Anomalie nel sistema di ritorno del sangue, vene varicose, calze a compressione e chirurgia vascolare: tutto quello che c’è da sapere sulla
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Anomalie nel sistema di ritorno del sangue, vene varicose, calze a compressione e chirurgia vascolare: tutto quello che c’è da sapere sulla IVC
L’insufficienza venosa è un disturbo che generalmente riguarda gli arti inferiori e consiste nella difficoltà del sangue di fare ritorno al cuore. L’insufficienza venosa cronica (o IVC) è un problema di salute che presenta diversi stadi di gravità. Nel complesso delle sue forme, interessa in Italia fino al 50% degli adulti. Il rischio di insorgenza aumenta all’avanzare dell’età e con un rapporto di tre a uno tra donne e uomini.
Il sangue venoso è il sangue carico di anidride carbonica che deve tornare verso il cuore e ha contro di sé la forza di gravità. I meccanismi che permettono il ritorno venoso sono:
Perché il sangue venoso ritorni in modo efficiente, è molto importante che il tono delle vene sia buono. In questo modo, queste riescono a opporsi alla pressione e favorire la risalita del flusso sanguigno.
Nell’insufficienza venosa definita primaria, i meccanismi di risalita del sangue sono alterati. Le cause non sono note, tuttavia esistono dei fattori di rischio:
Esiste poi un’insufficienza venosa secondaria, detta anche sindrome post trombosi. È chiamata così perché si manifesta a causa dei danni provocati da una trombosi venosa profonda.
L’insufficienza venosa cronica è una patologia a carattere progressivo. In funzione della gravità, questa presenta diversi stadi. Gli stadi della IVC vanno da 0 (in cui non ci sono segni evidenti) fino a 6 (in cui sono presenti ulcere).
Nelle fasi iniziali della patologia, i principali sintomi a cui fare attenzione sono:
sensazione di gambe pesanti e gonfie;
prurito;
crampi o dolore alle gambe durante la notte.
Con l’avanzare dell’insufficienza venosa, si possono manifestare:
La diagnosi dell’IVC si basa in prima battuta sull’analisi clinica dei sintomi. Successivamente, uno dei principali esami di indagine è rappresentato dall’ecocolordoppler. Questo permette di individuare, anche nelle fasi precoci, la presenza di un problema alle valvole delle vene o di una trombosi venosa profonda.
L’ecocolordoppler dà la possibilità di avere immagini ad alta definizione delle vene, abbinando l’ecografia all’effetto Doppler. Per il paziente, comunque, l’esame viene eseguito come una semplice ecografia.
La cura dell’IVC prevede, nei primi stadi, un approccio di tipo conservativo: impiego di calze a compressione graduata, integratori e farmaci che rinforzano le pareti vascolari. Solo successivamente, nei casi più gravi, si procede con strumenti invasivi come la chirurgia vascolare. Vediamo nello specifico tutti i rimedi per l’insufficienza venosa.
Le calze per l’insufficienza venosa sono calze a compressione graduata. Cosa significa? La compressione di queste calze è massima al livello della caviglia, per poi diminuire gradualmente al ginocchio e alla coscia. Il loro impiego permette alle pareti venose di mantenere il proprio tono e favorire il ritorno del sangue.
Le calze a compressione graduata possono essere di due tipi:
Le calze preventive, come intuibile, hanno lo scopo di prevenire problemi circolatori. La pressione che esercitano sulla gamba va da un minimo di 8 mmHg ad un massimo di 21 mmHg nel punto di massima compressione. È possibile trovarle in diversi formati: gambaletti, collant e autoreggenti.
Le calze terapeutiche, dette anche calze anti-trombo, vengono prescritte dal medico in caso di patologie venose per evitare il peggioramento del problema. Possono essere impiegate anche in seguito ad interventi chirurgici. La loro funzione è quella di evitare la stasi venosa e la formazione di trombi, conseguenti all’immobilità.
Queste calze esercitano una compressione che può arrivare anche a 40mmHG. Si dividono in classi che vanno da 1 a 4, anche se quelle più prescritte sono le classi 1 e 2 (indicate con la sigla CCL1 e CCL2). Le calze terapeutiche possono essere collant o mono collant, a punta aperta o chiusa.
Ogni marchio ha le proprie caratteristiche e le proprie tabelle per la scelta della taglia delle calze elastiche. Nel caso delle calze anti-trombo, l’individuazione della taglia si basa spesso sulla la misurazione di circonferenza caviglia, ginocchio, coscia e lunghezza della gamba. Per tale motivo, è importante attenersi scrupolosamente alla prescrizione del medico o farsi supportare dal farmacista.
Per il trattamento di stadi non gravi dell’IVC, si può ricorrere ad integratori a base di piante come: Centella, Ippocastano, Rusco, Vite Rossa, Meliloto e Mirtillo nero. Gli estratti di queste piante hanno proprietà capillaroprotettrici, flebotoniche, antiedemigene e antiossidanti. La loro azione, quindi, è quella di rinforzare le pareti vasali e ridurre infiammazione e gonfiore.
È possibile ricorrere anche a farmaci e integratori che contengono gli attivi purificati, anziché l’estratto della pianta. Tra i più comunemente impiegati ci sono: flavonoidi di varia natura, diosmina, rutina, esperidina, cumarina, bromelina ed escina.
Per i capillari superficiali, le teleangectasie o per vene molto piccole, può essere impiegata la scleroterapia. Questa consiste nell’iniezione di una sostanza, definita sclerosante, che provoca la fibrosi e l’occlusione di questi piccoli vasi, che poi vengono riassorbiti.
Il ricorso alla chirurgia avviene quando il problema è in fase più avanzata. Ad esempio, questa si può rendere necessaria per trattare ed eliminare le vene varicose. Dopo questo tipo di interventi, è importante seguire le strategie conservative indicate dal medico per evitare recidive.
In caso di vene varicose importanti, poi, si ricorre a diverse tecniche chiurgiche per la loro eliminazione. La più conosciuta è forse lo stripping, ovvero lo sfilamento della vena interessata attraverso piccole incisioni. Esistono anche molte altre metodiche, che sarà il medico a scegliere caso per caso, come il laser o la radiofrequenza.