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Tumore al seno: sintomi, cure e prevenzione

I consigli di Semprefarmacia.it
Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno: oggi sempre più donne sopravvivono al carcinoma mammario

 

I consigli della dottoressa Valentina

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Ogni anno, ad ottobre, si tiene la campagna Nastro Rosa dell’AIRC per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione del tumore al seno. Ogni anno, in tutto il mondo, sono diagnosticati circa 2 milioni di casi di tumore al seno.

In Italia, questo tipo di tumore colpisce oltre 54 mila donne all’anno. Grazie al progresso scientifico e ad una sempre più intensa attività di prevenzione, però, il tasso di mortalità è in costante calo. Ad oggi, l’87% delle donne colpite da tumore al seno sopravvive al cancro dopo i 5 anni.

Tumore al seno: cos'è

Il seno è formato da tessuto connettivo, tessuto adiposo e tessuto ghiandolare. Quest’ultimo è costituito da sotto-strutture chiamate lobuli che, unite tra loro, vanno a formare un complesso ghiandolare più grande detto lobo o ghiandola mammaria. Nel seno sono presenti tra i 15 e i 20 lobi (o ghiandole mammarie).

Il tumore al seno è una massa che si origina da una crescita anomala e incontrollata delle cellule che compongono proprio la ghiandola mammaria. Queste cellule, in caso di cancro al seno, si trasformano in cellule maligne e tendono ad invadere ed ammalare i tessuti circostanti. Nei casi più gravi, in assenza di diagnosi tempestiva, queste arrivano ad invadere anche altri organi.

Ma in quanto tempo si sviluppa un tumore al seno? Tale processo canceroso può arrivare ad impiegare anche anni prima di manifestarsi. È per tale ragione che è di fondamentale importanza effettuare controlli costanti, come vedremo in seguito, per intervenire in maniera tempestiva.

Tumore al seno: le diverse tipologie

È possibile fare una distinzione tra due diverse tipologie di tumore della mammella: forme invasive e forme non invasive.

Le forme invasive di tumore al seno sono più propriamente dette carcinomi. Di queste fanno parte:

  • carcinoma duttale (crescita incontrollata di cellule dei dotti lattiferi, è la forma invasiva più diffusa di carcinoma al seno);
  • carcinoma lobulare (crescita incontrollata di cellule dei lobi, è la seconda forma invasiva più diffusa dopo quella duttale);
  • carcinoma cribiforme;
  • carcinoma tubulare;
  • carcinoma papillare;
  • carcinoma mucinoso.

Le forme non invasive di tumore sono invece più propriamente definite neoplasie. Di queste fanno parte:

  • la neoplasia duttale intraepiteliale (DIN), caratterizzata da cellule maligne che non invadono i tessuti circostanti ma restano circoscritte ai dotti lattiferi;
  • la neoplasia lobulare intraepiteliale (LIN), caratterizzata da cellule maligne che non invadono i tessuti circostanti ma restano circoscritte ai lobuli.

Soggetti a rischio

Non è noto il meccanismo che conduce al danneggiamento del processo di moltiplicazione delle cellule, fino a degenerare in tumore. Quello che invece conosciamo sono i fattori di rischio che possono influire sullo sviluppo del cancro al seno.

Fattori non modificabili

  • Età – Si registra, infatti, un’alta incidenza sulle donne sopra i 50 anni;
  • Familiarità – È stato riscontrato un più alto rischio di malattia in donne che hanno familiari colpiti dallo stesso tumore.
  • Predisposizione genetica – Una percentuale tra il 5% e il 7% dei tumori al seno è di origine ereditaria. Ciò significa che la mutazione genetica, che conduce allo sviluppo del cancro, è trasmessa dai genitori attraverso determinati geni. In particolare, la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 è la causa del 50% dei tumori al seno di origine ereditaria.
  • Seno denso di ghiandole – Questa caratteristica del seno, secondo gli studi, espone maggiormente la donna al rischio di neoplasia mammellare. La peculiarità di un seno denso è data da una porzione maggiore di tessuto ghiandolare maggiore rispetto a quello adiposo.
  • Primo ciclo mestruale precoce – L’inizio delle mestruazioni prima dei 12 anni rappresenta un fattore di rischio.
  • Menopausa Tardiva – Anche la menopausa tardiva, ovvero dopo i 55 anni, può esporre ad un rischio maggiore nell’insorgere del carcinoma alla mammella.

Fattori modificabili

  • Obesità
  • Sedentarietà
  • Fumo
  • Consumo eccessivo di alcol
  • Cure ormonali specifiche

Tumore al seno: sintomi iniziali

Il sintomo iniziale più frequente e caratterizzante del tumore al seno è rappresentato dalla presenza di un nodulo localizzato solitamente nel quadrante esterno del seno (ascella o clavicola). Questo nodulo ha una conformazione riconducibile ad una piccola nocciolina e può essere avvertito palpando il seno. In alcuni casi, tale nodulo è addirittura visibile.

Sintomi tumore al seno

Ovviamente ci sono anche altri sintomi che suonano come campanello d’allarme:

  • alterazioni della forma del capezzolo, con molta attenzione da porre ad un’eventuale rientranza di quest’ultimo.
  • perdite dal capezzolo, con una secrezione anomala che può contenere anche tracce di sangue;
  • cambiamenti della pelle, che tende a diventare a buccia d’arancia;
  • cambiamenti nella forma del seno;
  • ingrossamento dei linfonodi ascellari;
  • dolore, anche se quest’ultimo non è particolarmente intenso soprattutto negli stadi iniziali della malattia.

Tumore al seno: diagnosi

Il senologo è lo specialista designato a diagnosticare la presenta di tumore al seno. La diagnosi avviene in prima battuta mediante esami di diagnostica per immagini: mammografia (radiografia del seno) ed ecografia mammaria. In determinati casi, ad esempio in presenza di seno denso, il senologo può decidere di ricorrere alla risonanza magnetica.

mammografia

Se gli esami di diagnostica per immagini rivelano la presenza di noduli sospetti, il percorso di diagnosi prevede l’effettuazione di una biopsia. Attraverso un ago, è prelevato un campione di tessuto del nodulo sospetto. Il prelievo permette di effettuare di tipi di esami:

  • esame citologico, con un’analisi delle cellule;
  • esame istologico, con un’analisi dei tessuti.

In sostanza, la biopsia costituisce lo strumento che permette di confermare (o confutare) i dubbi di presenza di tumore della mammella ipotizzati in seguito agli esami di diagnostica per immagini. Se confermata la presenza del tumore, attraverso la biopsia è possibile stabilire lo stadio di quest’ultimo. Ciò rappresenta un aspetto fondamentale, attraverso il quale stabilire la terapia da mettere in atto.

Gli stadi del tumore al seno

Lo stadio del tumore stabilisce quanto questo sia esteso rispetto alla sua sede d’origine. Sono 5 gli stadi individuabili per il tumore al seno.

Stadio 0
In questo caso si parla di carcinoma in situ, ovvero circoscritto alla sede originaria. Solitamente si tratta della neoplasia duttale intraepiteliale o lobulare intraepiteliale.

Stadio 1
Il tumore è nella sua fase iniziale ed ha una dimensione che non supera i 2 centimetri. In questo stadio, il tumore non si è diffuso ai linfonodi vicini e tantomeno ad altre zone del corpo.

Stadio 2
In questo stadio il tumore può avere una dimensione compresa tra i 2 e i 5 centimetri ma non si è insinuato nei linfonodi limitrofi. Fanno parte del secondo stadio anche i tumori di dimensioni più ridotte che, però, hanno già iniziato ad estendersi ai linfonodi vicini. Nonostante lo stadio 2 sia più avanzato, presenta un’ottima capacità di risposta alle terapie.

Stadio 3
Pur non avendo ancora dato origine a metastasi, il tumore al terzo stadio presenta già una diffusione ai linfonodi circostanti e alle aree vicine al seno.

Stadio 4
I tumori a questo stadio sono metastatici, ovvero hanno diffuso metastasi in altre parti del corpo. Pur trattandosi dello stadio più avanzato di tumore, tuttavia, questo non si traduce in incurabilità. Seppure con delle importanti variabili (tra cui età, organi colpiti, estensione del tumore), infatti, oggi l’aspettativa media di vita è di circa 5 anni per le diagnosi di tumore al seno metastatico.

Tumore al seno: cure

Il tipo di terapia da mettere in atto dipende da tanti fattori ed è quindi molto variabile da soggetto a soggetto. Di solito, comunque, il tumore al seno è trattato con un intervento chirurgico volto alla rimozione del carcinoma (o della neoplasia).

Chirurgia

Quando possibile, si fa ricorso ad un tipo di chirurgia conservativa detta anche quadrantectomia. In questi casi, viene rimossa solo la porzione di seno interessata dal tumore. Quando invece questo è più esteso, è necessario rimuovere più quadranti del seno (mastectomia parziale) o ricorrere alla rimozione totale della mammella (mastectomia totale). In quest’ultimo caso, spesso l’intervento è seguito da una ricostruzione del seno (mastoplastica).

Chemioterapia

Per evitare il rischio di recidiva, in alcuni casi si fa ricorso ad una terapia a base di chemioterapici da effettuare dopo l’intervento chirurgico. La chemioterapia può essere attuata anche prima dell’operazione, come trattamento di preparazione per semplificare l’asportazione del tumore.

La chemioterapia è utilizzata, infine, nei casi di tumore metastatico. In queste circostanze, però, questo tipo di terapia mira al contenimento del problema più che alla sua rimozione.

Radioterapia

La radioterapia prevede l’esposizione del tumore ad onde radio, allo scopo di distruggere le cellule tumorali. Così come la chemioterapia, pure la radioterapia può essere impiegata anche successivamente all’intervento. L’obiettivo, altresì in questo caso, è quello di preservare le restanti ghiandole mammarie e proteggerle dal rischio di ricomparsa del tumore.

Altre cure

Esistono anche alcune terapie farmacologiche per trattare il tumore al seno:

  • terapia ormonale antitumorale, che prevede la somministrazione di ormoni in gradi di stoppare i meccanismi di crescita del tumore;
  • farmaci mirati, attuata con specifici farmaci deputati a contrastare qualsiasi fattore predisponente alla crescita delle cellule tumorali;
  • immunoterapia, a base di proteine del sistema immunitario in grado di riconosce e distruggere le cellule tumorali.

Prevenzione tumore al seno

Nonostante le avanzate capacità di diagnosi e le sempre più efficaci terapie, le più grandi armi contro il tumore della mammella restano la prevenzione e la diagnosi precoce.

Per prevenire il tumore al seno è di fondamentale importanza agire innanzitutto su quelli che sono i fattori di rischio modificabili. È importante quindi:

  • condurre una vita attiva;
  • mantenere il peso forma;
  • avere una corretta alimentazione ricca di verdura e frutta;
  • non fumare;
  • non eccedere con l’alcol.

È importante anche tenere presente che la gravidanza e l’allattamento al seno sono considerati fattori protettivi, in grado di diminuire le probabilità di insorgere del tumore al seno.

Oltre a quanto elencato finora, come già detto in precedenza, è di fondamentale importanza sottoporsi a visite e controlli regolari. Grazie a ciò, diventa davvero possibile intervenire in maniera precoce in caso di tumore al seno.

nastro rosa

Ma quali sono i controlli da effettuare e con quale cadenza? Questo dipende dall’età.

  • Dai 20 ai 40 anni: visita senologica una volta all’anno e autopalpazione del seno una volta al mese nei giorni successivi alle mestruazioni; se il medico lo ritiene opportuno, può essere eseguita anche l’ecografia al seno.
  • Dopo i 40 anni: alla visita senologica annuale, va aggiunta la mammografia da effettuare con cadenza annuale o biennale a seconda del parere del senologo; anche in questo caso, lo specialista può prevedere di aggiungere l’ecografia agli esami da effettuare.
  • Tra i 50 anni e i 69 anni: questa rappresenta la fascia maggiormente a rischio e per cui è necessario intensificare i controlli; è per tale ragione che i programmi di screening nazionali prevedono la mammografia gratuita, ogni due anni.

In caso di familiarità, pregressa malattia o predisposizione genetica, cioè quelle condizioni che comportano dei controlli più stringenti, è il senologo stesso ad indicare cadenza e tipologia di controlli necessari.

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