Gli acufeni sono un disturbo che, in Italia, colpisce circa il 10-15% della popolazione. Gli acufeni non sono una malattia, bensì il sintomo di diverse patologie e possono risultare davvero invalidanti per chi ne soffre. Ma l’acufene cos’è?
Gli acufeni, anche detti tinniti, sono dei rumori percepiti in assenza di uno stimolo uditivo esterno. Chi ne soffre, anche in condizione di assoluto silenzio esterno, percepisce dei rumori simili a sibili, fischi, fruscii, ronzii o crepitii, in modo continuo o intermittente. Questi rumori, che possono riguardare un solo orecchio o entrambe le orecchie, possono alterare la qualità della vita fino a causare ansia e depressione nelle persone che soffrono di acufene.
In base alla severità, l’acufene può essere classificato in 5 differenti gradi.
La diagnosi precoce rappresenta l’arma più importante per trattare ed eliminare il problema degli acufeni. Un intervento rapido nella fase acuta, che persiste da meno di tre mesi, può consentire di evitare che il problema si cronicizzi. Se il disturbo persiste da oltre sei mesi, si parla infatti di acufene cronico.
Cosa fare quindi se si percepisce un acufene? Il consiglio è di rivolgersi immediatamente al medico di base. Questi, in base ai sintomi e alla storia clinica, suggerirà al paziente a quale specialista rivolgersi per risolvere il problema. Tra i professionisti in grado di trattare il problema degli acufeni ci sono l’otorinolaringoiatra, l’audiologo e il neurofisiologo.
Gli specialisti, per effettuare la diagnosi di acufene, possono servirsi di esami strumentali in grado di individuare la fonte del problema. Tra questi vi sono l’esame dell’udito e la risonanza magnetica, utili appunto per scoprire la causa dell’acufene. Oltre agli esami strumentali, lo specialista si potrà servire anche di specifici questionari per valutare oggettivamente la severità dell’acufene. Tra i più utilizzati, c’è il THI (Tinnitus Handicap Inventory), in base al quale si classificano gli acufeni nei 5 gradi sopra descritti.
Oltre ai diversi gradi di gravità del problema, è possibile fare una distinzione in base alla tipologia, le possibili cause e i sintomi dell’acufene.
L’acufene oggettivo, molto raro, può essere percepito anche dall’esaminatore e generalmente è provocato da spasmi muscolari, problemi nella circolazione sanguigna o tumori nei pressi dell’orecchio. Il suono percepito in questi casi è di tipo pulsante e ritmico (acufene pulsante), sincronizzato col battito cardiaco o con lo spasmo muscolare.
L’acufene soggettivo, molto più diffuso, viene percepito solo dal paziente. È un suono non reale, prodotto dalla parte del cervello deputata alla percezione dei suoni. Le cause possono essere davvero molto diverse, e, purtroppo, non sempre individuabili con certezza.
Otiti, tappi di cerume o altre patologie a carico dell’orecchio possono generare acufeni. In questo caso, risolvendo la causa si ha anche la remissione dall’acufene.
Chi soffre di ipoacusia o sordità è maggiormente esposto al rischio di acufeni. Ciò è dovuto ad una sorta di meccanismo attuato dalle strutture deputate alla percezione del suono nel cervello, le quali quasi tentano di compensare la mancanza del suono attraverso appunto l’acufene. L’impiego di dispositivi per migliorare l’udito o di impianti cocleari in casi di sordità può, generalmente, portare alla risoluzione del problema.
Capita frequentemente che soffrano di acufeni persone o lavoratori che sono esposti frequentemente a costanti e forti rumori, (operai in fabbrica, tecnici del suono, musicisti). In questi casi è raccomandato utilizzare apposite cuffie protettive antirumore. La casista di questa tipologia di acufeni sta crescendo, purtroppo, anche a cause dell’uso continuo e scorretto di cuffie e auricolari. In questo senso, è importante rispettare sempre i limiti di volume consigliati per non incorrere in problemi di udito e acufeni.
La sindrome di Menière è una patologia cronica dell’orecchio interno, caratterizzata da un accumulo di liquido. Oltre a sintomi come vertigini, perdita dell’equilibrio e ipoacusia, questa sindrome provoca anche acufeni. In questo caso, si parla di acufene neurologico.
Anche i tumori possono provocare acufeni. L’acufene è ad esempio un sintomo tipico del neurinoma, un tumore benigno ma invasivo del nervo acustico.
Problemi muscolo-scheletrici a carico della mandibola, del collo o della cervicale, così come traumi o postura scorretta, possono provocare acufeni. Ad esempio, si parla di acufene cervicale nei casi in cui questo è causato da traumi e infiammazioni del tratto cervicale della colonna vertebrale.
Una volta individuata la causa, il medico potrà prescrivere farmaci per acufeni o integratori per risolvere il problema. Anche se non esistono farmaci specifici per gli acufeni, potranno essere utilizzati tutti quei medicinali il cui fine è di curare la causa riconosciuta di un acufene. Ad esempio, cortisone e antibiotico potranno essere prescritti per guarire da un’otite e di conseguenza risolvere il problema degli acufeni.
Anche gli integratori possono avere un effetto benefico sugli acufeni, in particolari quelli contenenti:
Gli studi fino ad ora effettuati non hanno tuttavia dato una risposta univoca sull’efficacia di questi rimedi, che non danno la medesima risposta in tutti i pazienti. Questi possono risultare infatti efficaci su alcuni tipi di acufeni ma inefficaci su altri.
Come curare l’acufene quando non si riesce a stabilirne l’esatta causa o comunque il problema persiste? In questi casi si può far ricorso a terapie ed esercizi specifici, in grado di ridurre o addirittura eliminare completamente in disturbo.
La terapia cognitivo-comportamentale si avvale di diverse tecniche, che sostanzialmente hanno lo scopo di rilassare il paziente e permettergli di adattarsi al disturbo, rendendolo più sopportabile. È infatti provato che gli acufeni sono correlati a stati psicologici alterati, che possono accentuare il disturbo.
Il modello riabilitativo più utilizzato per gli acufeni è la TRT - Tinnitus Retraining Therapy. Questo tipo di terapia ha lo scopo di abituare la mente del paziente al suono, portandolo a considerarlo uno stimolo neutro e trascurabile.
La terapia del suono fa parte di questa riabilitazione. Grazie a dei dispositivi che generano un rumore scelto in funzioni delle caratteristiche del paziente, si prova a camuffare l’acufene e a renderlo impercettibile al cervello. Molte persone riescono a trarre beneficio da questa terapia, che non comporta alcun rischio particolare e migliora di molto la qualità della vita.