La celiachia è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, provocata da una reazione anomala del sistema immunitario all’ingestione del glutine. Questo tipo di problematica insorge in soggetti che sono geneticamente predisposti.
I geni che predispongono alla celiachia sono indicati con le sigle DQ2 e DQ8 e sono legati al sistema HLA. Avere una predisposizione non significa necessariamente essere celiaci. Al contrario, invece, chi non presenta questi geni è sicuro di non poter sviluppare la malattia.
Non si conoscono nello specifico i fattori che portano alla celiachia. L’attenzione è però focalizzata soprattutto sulle infezioni gastrointestinali virali e sull’alterazione della flora intestinale. Quel che si sa invece con certezza è che a determinare la risposta immunitaria anomala nei celiaci è l’ingestione di cereali contenenti glutine. Tra questi: il frumento, il farro, l’orzo, il kamut e la segale.
Il glutine è la proteina principale del frumento oltre ad essere la proteina più presente nella dieta europea. Oltre che nei cereali elencati, si trova ovviamente anche nei prodotti da essi derivati e in quelli lavorati e confezionati.
Il sintomo più evidente della celiachia è dato dall’alterazione della mucosa intestinale, in particolare di villi intestinali e microvilli intestinali. Queste strutture sono come tante piccole dita, che aumentano la superficie dell’intestino deputata ad assorbire i nutrienti.
Nella celiachia, villi e microvilli vengono letteralmente distrutti dal sistema immunitario. Ciò provoca un malassorbimento intestinale, con tutta una serie di conseguenze anche molto gravi. È per questo motivo che, pur essendo una malattia dell’intestino, i sintomi della celiachia possono riguardare tutto l’organismo. In alcuni casi, addirittura, finiscono per essere così sfumati da non risultare facilmente individuabili.
Nella forma tipica, che è più frequente nei bambini, questa malattia si manifesta in modo evidente con specifici sintomi:
Esistono poi sintomi di celiachia non propriamente legati all’intestino:
Addirittura, circa il 10% delle persone celiache presentano un’eruzione cutanea sul corpo simile all’herpes, detta appunto dermatite erpetiforme, che scompare seguendo una dieta senza glutine.
I sintomi sono dunque davvero tanti e molto diversi tra loro. In alcune persone, per di più, se ne manifesta anche solo uno. In questi casi risulta molto più difficile capire che si possa trattare di celiachia.
Tuttavia, è di fondamentale importanza intervenire tempestivamente. Senza un intervento rapido, infatti, la celiachia può diventare refrattaria, cioè non migliorare neanche con un regime alimentare composto solo da prodotti senza glutine. Inoltre, aumenta il rischio di sviluppare tumori come il carcinoma intestinale e si rischia il malfunzionamento della milza.
Ad oggi, per fortuna, gli esami per la celiachia sono diversi e molto specifici. Tra questi:
Uno dei metodi per diagnosticare questo problema è dato dagli esami del sangue. Ciò avviene mediante l’individuazione degli anticorpi specifici, che indicano che è in corso la risposta immunitaria anomale che porta all’aggressione della mucosa dell’intestino.
Questo tipo di esame viene eseguito col paziente a digiuno e in regime alimentare normale, senza alcuna restrizione.
Di solito la prima prescrizione riguarda la ricerca degli anticorpi anti transglutaminasi (tTG IgA), alla quale si associa la ricerca delle IgA totali. Questa associazione è necessaria perché, con elevata frequenza nei pazienti celiaci, c’è un deficit delle IgA totali con la conseguenza di ottenere dei falsi negativi.
In caso di carenza di IgA totali oppure in presenza di valore delle transglutaminasi IgA dubbio, il medico può prescrivere la ricerca delle antitransglutaminasi IgG (tTG IgG) e degli anticorpi antiendomisio (EMA). Questi anticorpi antiendomisio sono estremamente specifici. Se questi risultano positivi si procede comunque alla biopsia.
Un altro tipo di anticorpi che possono essere ricercati sono quelli antigliadina, che sono però meno specifici in quanto presenti anche in caso di altre malattie dell’intestino. Questo esame viene utilizzato prevalentemente per monitorare l’efficacia della terapia di esclusione del glutine.
Quando le analisi del sangue lo suggeriscono, per la diagnosi definitiva di celiachia si passa alla biopsia. Tale esame viene eseguito mediante esofagogastroduodenoscopia. Delle sonde vengono inserite attraverso la bocca, fino ad arrivare all’intestino tenue dove vengono prelevati più campioni di mucosa. Questi campioni vengono poi analizzati per valutare se sono presenti le modifiche tipiche della celiachia, come l’atrofia dei villi.
Il test genetico permette di individuare la presenza dei geni predisponenti: HLA-DQ2 e HLA-DQ8. Questo esame viene solitamente prescritto ai familiari di pazienti celiaci, per individuarne la predisposizione e stabilire eventuali controlli.
Il test genetico viene anche utilizzato per escludere la celiachia in quei pazienti che ne presentano la sintomatologia ma hanno esito negativo sia dagli esami del sangue che dalla biopsia. Se questi due geni non sono presenti, infatti, può essere esclusa senza alcun dubbio la possibilità di essere celiaci. Questo quadro clinico si identifica spesso con l’intolleranza al glutine (o sensibilità al glutine), che trova giovamento dall’esclusione (per fortuna solo temporanea) del glutine dalla propria dieta.
Dato che non esiste ad oggi una terapia di tipo farmacologico per la celiachia, l’unica possibilità terapeutica consiste nel consumare esclusivamente alimenti senza glutine. Ma il glutine dove si trova? Quali sono gli alimenti contenenti glutine da evitare?
Per una dieta priva di glutine è necessario eliminare:
È bene sottolineare che una modifica del regime alimentare, con l’eliminazione del glutine, deve essere prescritta solo ed esclusivamente dal medico. È caldamente sconsigliato quindi di provare una dieta senza glutine fai da te.
Ma allora cosa possono mangiare i celiaci? Sono consentiti tutti i cibi senza glutine che, per natura, non contengono tale elemento. Tra questi:
Per un elenco esaustivo dei cibi permessi, quelli a rischio e quelli vietati, consulta la tabella fornita dall’Associazione Italiana Celiachia. In generale se hai dubbi cerca sulla confezione la dicitura “Senza glutine - Adatto ai celiaci”.
Il glutine può essere tollerato da un celiaco entro un limite tanto basso da dover evitare anche la contaminazione, che può avvenire in cucina durante la preparazione dei cibi. È dunque di fondamentale importanza fare attenzione a non contaminare pentolami, mestoli e qualsiasi cosa possa portare all’ingerimento di glutine da parte di un paziente celiaco.
Ma cosa può mangiare un celiaco? Troppe volte si pensa all’alimentazione per celiaci come un regime alimentare fatto solo di rinunce e pietanze poco appetitose. Per la gioia di ogni celiaco, però, oggi ci sono tanti cibi anche naturalmente privi di glutine disponibili in commercio. Un’ampia varietà che permette a chi soffre di tale problema di poter godere di ottimi piatti al pari di quelli tradizionalmente contenenti glutine.
Tanto per fare un esempio, basti pensare al piatto tra i più amati dagli italiani: la pizza. Grazie ad una preparazione specifica e priva di glutine, oggi anche chi soffre di celiachia può gustare un’ottima pizza senza dover rinunciare al gusto.
Su Semprefarmacia.it puoi trovare un’ampia gamma di alimenti per celiaci tra cui scegliere. Di seguito te ne suggeriamo alcuni.