giovane. In Italia ci sono circa 2 milioni di persone affette da fibromialgia.

Non è ipocondria o lagna: una patologia invisibile

La fibromialgia è una condizione patologica troppo spesso sotto-diagnosticata, in quanto appare invisibile agli occhi degli altri. Chi è affetto da fibromialgia non presenta segni esteriori particolari, tali da far comprendere la presenza di un problema tanto gravoso (che può arrivare ad essere invalidante).

È per tale motivo che i pazienti affetta da fibromialgia vengono spesso tacciati per ipocondriaci o eccessivamente lagnosi. La sensazione di non sentirsi compresi, comporta in chi soffre di fibromialgia un senso di frustrazione. Un’angoscia che, talvolta, può sfociare in stati d’ansia o depressione.

Sintomi fibromialgia

Sono numerosi i sintomi tramite cui si manifesta la fibromialgia, tanto che molto spesso si parla di sindrome fibromialgica. Tuttavia, il carattere aspecifico della sintomatologia rende la diagnosi (come vedremo in seguito) tutt’altro che semplice. Ma quali sono i sintomi che caratterizzano la fibromialgia?

  • Dolore diffuso e iperalgesia
  • Stanchezza e formicolio agli arti
  • Riposo notturno disturbato
  • Intestino irritabile

Dolore diffuso e iperalgesia

fibromialgia

Il primo sintomo è rappresentato da un dolore diffuso che interessa tutto il corpo. Si parla infatti di dolore diffuso quando si estende su entrambi i lati, destro e sinistro, sia nella parte superiore che inferiore. Chi soffre di fibromialgia descrive tali dolori come una sorta di trafitture che si alternano ad un dolore intenso e continuativo. Le zone maggiormente interessate da dolore sono la colonna vertebrale, le spalle, il cingolo pelvico, braccia, polsi e cosce.

Una delle caratteristiche peculiari della fibromialgia è l’iperalgesia, ovvero la percezione di un dolore molto intenso avvertito in risposta ad uno stimolo lieve. Ciò è causato da una ridotta soglia di sopportazione del dolore, molto bassa in chi soffre di questa malattia.

Questi sintomi possono essere acuiti da una serie di fattori esterni:

  • stress, ansia e nervosismo;
  • sforzo fisico eccessivo o, al contrario, totale assenza di attività fisica;
  • cambiamenti meteorologici;
  • umidità e freddo.

Stanchezza e formicolio agli arti

La fibromialgia comporta un senso di stanchezza cronico (astenia), che può condizionare in maniera importante la quotidianità di chi ne soffre. Anche dopo aver riposato a lungo, il paziente fibromialgico avverte una spossatezza non giustificata. A questo si aggiunge una ridotta capacità di resistenza agli sforzi, anche quelli che appaiono più scontati come trasportare una cassa d’acqua o svolgere le faccende domestiche.

A ciò si aggiunge la parestesia, ovvero il senso di formicolio o intorpidimento degli arti superiori e inferiori (specie nelle dita). Questa sensazione è dovuta ad un’alterata percezione della sensibilità ai diversi stimoli esterni (tattili, termici, dolorifici).

Riposo notturno disturbato

Chi soffre di fibromialgia lamenta spesso difficoltà nel prender sonno o nel dormire in maniera continuativa per l’intera notte. Questo perché il dolore avvertito durante la notte non permette un riposo sano e rigenerante. Tale disturbo può essere accompagnato dalla cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo, che si caratterizza da spasmi nelle gambe (molto spesso anche crampi) e il bisogno di muoverle continuamente. Al risveglio, la sensazione è quella di un’anomala rigidità articolare e un senso di gonfiore a mani, piedi e viso (anche se non visibile).

Intestino irritabile

In molti pazienti è riscontrata la sindrome dell’intestino irritabile. Questo disturbo è caratterizzato da fastidi o dolori addominali e un’alterazione delle funzionalità intestinali. Pertanto sono frequenti episodi di diarrea, stitichezza e meteorismo. Il disturbo interessa ovviamente anche le funzioni gastriche e digestive, con la comparsa di nausea o reflusso gastro-esofageo.

Altri sintomi della fibromialgia

Accanto ai sintomi finora descritti, è possibile elencare altre condizioni correlate e riconducibili alla sindrome fibromialgica.

  • Cefalee ed emicranie. Spesso questi problemi sono riconducibili ai disturbi del sonno.
  • Fascicolazione. Si tratta di una contrazione, rapida e a intervalli regolari, di una o più unità motorie. Questo movimento inconsulto si manifesta con un movimento improvviso di una parte del muscolo interessato dal fenomeno.
  • Difficoltà di concentrazione e memoria. Un annebbiamento cognitivo, indicato anche con l’espressione inglese Fibro-frog, che comporta problemi nel concentrarsi o memorizzare.
  • Fenomeno di Raynaud. È una condizione che interessa prevalentemente le mani e i piedi, causata dall’eccessivo restringimento delle piccole arterie che può derivare dall’esposizione alle basse temperature o da uno stress emotivo. In questi casi, le zone interessate tendono a diventare pallide o bluastre (cianosi), con un intorpidimento e formicolio.
  • Tachicardia e palpitazioni.
  • Dismenorrea. Anche i dolori legati al ciclo mestruale possono essere più accentuati in chi soffre di fibromialgia. In alcuni casi, questo può rappresentare un problema tale da interferire con le attività quotidiane di chi ne soffre.
  • Secchezza degli occhi e delle fauci.
  • Disuria. Difficoltà e dolori al momento della minzione. A questo si associa un ripetuto bisogno di urinare, a cui fa seguito un’emissione modesta (a volte nulla) di urina.

Le cause e i fattori di rischio della fibromialgia

Ad oggi non sono del tutto chiare ed evidenti le cause della fibromialgia. Quel che gli studiosi affermano con certezza, però, è che questa patologia è il risultato di più fattori che vanno a sommarsi tra loro. Alla base dell’insorgere della fibromialgia può esserci un evento traumatico, sia fisico che emotivo, come ad esempio:

  • intervento chirurgico;
  • infezioni in seguito a malattie ad eziologia virale (mononucleosi infettiva, morbo di Lyme, per fare qualche esempio);
  • stress;
  • ansia;
  • disturbo post-traumatico.

Soffrire di patologie reumatiche autoimmuni (ad esempio l’artrite reumatoide) può rappresentare un altro fattore di rischio nell’insorgere della fibromialgia. Stesso discorso per la predisposizione genetica. Chi ha un familiare affetto da fibromialgia, ha una maggiore esposizione al rischio. Tuttavia, non è ancora stato compreso il meccanismo di trasmissione della patologia.

Un’altra causa che può portare alla fibromialgia è un’alterazione del rilascio dei neurotrasmettitori, dell’asse ipotalamo-ipofisi e una ipersensibilizzazione del sistema nervoso centrale.

Una malattia invalidante ma non mortale

La fibromialgia rappresenta una malattia cronica con cui è necessario imparare a convivere. Esistono cure e trattamenti, come vedremo, in grado di controllare i sintomi ma non di eliminare il problema. Tuttavia, la notizia positiva è che questa patologia non rappresenta una minaccia mortale per chi ne soffre. A differenza di altre malattie reumatiche sistemiche gravi (come l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso), la fibromialgia non arriva a coinvolgere e danneggiare gli organi vitali.

Come si arriva alla diagnosi

Arrivare ad una diagnosi di fibromialgia è tutt’altro che semplice e può richiedere anche anni. I sintomi aspecifici di cui si caratterizza, come abbiamo visto, rendono complicata l’individuazione del problema. Tuttavia, dolori diffusi che si protraggono per diversi mesi devono rappresentare un campanello d’allarme. Il reumatologo è lo specialista a cui rivolgersi per provare ad individuare la presenza della fibromialgia.

Non esistono esami strumentali specifici che diagnosticano la presenza di fibromialgia, con la diagnosi che arriva per esclusione. In questo senso si rivelano molto utili test di laboratorio come gli esami del sangue, volti appunto ad escludere altre malattie che, per sintomatologia, potrebbero essere prese in considerazione.

I tender points fibromialgia e i criteri ACR

tender point

Uno dei metodi di indagine più affidabili è la palpazione dei tender points, volta a verificare il dolore provocato dalla digitopressione esercitata dal reumatologo. I tender points sono alcuni punti sensibili, 18 per la precisione, collocati nei muscoli, nelle inserzioni tendinee o a livello delle prominenze ossee.

Nel 1990, l’American College of Rheumatology, aveva fissato un criterio ben specifico per la diagnosi della fibromialgia: dolorabilità di almeno 11 dei 18 tender points. Tuttavia, questo criterio è stato nel corso del tempo ritenuto troppo aleatorio e soggetto a variabili non prevedibili ed errori.

Per tale motivo, oggi la diagnosi di fibromialgia non tiene conto solo dei tender points dolenti (non per forza 11), ma anche della storia clinica del paziente e della presenza di altri sintomi sopra descritti.

Fibromialgia: cure e trattamenti

Il trattamento della fibromialgia può prevedere un approccio multidisciplinare, che prevede una terapia farmacologica abbinata ad una fisica. L’esigenza primaria è quella di ridurre il dolore ed i sintomi associati. Per tale ragione, con ogni caso che può differenziarsi dall’altro, lo specialista può indirizzare il paziente verso l’assunzione di:

  • analgesici;
  • antinfiammatori non steroidei;
  • miorilassanti;
  • antidepressivi;
  • antiepilettici.

Ai farmaci, come detto, può essere affiancata una terapia fisica. Sottoporsi a massaggi, con manipolazione dei muscoli e dei tessuti molli, può alleviare il dolore e ridurre lo stato di stress dell’apparato locomotore. Anche esercizi posturali specifici di stretching aiutano a migliorare l’elasticità muscolo-scheletrica. Meglio ancora se queste attività vengono svolte in acqua.

Questi, poi, altri accorgimenti che possono aiutare a tenere sotto controllo i sintomi della fibromialgia:

  • ridurre i livelli di ansia e stress;
  • svolgere una regolare attività fisica, meglio se aerobica (senza eccedere nello sforzo, specie nelle fasi iniziali);
  • cure termali (l’acqua calda rilassa la muscolare e riduce sensibilmente il dolore);
  • agopuntura, che produce effetti benefici su molti pazienti;
  • pratica di tecniche di rilassamento, come Yoga e Tai Chi.

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