L’occhio secco può rappresentare un problema non di poco conto: scopriamo le cause e i rimedi
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
L’occhio secco può rappresentare un problema non di poco conto: scopriamo le cause e i rimedi utili
La secchezza oculare è una condizione molto comune, che si può verificare quando:
Le lacrime formano nel nostro occhio un vero e proprio strato protettivo, definito film lacrimale. Il film lacrimale svolge diverse importanti funzioni:
Oltre ad avere un’adeguata produzione di lacrime in termini di quantità, è importante anche che il film lacrimale abbia la giusta composizione. Questo, infatti, si compone in tre strati:
Lo strato mucinico è il più profondo e sottile, prodotto dalle cellule della congiuntiva. Questo strato, formato da proteine, permette la distribuzione uniforme degli strati successivi e protegge l’occhio dai batteri.
Lo strato acquoso rappresenta lo stato intermedio e, tra i tre strati, è quello che ha lo spessore maggiore (circa 7 micron). Questo strato è formato dalle ghiandole lacrimali principali. Esso è costituito da una soluzione di acqua con zuccheri, sali e proteine. Lo stato acquoso ha la funzione di mantenere pulita la superficie dell’occhio, allontanando le particelle esterne.
Lo strato lipidico, infine, è lo stato più esterno del film lacrimale. Prodotto dalle ghiandole di Meibomio, è composto essenzialmente da grassi. Oltre a favorire lo scorrimento delle palpebre, fa da barriera all’evaporazione dello stato acquoso.
La secchezza oculare può essere provocata da una molteplicità di cause. Queste possono essere correlate a patologie, ambiente o abitudini. Tra le cause più comuni di occhio secco troviamo:
Quando la secchezza oculare è prolungata nel tempo, tanto da essere considerata cronica, si parla di sindrome dell’occhio secco (o cheratocongiuntivite secca). In questi casi, si possono verificare infiammazioni e danni alla superficie dell’occhio.
In base alla problematica riscontrata nel film lacrimale, la sindrome dell’occhio secco può essere correlata a tre diverse tipologie:
I sintomi dell’occhio secco, a seconda dell’intensità e della durata del problema, possono comportare da un lieve fastidio fino ad un grave disagio. Tra i sintomi più comuni ci sono:
Per la diagnosi della secchezza oculare o della sindrome dell’occhio secco, per prima cosa, l’oculista valuta ed analizza i sintomi e i fastidi descritti dal paziente. In seconda battuta può avvalersi di test specifici, che aiutano a comprendere quantità e stabilità del film lacrimale.
Uno di questi è il test di Schirmer. Questo esame misura la quantità di lacrime prodotte in un determinato intervallo di tempo, mediante una striscia di carta posta sulla rima palpebrale.
Un altro esame diagnostico è rappresentato dal break up time test (o tempo di rottura del film lacrimale). Questo test misura il tempo impiegato dal film lacrimale per rompersi, rivelando così un punto di essiccamento. Viene effettuato invitando il paziente a non sbattere le palpebre, mentre fissa una luce con filtro blu. Se il tempo di rottura è inferiore a 10 secondi, il film è ritenuto instabile in quanto evapora troppo velocemente.
La secchezza oculare può essere contrastata, restituendo confort e benessere all’occhio, attraverso un approccio che tenga conto anche delle cause e dei fattori scatenanti:
Per salvaguardare la salute dell’occhio, è importante evitare tutte quelle abitudini che scatenano o peggiorano la secchezza oculare. Tra le cose da fare, quindi, troviamo:
ridurre il tempo di esposizione a schermi e supporti digitali;
utilizzare umidificatori per rendere meno secchi gli ambienti;
indossare occhiali protettivi, quando si è all’aperto, per proteggere gli occhi da vento, sole e polvere.
Nei casi in cui sia necessario ridurre l’infiammazione, possono essere prescritti farmaci antinfiammatori (anche in forma di collirio). Anche integratori di omega-3 ed altri attivi utili per il trofismo cellulare, possono aiutare a migliorare la qualità delle lacrime.
Per migliorare la quantità e la qualità del film lacrimale, è possibile utilizzare colliri lubrificanti (a volte chiamati anche lacrime artificiali). Quando la situazione è molto grave, l’oculista può anche applicare dei tappi lacrimali. Questi servono ad evitare che le lacrime prodotte escano dall’occhio, attraverso il dotto lacrimale.
Il collirio lubrificante va scelto in base alla tipologia di deficit (acquoso, lipidico o misto) e della gravità della condizione. Tra i colliri più utilizzati abbiamo:
Molti di questi colliri esistono anche nella versione senza conservanti, indicata per chi ne fa un uso frequente e costante.