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Helicobacter Pylori: sintomi, come si prende e cura

Come si riconosce, quali sono le vie di contagio e i rimedi per sconfiggere il batterio dello stomaco

Helicobacter Pylori: cos'è

L’Helicobacter Pylori è un batterio la cui forma ricorda un’elica, in grado di colonizzare e vivere nella mucosa dello stomaco umano. Il suo nome deriva proprio dalla zona che predilige, il piloro, e dalla sua forma a elica.

La sua scoperta, negli anni ’80, è valsa il Premio Nobel ai ricercatori australiani Robin Warren e Barry Marshall. I due scienziati, infatti, dimostrarono che questo batterio era la causa della gastrite e dell’ulcera, ribaltando la convinzione che l’ambiente acido dello stomaco fosse inattaccabile.

L’Helicobacter Pylori è un vero campione di sopravvivenza: per vivere nell’ambiente ostile dello stomaco, produce un enzima, l’ureasi, che neutralizza l'acidità circostante. Inoltre, grazie alla sua forma a elica, penetra nella mucosa gastrica, ancorandosi in un punto meno acido. Questo batterio è altamente diffuso nella popolazione mondiale, sebbene in molti casi l'infezione rimanga asintomatica.

Helicobacter Pylori: come si prende e si trasmette

L’Helicobacter Pylori è un batterio contagioso che si trasmette principalmente da persona a persona. Le vie di trasmissione più comuni sono legate al contatto con fluidi o alimenti contaminati. Sebbene possa essere isolato nelle feci e nella saliva, e sopravviva anche su oggetti, la trasmissione avviene per lo più in ambito familiare, specialmente durante l'infanzia.

Le vie di trasmissione principali sono:

  • via oro-orale, avviene tramite il contatto con la saliva o il vomito di una persona infetta, ad esempio con baci o la condivisione di posate, bicchieri o spazzolini da denti;
  • via feco-orale, avviene per ingestione di acqua o alimenti contaminati da feci di persone infette, in particolare in contesti con scarse condizioni igienico-sanitarie.

Sebbene l'infezione tenda a diffondersi più facilmente in contesti di scarsa igiene, la trasmissione può avvenire anche in conseguenza di specifiche mansioni lavorative. Il personale sanitario, come i gastroenterologi e gli infermieri a contatto con pazienti infetti, può essere più a rischio.

Helicobacter Pylori e rapporti sessuali: i rischi

Nonostante non sia classificata come malattia sessualmente trasmissibile, la possibilità che l'Helicobacter Pylori possa essere trasmesso anche durante i rapporti sessuali non è esclusa.

La trasmissione avviene principalmente attraverso il contatto con fluidi corporei infetti. La via oro-fecale o oro-genitale, in particolare, può rappresentare un veicolo di contagio in caso di scarse condizioni igieniche.

È bene sottolineare, però, che la trasmissione sessuale è considerata una via meno comune rispetto alle altre modalità di contagio, come quelle in ambito familiare o attraverso cibi e acqua contaminati.

Helicobacter Pylori: sintomi

L'infezione da Helicobacter Pylori può essere completamente asintomatica per anni. Molte persone, infatti, sono portatrici del batterio senza che se ne accorgano. Quando l'infezione si manifesta, dà principalmente sintomi di tipo gastrointestinale (come gastrite e ulcera) ed è considerata un fattore di rischio per il cancro allo stomaco. Vediamo i sintomi più ricorrenti nei vari distretti del corpo.

Helicobacter Pylori: sintomi lingua e gola

Sebbene i sintomi più noti dell'infezione da Helicobacter Pylori siano di natura gastrointestinale, il batterio può causare anche manifestazioni a livello del cavo orale e della gola. Questi sintomi sono spesso provocati da un'aumentata acidità o da un reflusso acido che irrita la mucosa. Tra i sintomi più comuni, troviamo:

  • alitosi persistente, con l’odore sgradevole proveniente dall'alito che può essere un segnale di una digestione compromessa o della presenza del batterio stesso;
  • patina bianca sulla lingua, problema spesso correlato a problemi digestivi e che può essere un indizio di squilibri a livello gastrico;
  • bruciore alla gola o un sapore amaro in gola, che possono essere causati dal reflusso acido che risale dallo stomaco;
  • afte ricorrenti, provocate dall'infiammazione cronica dello stomaco.

Helicobacter Pylori: sintomi intestinali

I sintomi a carico dell'apparato gastrointestinale sono quelli prevalenti in caso di infezione da Helicobacter Pylori e possono compromettere seriamente la qualità della vita.

Tra le manifestazioni più comuni a livello gastrico troviamo:

  • bruciore allo stomaco, che tende a manifestarsi quando si è a digiuno, in particolare durante la notte;
  • gonfiore e senso di sazietà precoce, che si avverte anche dopo aver mangiato piccole quantità di cibo;
  • nausea e difficoltà digestive.

L'infezione può però influenzare anche il tratto intestinale, causando:

  • irregolarità intestinale, con un’alternanza tra diarrea e stipsi;
  • dolore addominale, che non sempre è legato allo stomaco;
  • feci nere, un segnale di allarme che richiede immediata attenzione medica, in quanto può indicare un'emorragia interna causata da un'ulcera gastrica o duodenale.

h3 Helicobacter Pylori: sintomi sulla pelle

L'Helicobacter Pylori, sebbene sia un batterio che colonizza lo stomaco, può scatenare manifestazioni che vanno oltre l'apparato digerente. In caso di infezione cronica, la risposta del sistema immunitario può innescare uno stato infiammatorio a livello sistemico, con ripercussioni sulla salute della pelle.

Questo può peggiorare o scatenare patologie cutanee preesistenti, come l'orticaria cronica e la rosacea, e in alcuni casi anche la dermatite seborroica. Questo legame tra il batterio e la salute della pelle rende fondamentale, in presenza di queste patologie, un'attenta valutazione medica che possa escludere o confermare l'infezione da Helicobacter.

Helicobacter Pylori: sintomi dolori articolari

Sebbene il legame diretto tra il batterio e i dolori articolari non sia ancora completamente chiaro e sia oggetto di studi, è possibile che l'infiammazione cronica innescata dall'infezione influenzi anche la salute delle articolazioni. Pertanto, in presenza di dolori articolari di origine inspiegabile, è importante che il medico valuti anche la possibile presenza di un'infezione da Helicobacter.

Come avviene la diagnosi

Quando si sospetta un'infezione da Helicobacter Pylori, la diagnosi può essere confermata attraverso diversi esami, alcuni dei quali non invasivi. Il medico sceglierà il test più appropriato in base ai sintomi e al quadro clinico del paziente.

Il Breath Test all’urea è un esame non invasivo e molto affidabile. Al paziente viene somministrata una soluzione di urea marcata; se il batterio è presente, lo metabolizza rilasciando anidride carbonica marcata, che viene rilevata nel respiro dopo circa 20-30 minuti. Questo test è particolarmente utile per confermare l'eradicazione del batterio dopo la terapia. È importante non aver assunto antibiotici o inibitori di pompa protonica prima di effettuarlo, per non alterare il risultato.

Un'altra opzione non invasiva è l'analisi delle feci, che ricerca la presenza di antigeni specifici del batterio. È un metodo semplice e rapido per la diagnosi.

L'esame più accurato è la gastroscopia con biopsia, considerata il gold standard diagnostico. Sebbene sia un esame invasivo, permette di visualizzare direttamente la mucosa dello stomaco e di prelevarne piccoli campioni (biopsie) per l'analisi in laboratorio. Questo metodo è spesso impiegato per diagnosticare non solo la presenza del batterio, ma anche eventuali danni alla mucosa come gastrite o ulcere.

Helicobacter Pylori: cura

La terapia per eradicare l'infezione da Helicobacter Pylori si basa su un approccio combinato e mirato, noto come terapia di eradicazione.

La cura standard prevede la somministrazione contemporanea di due o più antibiotici per un periodo che varia dai 7 ai 14 giorni. Questi farmaci hanno il compito di attaccare e distruggere il batterio. In associazione agli antibiotici, vengono prescritti anche gli inibitori di pompa protonica (IPP). Questi farmaci riducono drasticamente l'acidità dello stomaco, un passaggio cruciale che rende l'ambiente gastrico meno ospitale per l'Helicobacter e, al tempo stesso, migliora l'efficacia degli antibiotici.

È fondamentale seguire scrupolosamente la terapia prescritta dal medico e non interromperla, anche se i sintomi migliorano. Un trattamento incompleto può favorire lo sviluppo di resistenze antibiotiche, rendendo più difficile e complessa l'eradicazione del batterio in futuro. Ovviamente, ogni caso è a sé e la terapia viene gestita in modo personalizzato dal medico curante.

Helicobacter Pylori: cosa mangiare

Sebbene l'alimentazione non sostituisca la terapia farmacologica, un'attenta gestione della dieta è fondamentale per supportare la cura e aiutare a contenere i sintomi dell'infezione.

Per alleviare il bruciore e l'irritazione gastrica, è consigliabile evitare tutti quei cibi e bevande che possono irritare ulteriormente la mucosa dello stomaco. Questi includono:

  • alimenti acidi;
  • cibi piccanti;
  • cibi fritti;
  • alcolici;
  • caffè;
  • bevande gassate.

Al contrario, è bene prediligere cibi facilmente digeribili e che favoriscano il benessere intestinale. La dieta dovrebbe includere:

  • cereali integrali;
  • carni magre;
  • frutta e verdura fresche.

Un ruolo particolarmente importante lo giocano gli alimenti ricchi di probiotici, come yogurt e kefir, che aiutano a riequilibrare la flora batterica intestinale, spesso alterata dall'uso di antibiotici.

Quando l'Helicobacter Pylori è pericoloso

Quando l'infezione da Helicobacter Pylori dura da tempo e non viene trattata, le conseguenze possono diventare pericolose per la salute. L'azione del batterio, infatti, provoca un'infiammazione cronica della mucosa gastrica che, a lungo andare, può portare a seri problemi.

Le possibili complicazioni dell'infezione non trattata includono:

  • gastrite cronica, un'infiammazione persistente della parete dello stomaco che, se trascurata, può evolvere in condizioni più gravi;
  • ulcera gastrica o duodenale, causata dall'infiammazione cronica e che può diventare sanguinante, con il rischio di emorragia.
  • tumori gastrici, come l'adenocarcinoma e il linfoma MALT, poiché l'infiammazione cronica crea un ambiente favorevole alla proliferazione incontrollata delle cellule.

FAQ: domande frequenti sull'Helicobacter Pylori

Qui rispondiamo ad alcune delle domande più comuni sull'infezione da Helicobacter Pylori.

L’Helicobacter Pylori è contagioso?

Sì, l’Helicobacter Pylori è contagioso e si trasmette principalmente da persona a persona. Le vie più comuni sono il contatto orale (tramite saliva o vomito), o per via feco-orale, attraverso cibi o acqua contaminati. La trasmissione avviene spesso in ambito familiare, specialmente durante l'infanzia.

Dall’Helicobacter Pylori si guarisce?

Sì, l’Helicobacter Pylori è un’infezione curabile. La terapia standard di eradicazione, prescritta dal medico, ha un alto tasso di successo. La cura si basa sulla somministrazione combinata di antibiotici e farmaci per ridurre l'acidità dello stomaco.

L’Helicobacter Pylori può scomparire da solo?

No, è molto raro che l’Helicobacter Pylori scompaia spontaneamente. Una volta che il batterio ha colonizzato la mucosa dello stomaco, l'infezione tende a diventare cronica se non trattata. La sua eradicazione richiede una terapia farmacologica specifica.

L’Helicobacter Pylori è pericoloso?

Sì, l'infezione può essere pericolosa se non trattata. Anche se in molti casi è asintomatica, la sua presenza cronica può causare gastrite, ulcera gastrica o duodenale e, in rari casi, aumenta il rischio di sviluppare tumori gastrici come l'adenocarcinoma e il linfoma MALT.

Come si cura l’Helicobacter Pylori?

La cura si basa su una terapia farmacologica combinata, prescritta dal medico. Generalmente, si usano due o più antibiotici in associazione con un inibitore di pompa protonica (IPP) per un periodo di 7-14 giorni. È fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni del medico.

Qual è il miglior probiotico per l’Helicobacter Pylori?

I probiotici non curano l'infezione da soli, ma sono un valido supporto. Ceppi come il Lactobacillus e il Bifidobacterium possono essere utili per ridurre gli effetti collaterali della terapia antibiotica e per aiutare a ripristinare l'equilibrio della flora intestinale. Consultare il proprio medico o farmacista per il probiotico più adatto.

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Valentina Cuomo

Dott.ssa

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