Perché cadono i capelli e come si può porre
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
La caduta dei capelli rappresenta una condizione che interessa gran parte della popolazione, con un’incidenza maggiore su quella maschile rispetto a quella femminile. Sono numerose le cause che conducono alla caduta di capelli:
Tutti questi elementi contribuiscono ad una caduta più o meno accentuata dei capelli. Tuttavia, la causa più diffusa della perdita di capelli, come vedremo, è rappresentata dall’alopecia androgenetica.
Prima di parlare di alopecia androgenetica, però, è bene conoscere il ciclo di vita dei nostri capelli. Questo può avere una durata che varia dai 2 ai 6 anni. Ogni follicolo pilifero dunque, nell’arco della propria vita, produce tra i 15 e i 20 capelli. Ciascuno di questi capelli attraversa 3 fasi durante il proprio ciclo di vita:
La caduta del capello (a seconda dell’intensità) si classifica in effluvio e defluvio (clicca qui per scoprire di più) e può verificarsi non solo durante la fase telogen ma anche nella fase di crescita (anagen).
Secondo alcuni studi, l’alopecia androgenetica colpisce circa l’80% della popolazione maschile e il 50% di quella di sesso femminile. Tale condizione non rappresenta una vera e propria patologia. Ciò nonostante, essa può comportare gravi disagi dal punto di vista psicologico in chi ne soffre, andando ad incidere in maniera negativa anche sulle relazioni sociali.
Come già suggerito dal nome composto dalle parole “andro” e “genetica”, questo tipo di alopecia è causata dalla presenza massiccia di ormoni androgeni nell’organismo maschile. Ciò si accompagna ad una predisposizione dei follicoli piliferi, che subiscono i processi involutivi causati da tali ormoni.
Particolarmente rilevante è l’azione svolta dal diidotestosterone, derivato androgeno del testosterone, a causa del quale i capelli perdono sempre più di forza e spessore fino a diradarsi in maniera evidente. Ciò è causato dalla riduzione progressiva della fase di Anagen, in favore di quella Catagen e Telogen.
L’alopecia androgenetica porta ad una sincronizzazione dei cicli di vita dei follicoli piliferi. Per tale motivo, aumentano le probabilità di una caduta cospicua di capelli in maniera molto più omogenea rispetto al solito.
Il diradamento si manifesta in maniera visibile nella zona frontale e sulle tempie, causando la nota stempiatura. In queste zone i capelli si miniaturizzano, fino a diventare una sorta di sottile peluria quasi invisibile ad occhio nudo. Il diradamento dei capelli, in alcuni casi, può essere accompagnato a seborrea, desquamazione e forfora.
Le donne colpite da alopecia androgenetica, come detto, sono in numero inferiore rispetto agli uomini. Tuttavia, secondo alcuni recenti studi, sono circa 4 milioni le italiane che si trovano a fare i conti con questo problema.
Come per l’uomo, anche nelle donne il problema è causato dalla presenza di androgeni e dalla sensibilità dei follicoli piliferi all’azione di tali ormoni. Una delle cause di iperandrogenismo più frequenti nelle donne è rappresentato dalla sindrome dell’ovaio policistico. Ci sono poi enzimi che vanno ad incidere in maniera negativa (5-alfa-reduttasi) o positiva (aromatasi) sul ciclo di vita del capello.
L’aromatasi, in particolare, trasforma gli androgeni in estrogeni (ormoni tipici delle donne); questi prolungano la vita del capello e ne contrastano la caduta. Per tale motivo, l’alopecia andrgonenetica nelle donne si verifica perlopiù all’arrivo della menopausa. La diminuzione degli estrogeni, infatti, priva il capello di un valido alleato.
A differenza degli uomini, per le donne la zona maggiormente colpita è quella che parte dalla fascia immediatamente dietro all’attaccatura dei capelli e si estende al centro della testa. Molto meno frequente, invece, il diradamento dei capelli nelle zone temporali. Rispetto agli uomini, però, la caduta è tendenzialmente meno evidente ed è maggiore il numero di capelli che (seppure miniaturizzati) restano attaccati al capo.
Ciascun individuo perde tra 50 e poco più di 100 capelli al giorno, una quantità minima se rapportata al numero di capelli presenti sullo scalpo (circa 100 mila). Tale perdita è pressoché fisiologica e fa parte del naturale ciclo di ricrescita. A differenza di quanto accade negli animali, in cui la caduta colpisce in maniera omogena l’intero manto, nell’uomo ogni follicolo pilifero ha un proprio ciclo di vita indipendente. È per tale motivo che il costante ricambio di capelli non appare così evidente.
Ci sono periodi dell’anno in cui la perdita dei capelli si fa più accentuata, in particolare nel cambio di stagione in concomitanza della primavera (aprile e maggio) e dell’autunno (ottobre e novembre): si tratta della cosiddetta caduta stagionale dei capelli. Le cause possono essere ricercate in diversi ambiti:
La caduta stagionale rientra, comunque, nel fisiologico processo di ricambio dei capelli. Nei mesi di gennaio e luglio, infatti, si ha un aumento di capelli che entrano nella fase Catagen. Al termine di tale fase (che, come detto, ha una durata pari a circa 3 mesi) si verifica una più evidente caduta.
La caduta stagionale ha quindi una durata limitata, pari a poche settimane. La situazione diventa preoccupante quando, invece, la perdita di capelli non si arresta autonomamente. In questi casi è bene rivolgersi ad un tricologo, insieme al quale sarà opportunamente valutata la situazione ed individuata la terapia da mettere in atto.
Massaggia quotidianamente il cuoio capelluto.
Tutte le mattine, prima dello spazzolamento, prendi la buona abitudine di massaggiare delicatamente il tuo cuoio capelluto. Una pratica corretta, questa, da attuare anche durante lo shampoo. In questo modo, favorisci la micro-circolazione a livello del cuoio capelluto e aiuti la crescita dei capelli più giovani.
Non stressare i capelli.
Legare sempre i capelli con elastici troppo stretti non è una buona idea. Allo stesso modo, evita di spazzolarli in maniera troppo energica o con spazzole non idonee. Cerca di utilizzare pettini e spazzole con setole di origine naturale.
Fai il pieno di vitamine e segui una dieta adatta.
Le vitamine del gruppo B sono un vero e proprio elisir di lunga vita per i capelli, in quanto ne favoriscono la forza e la ricrescita. In particolar modo, fai il pieno di:
Oltre a quelli già citati, scegli di consumare altri cibi che sono amici dei capelli. Tra questi ci sono: i broccoli, le carote, gli ortaggi a foglia verde scuro, il pollo e i pomodori.
Utilizza trattamenti mirati.
Esistono sul mercato diversi prodotti in grado di fornire un contributo importante alla salute del capello: shampoo, balsami, maschere, lozioni. Nei casi più gravi, è opportuno rivolgersi ad un tricologo in grado di individuare il problema e consigliare una terapia da mettere in atto.
Uno dei trattamenti più diffusi in ambito di anticaduta è quello a base di minoxidil, utilizzato per uso topico, che contribuisce a prevenire l’invecchiamento precoce dei bulbi piliferi e a rinforzare il capello.
Di seguito ti suggeriamo alcuni prodotti che potrebbero esserti utili.
Oltre a quelli già citati, un consiglio utile può essere quello di integrare la propria alimentazione con un integratore alimentare in grado di rinforzare i capelli. L’assunzione di tali integratori non arresterà la caduta del capello ma contribuirà sicuramente a rafforzarlo e ad allungarne il ciclo di vita. Di seguito ti suggeriamo alcuni integratori che potrebbero esserti utili.