L’influenza è un’infezione respiratoria che assolutamente non va sottovalutata ma nemmeno dobbiamo farci prendere dall’ansia: scopriamo le cose da
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
L’influenza è un’infezione respiratoria che assolutamente non va sottovalutata ma nemmeno dobbiamo farci prendere dall’ansia: scopriamo le cose da sapere
Come ogni anno, più o meno sempre nel mese di novembre, siamo inondati di notizie sull’influenza che sta per scatenarsi. L’influenza è un’infezione respiratoria, causata da una specifica famiglia di virus: Ortomixovirus. Questa famiglia comprende tre tipologie:
L’influenza 2024-25, i cui primi casi in Italia sono stati registrati ad ottobre 2024, sarà provocata dal virus AH3N2. Questo virus ha avuto modo di farsi conoscere nell’emisfero australe, dove l’inverno è già passato. Dai dati di sorveglianza forniti dall’Australia, si evince che quest’ultima è stata la stagione influenzale tra le più forti degli ultimi dieci anni. Proprio per la sua già avvenuta diffusione nell’emisfero australe, anche quest’anno (così come un paio di anni fa) si parla di influenza Australiana.
I sintomi dell’influenza 2024-2025 non variano da quelli dell’influenza degli anni passati. Sono, in sostanza, i classici sintomi che ci permettono di stabilire se si tratta di influenza o di un’infezione provocata da virus parainfluenzali o altri virus ancora.
Come riconoscere quindi se si tratta di influenza? Le tre tipologie specifiche di sintomi sono:
febbre oltre i 38°C, insorta bruscamente;
almeno un sintomo di tipo respiratorio, come tosse (in genere non produttiva), starnuti, naso che cola;
almeno un sintomo di tipo generale, come forte stanchezza o dolori muscolari e articolari.
Quando una delle tre tipologie di sintomi appena descritti non è presente, è probabile che non si tratti di influenza. In questi casi, è possibile ritrovarsi a fare i conti con un’altra infezione di tipo virale: raffreddore, adenovirus o anche il mai sparito Covid.
In caso di dubbio tra influenza e Covid, l’unico modo per fare una distinzione certa è effettuare un tampone. La maggior parte delle persone non vuole più sentirne parlare, tuttavia resta uno strumento necessario per soggetti fragili o per chi è a contatto con essi.
L’influenza si trasmette attraverso le goccioline respiratorie, di muco e saliva, diffuse nell’ambiente e sulle superfici, attraverso tosse e starnuti. Il raggio di possibile contagio è fino a 2 metri. Il contagio può avvenire anche nella fase di incubazione, in cui non si presentano i sintomi. L’incubazione dura da 1 a 4 giorni in media.
A partire dalla comparsa dei sintomi, la durata dell’influenza in una persona sana è di circa una settimana. È questo il tempo necessario perché l’organismo reagisca e riesca ad eliminare il virus, determinando anche la scomparsa dei sintomi.
Questo tempo medio, tuttavia, non tiene conto di possibili complicanze che potrebbero insorgere. Sono proprio queste, in effetti, a rendere temibile l’influenza. Per l’influenza 2024-25, la complicanza che sta destando maggiore attenzione negli esperti è l’encefalite. Questa è causata dalla capacità del virus AH3N2 di raggiungere il sistema nervoso attraverso le vie respiratorie.
Questa ed altre complicazioni (respiratorie, cardiovascolari) sono più probabili in soggetti fragili, che presentano già pregresse patologie. In questi casi, infatti, il sistema immunitario è meno efficiente nella risposta alle aggressioni dei virus. Ciò espone l’organismo a ulteriori infezioni di tipo batterico, che contribuiscono a peggiorare il quadro della situazione.
Come per ogni altra influenza, la cura per eliminare il virus influenzale di quest’anno è il riposo. L’infezione, infatti, deve fare il suo corso. Tuttavia, è ovvio, ci si può aiutare facendo ricorso a:
La cosa che va assolutamente evitata è l’assunzione di antibiotici senza la prescrizione del medico. Assumere antibiotici in caso di infezione virale (come l’influenza) è, innanzitutto, inutile. Ma c’è di più: rischia di essere addirittura dannoso e controproducente.
L’assunzione scriteriata di antibiotici, infatti, può provocare l’instaurarsi di un’antibioticoresistenza. In altre parole, antibiotici assunti in eccesso indeboliscono l’organismo e rendono inefficace il potenziale curativo dell’antibiotico stesso.
Individuare il picco dell’influenza 2024-25 non è semplice. Molto dipenderà, come sempre, da quando si verificherà il calo delle temperature, quanto il freddo sarà intenso e quanto si protrarrà la stagione invernale.
Ma quindi è il freddo che fa venire l’influenza? La risposta è: no! Il freddo è coinvolto in questo aspetto in un modo diverso. Le basse temperature, infatti, alterano in maniera significativa l’efficienza delle mucose respiratorie. Inoltre, con il freddo, la tendenza inevitabile è quella di frequentare posti al chiuso che diventano così molto affollati. È in queste situazioni che i virus proliferano e contagiano una molteplicità di persone.
Come ogni anno, comunque, il picco dell’influenza 2024-2025 è presumibile si verifichi a cavallo delle festività natalizie. Ma allora in che modo è possibile difendersi?
L’unico modo per prevenire l’influenza, oltre a rispettare le basilari norme igieniche, è effettuare il vaccino. Di norma, il vaccino antinfluenzale viene effettuato tra metà ottobre e fine novembre.
Ad oggi son disponibili diversi tipi di vaccini, che vengono scelti dal medico in base alle caratteristiche del paziente. È disponibile anche un vaccino in spray nasale, utilizzabile per i bambini dai 6 mesi fino ai ragazzi di 18 anni.
Ma chi può fare il vaccino antinfluenzale? Il vaccino può essere fatto da chiunque abbia intenzione di farlo. Ci sono però delle categorie di persone a cui viene raccomandato e offerto gratuitamente:
Se hai intenzione di effettuare il vaccino e non rientri in queste categorie, parlane comunque col tuo medico di base per capire in che modo poter effettuare la vaccinazione.