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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Riconoscere una ferita infetta da tetano è molto importante: scopriamo cosa fare quando si prende il tetano
Il tetano è una malattia infettiva, caratterizzata da una grave intossicazione dell’organismo. Questa colpisce il sistema nervoso, con sintomi caratteristici. Il tetano è provocato dalle tossine prodotte dalle spore di un batterio. Queste sono presenti nel suolo, nelle feci animali e nella polvere.
Nelle persone non vaccinate, anche se trattato, ha una mortalità del 15%. Questa percentuale aumenta in caso di neonati o persone più fragili.
Il batterio responsabile del tetano è il Clostridium tetani. Questo batterio vive nell’intestino di molti animali (bovini, equini, ovini) ma anche nell'intestino umano, senza dare sintomi. Nel suo ciclo vitale presenta diverse forme.
Nella forma vegetativa, cioè quella in grado di crescere e moltiplicarsi, il Clostridium tetani è un anaerobio obbligato. Per svolgere queste funzioni deve trovarsi in assenza di ossigeno.
Quando il Clostridium tetani nella sua forma vitale passa dall’intestino degli animali all’esterno, data la presenza di ossigeno, si trasforma in spora. In questa forma contamina suolo, polvere e oggetti e può sopravvivere per molti anni.
Il tetano si prende quando le spore di Clostridium tetani penetrano nell'organismo attraverso una ferita profonda. Qui, trovano un ambiente privo di ossigeno adatto al passaggio alla forma vitale.
Le ferite a maggiore rischio sono quelle provocate da oggetti acuminati (come filo spinato, chiodi, ma anche le spine delle rose). Anche se è veicolato da un batterio, il tetano non è contagioso. Non c’è, quindi, possibilità di prenderlo da una persona che ne è affetta.
Una forma particolarmente letale è il tetano neonatale. Questa tipologia colpisce i nuovi nati nei paesi in via disviluppo, soprattutto se nati da madri non vaccinate. In questo caso, il neonato contrae l’infezione attraverso la recisione del cordone ombelicale con strumenti non sterili.
Per intervenire rapidamente, prima dello sviluppo dei sintomi, è importante saper riconoscere una ferita che potenzialmente potrebbe essere infetta. Questo permette di rivolgersi prontamente al medico.
Nella maggior parte dei casi, ferite superficiali difficilmente possono risultare pericolose. C’è da fare invece a:
Ulteriori segnali d’allarme possono essere segni di infezione come:
Un mito comune è che il tetano sia trasmesso da oggetti arrugginiti. In realtà la ruggine non ha alcuna responsabilità. Il rischio è rappresentano invece dagli ambienti in cui si trovano più facilmente gli oggetti arrugginiti, ad esempio cantieri o allevamenti. Questi sono ambienti ad alto rischio contaminazione dal batterio responsabile dell’infezione.
Dal momento della ferita allo sviluppo dei sintomi, possono passare dai 3 ai 21 giorni. Tuttavia, il periodo di incubazione può essere anche più lungo. È bene sapere che più breve è il periodo di incubazione, più grave sarà la manifestazione della malattia.
Nella fase di incubazione, le spore passano alla forma vitale e si replicano. In tale processo, producono la temibile tetanospasmina. Questa tossina, attraverso i nervi raggiunge il sistema nervoso e dà il via ai tipici sintomi del tetano.
I sintomi del tetano sono caratteristici e permettono di riconoscere rapidamente l’infezione in atto. Per la diagnosi, infatti, il medico non si avvale di esami di laboratorio ma della semplice osservazione dei sintomi.
I principali sintomi del tetano sono:
La rigidità muscolare parte dai muscoli della mandibola, causando la tipica espressione facciale definita come “riso sardonico” o “trisma”.
Gli spasmi muscolari si estendono su tutto il colpo in maniera incontrollata. A cause della loro estrema dolorosità, interferiscono con la respirazione e la deglutizione. Questi spasmi possono costringere il paziente nella tipica posizione con la schiena inarcata, definita opistotono. La violenza con cui si manifestano gli spasmi causati dal tetano, può provocare conseguenze gravissime come fratture, asfissia e coma.
Il tetano è una malattia che può rivelarsi mortale. Tuttavia, è possibile trattarla con un intervento tempestivo. Appena ci si accorge di una ferita potenzialmente infetta, se non si ha copertura vaccinale, il medico prescrive:
Nei casi in cui il tetano abbia già iniziato a dare le sue manifestazioni gravi, il paziente viene gestito in terapia intensiva. Ciò si rende necessario per dare al paziente un supporto per la respirazione meccanica, oltre alla somministrazione di farmaci per controllare gli spasmi muscolari.
La terapia può essere molto lunga e richiedere anche mesi per la guarigione.
La vaccinazione antitetanica è il metodo più efficace per prevenire il tetano. Il ciclo vaccinale inizia nel primo anno di vita con tre dosi, somministrate a intervalli regolari. È poi fondamentale fare le dosi di richiamo previste dal calendario vaccinale, per mantenere l’immunità.
Il richiamo delle dosi di vaccino antitetanico deve essere effettuato ogni 10 anni, per garantire una protezione efficace contro la tossina tetanica. Questo richiamo è particolarmente raccomandato in caso di incidenti che comportano ferite profonde, lesioni da oggetti taglienti o contatti a rischio di infezione.
La regolarità del richiamo è cruciale. L’efficacia della vaccinazione, infatti, tende a diminuire nel tempo. Senza i periodici richiami, che mantengono l’immunità, si è maggiormente esposti al rischio di contrarre il tetano.