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Cos'è la colite: sintomi e rimedi

Esistono diversi tipi di colite, che possono avere cause e sintomatologie differenti: in che modo intervenire?

Cos’è la colite

Il termine colite è molto generico ed indica un’infiammazione del colon, ovvero un tratto relativamente breve del nostro intestino crasso. Il colon si suddivide in quattro segmenti:

  • ascendente;
  • traverso;
  • discendente;
  • sigmoide, cioè l’ultimo tratto che si collega al retto.

Le funzioni del colon sono diverse:

  • assorbire acqua e sali minerali;
  • sintetizzare, grazie alla microflora intestinale, molte vitamine liposolubili essenziali all’organismo;
  • produrre gli scarti che vengono poi espulsi come feci.

L’infiammazione di questo tratto di intestino può essere provocata da molteplici cause, determinando diversi tipi di colite.

I diversi tipi di colite

In funzione della durata del disturbo, è possibile distinguere tra colite acuta e colite cronica.

Colite acuta

Si parla di colite acuta quando il disturbo si manifesta improvvisamente. Al dolore addominale possono associarsi diarrea, crampi e febbre. Nella maggior parte dei casi la causa è un’infezione alimentare, (provocata da batteri, virus o parassiti) oppure un’intossicazione alimentare, causata dalle tossine prodotte da alcuni microrganismi all’interno di cibi mal conservati.

Colite cronica

Si parla di colite cronica quando l’infiammazione è persistente, anche se con sintomi meno intensi, e dura da mesi se non addirittura anni. Oltre al dolore addominale si manifestano anche diarrea cronica e perdita di peso.

La colite cronica è di solito provocata da malattie croniche infiammatorie o da una particolare suscettibilità all’irritazione. Tra le forme di colite cronica più diffuse abbiamo la Sindrome del Colon irritabile (o IBS), il Morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa.

Colite spastica o IBS

La colite spastica (o colon irritabile) è caratterizzata da un insieme di sintomi:

  • dolore addominale e crampi;
  • gonfiore e meteorismo;
  • presenza di muco nelle feci;
  • alternanza di diarrea e stipsi.

Tali sintomi, in genere, si manifestano dopo aver mangiato e si attenuano dopo la defecazione. Le principali situazioni che predispongono all’IBS sono l’ipersensibilità viscerale e l’alterazione della permeabilità intestinale.

Colite ulcerosa

La colite ulcerosa è caratterizzata dalla presenza di sangue nelle feci, oltre che dalla diarrea. In questo caso, l’infiammazione e il sanguinamento sono provocati da una risposta anomala del sistema immunitario. Questo, invece di difendere l’organismo dai patogeni, ne attacca i tessuti e nello specifico la mucosa del colon.

Morbo di Crohn

Anche il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria intestinale di natura autoimmune, che però coinvolge spesso anche l’intestino tenue.

Quali sono le cause della colite

Le cause della colite variano a seconda del tipo.  Volendo fare una estrema semplificazione, però, è possibile elencare le principali cause della colite:

  • infezioni e tossinfezioni;
  • malattie autoimmuni;
  • alimenti irritanti e intolleranze alimentari;
  • farmaci;
  • stress e ansia.

Infezioni e tossinfezioni

Queste infiammazioni acute sono provocate da batteri, virus, parassiti o dalle tossine da essi prodotte all’interno degli alimenti.

Malattie autoimmuni

Questo fa riferimento a tutte quelle situazioni in cui è il sistema immunitario a scatenare l’infiammazione del colon (come Rettocolite ulcerosa e Morbo di Crohn). Anche la Celiachia è una malattia autoimmune, che riguarda però l’intestino tenue.

Alimenti irritanti e intolleranze alimentari

La colite può essere scatenata o aggravata da alcuni cibi particolarmente irritanti o da intolleranze. L’esempio più comune è l’intolleranza al lattosio.

Farmaci

Ci sono diversi farmaci che possono scatenare l’infiammazione del colon, direttamente o attraverso l’alterazione della flora intestinale. Tra i più comuni ricordiamo antibiotici, antinfiammatori e chemioterapici.

Stress e ansia

Cervello e intestino condividono diverse molecole, che fungono da neurotrasmettitori. Non c’è quindi da meravigliarsi se periodi di particolare stress e ansia possano scatenare la sindrome dell’intestino irritabile o colite spastica.

Colite: sintomi

I sintomi della colite differiscono in base alla tipologia. I più comuni includono:

  • dolori addominali anche molto forti, spesso accompagnati da crampi;
  • diarrea, in alcuni casi con tracce di sangue;
  • gonfiore, meteorismo e flatulenza;
  • febbre, presente in caso di infezioni;
  • stanchezza, astenia e perdita di peso;
  • alterazione delle abitudini intestinali, quindi stipsi o diarrea o anche entrambe in modo alternato.

Come curare una colite

La cura per la colite dipende dalla tipologia di colite e dalla causa che l’ha scatenata. Di fondamentale importanza è la diagnosi medica. Questa può avvenire attraverso esami semplici come gli esami del sangue, ma anche indagini più approfondite come la colonscopia e la biopsia.

Una volta ottenuta la corretta diagnosi, il medico può avvalersi di diverse tipologie di farmaci e integratori. Un aiuto può sicuramente venire anche dall’alimentazione.

Farmaci per la colite

I principali farmaci utilizzati per la cura della colite sono:

  • antibiotici o antiparassitari per le infezioni, rispettivamente, batteriche e da parassiti;
  • antinfiammatori e immunosoppressori, per le forme croniche di natura autoimmune;
  • antispastici e, in alcuni casi, anche ansiolitici e antidepressivi per l’IBS.

Fermenti lattici per la colite

I probiotici o fermenti lattici possono risultare molto utili nella cura di alcune forme di colite:

  • in caso di cure antibiotiche o infezioni che abbiano alterato la flora intestinale;
  • in caso di IBS per migliorare la funzione barriera della mucosa intestinale.

 

Colite: cosa mangiare e cosa evitare

Anche l’alimentazione può essere un valido aiuto in caso di colite. Tra gli alimenti consigliati troviamo:

cibi facili da digerire, come carni bianche e pesce magro;

yogurt o kefir, ricchi di probiotici;

cibi contenenti fibre solubili, che regolano il transito intestinale, come mele o avena.

Tra gli alimenti da evitare, invece, troviamo:

cibi piccanti, irritanti o grassi, difficili quindi da digerire;

alcol e alimenti nervini, come il caffè;

bevande zuccherate e gassate;

latte e latticini, in caso di intolleranza al lattosio, a meno che non siano delattosati e comunque senza esagerare, dato il contenuto in grassi abbastanza elevato.

È bene ricordare che ogni modifica sostanziale e duratura della propria dieta non va mai fatta in autonomia, ma solo ed esclusivamente sotto la guida di un professionista.

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Valentina Cuomo

Dott.ssa

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