Disturbo saltuario o condizione patologica? Scopriamo di più sul bruciore di stomaco e sui trattamenti da mettere in
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Il bruciore di stomaco, meglio detto pirosi gastrica, si presenta come un fastidioso disturbo che causa un senso di bruciore nella zona retrosternale e si espande verso l’alto fino a raggiungere il collo. Al bruciore è spesso accompagnato un dolore acuto, tanto da essere talvolta confuso con un’angina pectoris o un infarto miocardico. Insieme all’acidità e al dolore, spesso si avvertono sensazioni di pesantezza e gonfiore addominale.
Il bruciore di stomaco, che interessa tantissime persone, è tendenzialmente una condizione non patologica e transitoria dovuta a cause diverse:
Quando la sensazione di bruciore di stomaco non è più occasionale ma diventa un problema frequente e di intensità elevata, allora è possibile che si abbia a che fare con la malattia da reflusso gastroesofageo.
Quando mangiamo, il cibo ingerito passa dall’esofago allo stomaco attraverso una valvola chiamata sfintere gastroesofageo appartenente al cardias. Tale valvola si apre per permettere al cibo di entrare nello stomaco, per poi richiudersi immediatamente.
Talvolta questa valvola funziona in maniera anomala, aprendosi quando non dovrebbe. Così facendo, il materiale acido passa dallo stomaco all’esofago. Questo fenomeno è definito reflusso gastroesofageo (o reflusso gastrico) si verifica in maniera saltuaria in ciascun individuo, senza creare però particolari disturbi a lungo termine.
Quando il reflusso gastroesofageo diventa però frequente, si può parlare di una vera e propria condizione patologica definita malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Il reflusso gastroesofageo può incidere in maniera significativa sulla qualità della vita dell’individuo che ne soffre. Chi ha a che fare con una MRGE, infatti, deve fare i conti con sintomi dall’intensità dolorosa non indifferente. Il bruciore che si avverte all’altezza dello stomaco è molto elevato. Sensazione identica è avvertita dal paziente quando la secrezione acida raggiunge la gola.
Il reflusso gastroesofageo comporta inoltre:
A questi sintomi, definiti tipici, se ne aggiungono altri atipici come:
Sono tante le cause del reflusso gastroesofageo. Tra queste rientrano, sicuramente, quelle precedentemente descritte relativamente al classico bruciore di stomaco. A queste si aggiunge la possibile presenza di un’ernia iatale.
L’ernia iatale si verifica quando una porzione dello stomaco passa dall’addome al torace, attraverso un foro chiamato iato diaframmatico esofageo. Questa disfunzione va a compromettere il funzionamento dello sfintere esofageo inferiore, contribuendo così ad acuire il fenomeno del reflusso gastroesofageo e la relativa sintomatologia. Le ernie iatali sono un fenomeno abbastanza diffuso, che colpisce circa il 15% della popolazione italiana.
Quando si è in presenza di sintomi che possono far pensare ad una malattia da reflusso gastroesofageo, è fondamentale rivolgersi al proprio medico e valutare il percorso terapeutico da seguire. Come già detto, infatti, la MRGE è da considerare una vera e propria patologia e, come tale, può portare complicanze non sottovalutabili.
La MRGE può lesionare la mucosa esofagea e causare un’esofagite e, se non trattata, logorare in maniera severa l’esofago. Le lesioni hanno diversi gradi di gravità, che culminano con la perforazione dell’esofago con cui si manifestano le ulcere.
La complicanza più grave è rappresentata dall’Esofago di Barret. In questo caso, alcune cellule dell’esofago vengono sostituite con altre cellule simili al rivestimento dello stomaco. Questa modifica anomala, se cronicizzata, è da considerarsi come uno stadio precanceroso. Per individuare tale alterazione, è indispensabile un esame endoscopico e una biopsia.
Come già detto, il bruciore di stomaco può inficiare in maniera importante le quotidiane attività di ognuno. Per fortuna, però, esistono dei validi alleati in grado di alleviare in maniera sensibile e anche rapida il problema.
Uno dei rimedi più noti è rappresentato dal bicarbonato di sodio, il quale svolge però un’azione che tende ad esaurirsi in fretta per poi accentuare ancor di più i sintomi di bruciore e dolore. In nostro soccorso arriva però la natura.
Camomilla, melissa, zenzero, curcuma, aloe, finocchio, hanno tutti un'azione protettiva e quindi lenitiva della mucosa gastro-esofagea, utile per contrastare rapidamente il bruciore, il dolore e la sensazione di acidità. L’assunzione di questi rimedi naturali può avvenire sotto forma di infusi e tisane, di tavolette o di gel da sciogliere in bocca.
Con il disturbo che permane e mantiene un’alta intensità, si può poi far ricorso a medicinali come gli antiacidi in grado di eliminare l'acidità nello stomaco. Questi prodotti svolgono un’azione rapida sui sintomi, senza intervenire sui processi che ne sono alla base.
Per bloccare la produzione di acido, si può far invece ricorso agli inibitori della pompa protonica. Oltre a ridurre la secrezione acida, riescono a curare efficacemente le lesioni esofagee causate dal reflusso gastroesofageo. Per favorire invece lo svuotamento dell’esofago e dello stomaco, si può far ricorso ai farmaci procinetici che impediscono il reflusso degli acidi verso l’esofago. Prima di intraprendere una terapia farmacologica, comunque, è vivamente consigliato confrontarsi con il proprio medico.
Come già detto in apertura, uno stile di vita sano rappresenta un importante fattore di prevenzione per il bruciore di stomaco e il reflusso gastroesofageo. Di seguito, alcuni consigli sull’alimentazione e piccoli accorgimenti da mettere in pratica ogni giorno.