Fattori di rischio, sintomi, diagnosi e cure del melanoma della
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Il melanoma è un tumore della pelle, che origina dall’anomala proliferazione dei melanociti. I melanociti sono le cellule presenti nello strato superficiale della nostra pelle (l’epidermide), deputati alla produzione della melanina. La melanina è la sostanza colorata che conferisce il colorito alla pelle e che serve a proteggerla dalle scottature.
Anche i nei (o nevi) sono formati dall’accumulo di melanociti in una zona, ma non sono tumori e non danno alcun problema di salute. Questi vanno però tenuti sotto controllo, perché il melanoma può svilupparsi da un neo preesistente oppure originare da cute sana. Ogni variazione anomala di un neo o ogni nuova formazione cutanea, quindi, deve destare sospetto e va attentamente monitorata.
La proliferazione anormale dei melanociti è causata da un danno al DNA di queste cellule, derivante per la maggior parte da un’eccessiva esposizione ai raggi UVA e UVB. Un pericoloso fattore di rischio è rappresentato dall’esposizione in età pediatrica, perché la pelle dei bambini è più delicata e più soggetta quindi alle scottature. Ciò può innescare il lungo processo di trasformazione tumorale, che poi si manifesterà in età adulta.
Ci sono poi altri fattori che aumentano il rischio di sviluppare un melanoma:
Esistono diverse forme di melanoma, per fortuna non tutte aggressive allo stesso modo:
Il melanoma nodulare è il più pericoloso dei quattro. Questo tipo di melanoma tende a crescere in profondità ed è più aggressivo. Il suo aspetto è cupolare e il colore varia dal blu al rosa/rosso.
Il melanoma a diffusione superficiale invece è più lento nell’invadere i tessuti sottostanti e si presenta come una macchia piatta o lievemente in rilievo, con bordi e colore irregolari.
La lentigo maligna è un tipo di melanoma che si sviluppa a partire da un neo o da una macchia solare preesistente. Generalmente colpisce i soggetti anziani, che si espongono in modo cronico al sole. Questo tipo di melanoma ha l’aspetto di una macchia piatta e grande, di colore molto variabile.
Il melanoma acrale, infine, ha l’aspetto di una macchia o di un livido. Esso si sviluppa sui palmi delle mani, sui palmi dei piedi o sotto le unghie.
Lo stadio di un melanoma identifica l’evoluzione del tumore. Lo stadio 0 corrisponde al melanoma “in situ” (dal latino “in luogo”), che riguarda solo l’epidermide. Con l’avanzare della diffusione, dell’interessamento di linfonodi o di altri organi interni, si ha una classificazione che va dal primo al quarto stadio.
Quando il melanoma si trova nello stadio 0, vuol dire che il tumore è confinato allo strato superiore della pelle. In questo stadio, le cellule tumorali non sono penetrate in profondità e non hanno generato metastasi.
Il melanoma allo stadio I presenta uno spessore che non supera i 2mm, in cui non c’è evidenza di diffusione di metastasi negli strati più profondi della pelle. In questo caso, non è certa la presenza di lacerazioni del tessuto interessato dal tumore.
Lo stadio II del melanoma è evidenziato da uno spessore maggiore rispetto allo stadio precedente e, a differenza dello stadio I, la presenza di lacerazione dei tessuti è evidente. Anche in questo stadio, invece, non c’è evidenza di diffusione di metastasi.
Nello stadio III del melanoma, nonostante non ci sia l’evidenza di diffusione del tumore, è accertato il coinvolgimento dei linfonodi (oltre alla lacerazione dei tessuti).
Lo stadio IV del melanoma è quello più avanzato e che può portare alle conseguenze più gravi. Se non trattato con tempestività, il melanoma che giunge allo stadio IV abbandona la collocazione originaria e arriva ad interessare altre parti del corpo. In questo stadio, le metastasi possono coinvolgere anche organi vitali (polmoni, cervello, ossa).
È chiaro che l’identificazione di un melanoma spetta alla competenza e professionalità di un dermatologo. Quello che noi però possiamo fare, per favorire una diagnosi precoce, è imparare a carpire i segnali che possono far scattare un campanello d’allarme.
In questo senso è fondamentale l’auto-osservazione dei nei, per tenere sotto controllo la comparsa di eventuali segnali di pericolo. Per farlo in maniera semplice, possiamo far ricorso al metodo ABCDE. Nel metodo ABCDE ogni lettera è l’iniziale di una caratteristica tipica dei melanomi, da tenere quindi sotto controllo:
Asimmetria
I nei benigni tendono ad avere forme tondeggianti, mentre i melanomi sono generalmente irregolari.
Bordi
I bordi dei nei devono essere ben delineati e regolari. Bordi irregolari e frastagliati sono, invece, un segnale preoccupante.
Colore variabile
Un neo normale ha un colorito marroncino. Un melanoma può avere diversi colori: rosa, rosso, blu, grigio. Inoltre, in alcuni casi, la colorazione può essere disomogenea.
Dimensioni
Dimensioni superiori ai 5-6 millimetri, in un neo, sono da tenere sotto controllo. Inoltre è importante notare repentini aumenti delle dimensioni, sia in larghezza che in spessore.
Evoluzione
È importante controllare periodicamente che non vi siano variazioni di tutte le precedenti caratteristiche.
Altri sintomi da considerare, che riguardano i nei, sono:
La diagnosi del melanoma deve essere effettuata dal dermatologo. Questi, oltre ad avvalersi dell’osservazione della lesione, può utilizzare il nevoscopio ad epiluminescenza. Tale strumento permette al dermatologo di ingrandire ed illuminare la pelle, in modo da permettere di osservare caratteristiche non visibili ad occhio nudo. In base a questa osservazione, il dermatologo può decidere per due diverse soluzioni:
Se il neo entra nella mappatura, verrà ricontrollato ad intervalli regolari per verificare l’eventuale insorgere di segnali di pericolo. Nel caso in cui il dermatologo sospetti un melanoma, invece, egli potrà procedere all’asportazione (totale o parziale) del neo. A questo farà seguito una biopsia per stabilire la tipologia e lo stadio del melanoma.
La strategia di cura per affrontare il melanoma varia in funzione di tipologia e stadio. In generale la prognosi è buona quando:
In questo caso, per risolvere il problema, è sufficiente l’asportazione chirurgica del melanoma ed un percorso di controlli cadenzati da concordare col dermatologo.
Nei casi in cui il melanoma sia in stadio avanzato, sarà necessario il ricorso ad una chemioterapia isolata però alle sole regioni interessate. Ciò è possibile grazie a specifiche tecniche:
Le ultime due tecniche sono quelle più recenti e che stanno dando risultati positivi incoraggianti. La terapia mirata consiste nell’impiego di farmaci che attaccano in modo mirato, appunto, solo le cellule cancerose. L’immunoterapia si avvale invece di farmaci che annientano i meccanismi che le cellule tumorali utilizzano per proteggersi dal sistema immunitario. In talo modo, queste vengono rese vulnerabili e quindi eliminabili da parte delle nostre stesse difese immunitarie.
Una domanda che molti si pongono, però, è se si può morire di melanoma. La risposta purtroppo è sì, se non si interviene in maniera tempestiva sul problema. Tuttavia, grazie al progresso scientifico, il melanoma oggi fa meno paura rispetto al passato. In Italia, infatti, la percentuale delle persone che riescono a superare casi di melanoma è pari all’87%. Un paziente su due sopravvive anche con diagnosi di malattia in stadio avanzato (fonte: AIOM).
Nonostante le nuove cure a disposizione, il melanoma resta un tumore temibile e la più grande arma a nostra disposizione resta la prevenzione, che passa attraverso tre step fondamentali:
Già detto del primo punto, le visite mediche rappresentano un aspetto fondamentale soprattutto se si è soggetti a rischio o comunque ogni qualvolta si notano repentini cambiamenti dei nei preesistenti o la formazione di nuove lesioni cutanee.
Detto ciò, la forma imprescindibile di prevenzione è rappresentata da una corretta esposizione della pelle ai raggi UV. Per non incorrere nel rischio di una sovraesposizione che può mettere a rischio la nostra salute (non solo della pelle), è sufficiente seguire poche semplici regole:
L’Spf (Sun Protection Factor) indica la capacità di un prodotto di proteggere la pelle dai raggi UV ed è indicata sulla confezione dei prodotti di protezione solare. Nel momento in cui si sceglie una protezione solare, è bene tenere presente il proprio fototipo e scegliere un prodotto con un fattore di protezione adatto. In linea generale, è consigliato utilizzare:
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