Scopriamo la differenza tra diverticolosi e diverticolite, le cause, lÂ’alimentazione da seguire e le cure per risolvere il
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Spesso si sente parlare di diverticoli, diverticolosi, diverticolite e di relative terapie. In realtà c’è una grandissima confusione, che purtroppo riguarda anche le terapie e l’alimentazione da seguire. Ma cosa sono i diverticoli?
Il diverticolo è come un sacchetto, con un diametro tra i 3 e i 10 mm. Esso si forma generalmente nella mucosa intestinale in seguito allo sfiancamento della parete dell’intestino. Questi si colloca solitamente nella parte discendente del colon, nella zona sinistra del basso ventre.
Le cause della formazione dei diverticoli, così come della loro infiammazione, non sono del tutto chiare. Alla base vi è, con molta probabilità, una predisposizione familiare. A questo però si aggiungono anche dei fattori di rischio da non sottovalutare:
La sintomatologia legata alla comparsa e infiammazione dei diverticoli varia moltissimo a seconda che si parli di diverticolosi o di diverticolite.
Si parla di diverticolosi quando si riscontra la presenza di diverticoli. Questa condizione è diffusa in circa il 10% della popolazione generale, ma la sua incidenza aumenta moltissimo con l’avanzare dell’età. La diverticolosi del sigma non è necessariamente correlata a sintomi. In molti casi, infatti, i diverticoli possono essere rilevati in seguito ad indagini (ad esempio la colonscopia) effettuate per altri motivi.
Come già anticipato, la semplice presenza dei diverticoli raramente presenta una sintomatologia rilevante.
Gli eventuali sintomi sono molto lievi e facilmente sovrapponibili a quelli dati da altre problematiche intestinali. Nei casi di diverticolosi, comunque, nella maggior parte dei casi i sintomi accusati sono:
Quando si scopre di avere dei diverticoli è molto importante cercare di rivedere lo stile di vita. Il consiglio è di eliminare tutte quelle abitudini e caratteristiche che costituiscono un fattore di rischio per la diverticolite. In presenza di diverticolosi, dunque, è consigliabile:
Quando i diverticoli si infiammano, si parla di diverticolite. Tale patologia, a differenza della diverticolosi, è caratterizzata da sintomi evidenti. Se non trattata, la diverticolite può portare a conseguenze anche gravi.
Chiaramente, questo problema interessa solo chi presenta diverticoli. Per tale ragione è fondamentale fare un’adeguata prevenzione per prevenire a monte la formazione di diverticoli intestinali.
Quando i diverticoli si infiammano, causando la diverticolite, i sintomi diventano molto più importanti ed evidenti:
Una diverticolite in fase acuta, se non trattata rapidamente, può condurre ad un’infezione e ad un ascesso con la formazione di pus. Nei casi più gravi, si può arrivare alla perforazione della parete dell’intestino e conseguente peritonite. Gli esiti cicatriziali possono inoltre determinare un’ostruzione intestinale (riducendo la motilità intestinale) o la formazione di una fistola, ovvero una comunicazione con altri organi che a loro volta possono infettarsi.
Secondo alcuni studi, esisterebbe anche un nesso tra diverticolite e tumore al colon. Secondo questi studi, infatti, soffrire di diverticolite aumenterebbe il rischio di sviluppare questo tipo di tumore. Al contrario, non sarebbe stata provata la correlazione tra il tumore e la semplice presenza dei diverticoli.
Nei casi di diverticolite acuta, è necessario intervenire con una terapia farmacologica a base di antinfiammatori ed antibiotici a rilascio intestinale. In questi casi, oltre ai farmaci, il paziente deve evitare di ingerire cibi soliti. Nella fase acuta del problema, infatti, è necessario seguire una dieta liquida o semiliquida per il tempo necessario affinché l’intestino torni alla normalità.
Quando la diverticolite comporta complicazioni rilevanti (ascesso, fistola, peritonite, stenosi), può rendersi necessario il ricorso all’intervento chirurgico.
Superata la fase acuta, può essere importante mettere in atto alcuni accorgimenti per prevenire la possibile ricomparsa del problema. Su espressa indicazione del medico, potrebbe ad esempio essere necessaria una terapia preventiva a base di antinfiammatori specifici (mesalazina) e antibiotici a rilascio intestinale (rifaximina).
Solo in casi gravi, infine, si rende necessaria la resezione chirurgica del tratto di intestino interessato da frequenti attacchi di diverticolite.
In presenza di diverticoli infiammati, diventa molto importante seguire un regime alimentare sano e basato sull’inclusione o esclusione di alcuni alimenti specifici.
Il primo obiettivo di una dieta per diverticoli infiammati è di prevenire o contrastare la stipsi, evitando che le feci possano determinare l’infiammazione appunto dei diverticoli. Per tale motivo, è importante assicurarsi di bere molta acqua ed includere alimenti ricchi di fibre (sia solubili che insolubili).
L’apporto di fibre per tenere pulito l’intestino ed evitare la diverticolite, è molto importante. Purtroppo spesso capita però che chi sa di avere i diverticoli limiti di molto il consumo di frutta contenente semi (come kiwi, fragole, uva o pomodori).
Secondo una vecchia ed errata convinzione, infatti, i semi andrebbero a depositarsi nei diverticoli causandone l’infiammazione. Peccato però che non ci sia alcuna prova scientifica a riguardo. Questa precauzione, oltre ad aumentare lo stress, diventa dunque controproducente in quanto riduce inutilmente l’apporto di fibre all’intestino.
Dunque via libera a verdura, frutta e cereali integrali nella propria alimentazione. Per migliorare l’apporto di fibre, inoltre, è possibile ricorrere ad integratori a base di Psyllium, glucomannano o crusca. Di grande aiuto per combattere la stipsi possono essere anche i fermenti lattici specifici per diverticolite, meglio ancora se associati a fibre prebiotiche come l’inulina.
Cosa non mangiare con i diverticoli, invece? Chi soffre di diverticoli deve ridurre il consumo di carne rossa, insaccati, cibi molto grassi, spezie irritanti e tutto ciò che normalmente può generare infiammazione dell’intestino.