Qual è l’habitat ideale, come eliminare gli acari della polvere e come capire se si è allergici: scopriamo tutto in questo
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
L’acaro della polvere appartiene al genere Dermatophagoides. Come si evince dal suo nome, questi piccoli esseri microscopici si nutrono principalmente di piccole scaglie di pelle umana. Inoltre, si nutrono di resti di cibo o insetti eventualmente presenti nella polvere domestica. Prima di vedere come si riproducono ed in che modo eliminarli, facciamo un ripasso sulle varie tipologie di acari.
Gli acari sono dei piccoli esseri viventi, che possono avere dimensioni microscopiche (come gli acari della polvere) ma anche essere visibili ad occhio nudo (come nel caso delle zecche). Sia gli acari della polvere che le zecche appartengono alla classe degli aracnidi, non sono quindi insetti ma sono molto più simili ai ragni.
Esistono diverse specie di acari. Alcuni, quando entrano in contatto con l’uomo, possono provocare malattie come la scabbia (il sarcoptes scabiei, appunto l’acaro della scabbia). Altri, invece, possono fungere da vettori di microrganismi. È il caso, ad esempio, dell’acaro che veicola il bacillo della lebbra.
La tipologia sicuramente più conosciuta e onnipresente, però, è quella dell’acaro della polvere, con il quale condividiamo letto e divano. Questa tipologia di acaro è frequentemente causa di allergie, specie nei soggetti più sensibili.
Come si può vedere dalla foto, l’acaro della polvere è molto simile ad una zecca ma con dimensioni molto più ridotte. Gli acari della polvere hanno un corpo arrotondato e dispongono di 8 zampe. Una curiosità: non hanno il naso e respirano attraverso la cute.
L’habitat ideale degli acari della polvere è costituito da un ambiente che presenta caratteristiche ben definite:
Da questo, si può intuire come materassi e divani costituiscono il luogo perfetto per l’insediamento e la riproduzione. Tali condizioni diventano ancor più favorevoli quando in casa non è presente un ricircolo d’aria sufficiente o, peggio ancora, sono attivi impianti di riscaldamento. Per tali ragioni, l’inverno costituisce il periodo di maggiore rischio per un’infestazione da acari della polvere (o acari del materasso).
Una femmina di acaro, nell’arco della sua esistenza, riesce a produrre fino a 100 uova dalle quali nasceranno nuovi acari. Gli acari vivi, le loro carcasse e le feci, si accumulano in materassi, cuscini, moquette, tendaggi e tappeti.
Per comprendere la quantità di acari che si accumulano nel tempo, basti pensare che il peso di un cuscino utilizzato per 2 anni potrebbe essere costituito al 10% da acari.
Tralasciando il fastidio di dover condividere il letto con milioni di acari, la loro presenza può causare diversi disturbi o la comparsa di una vera e propria reazione allergica. Quando si risulta particolarmente sensibili o soggetti ad allergia agli acari della polvere, è facile che si presentino disturbi come:
Rinite allergica
Il principale problema è legato alle vie respiratorie e alla comparsa di rinite allergica. Questa si manifesta con naso chiuso e che cola, starnuti, tosse, occhi rossi e gonfi, lacrimazione e prurito sia agli occhi che a bocca e gola.
Asma
L’asma è caratterizzata da difficoltà a respirare e respiro sibilante. Queste difficoltà possono anche rendere impossibile il sonno.
Problemi cutanei
Il disturbo può riguardare anche la pelle, con la comparsa di una dermatite da acaro che si manifesta con un prurito diffuso a tutto il corpo e la comparsa di arrossamenti ed eczemi.
In presenza di sintomi sopra descritti, è importante rivolgersi al medico per verificare la possibile presenza di un’allergia agli acari della polvere. Per farlo, lo specialista può avvalersi di due differenti strumenti.
Il Prick Test costituisce l’esame diagnostico più affidabile. Una soluzione contenente l’allergene, ovvero la sostanza responsabile dell’allergia, viene applicata sulla pelle prima di effettuare una puntura con un piccolo ago. Nel caso dell’allergia agli acari del letto, l’allergene è una proteina presente nelle loro feci.
Dopo circa 20 minuti si valuta la reazione. In caso di comparsa di rossore e gonfiore, si ha la conferma di essere allergici agli acari.
Questo test è meno affidabile e viene usato solo se non si può eseguire il Prick test. Tale esame consiste nel misurare le IgE prodotte, dopo aver prelevato il sangue e averlo esposto all’allergene.
Una volta diagnosticata l’allergia, il medico potrà prescrivere farmaci per diminuire i sintomi (come antistaminici e cortisonici) oppure iniziare una terapia desensibilizzante. La cosa più importante però è intervenire sulla gestione dell’ambiente in cui si vive, in modo da ridurre sensibilmente l’esposizione agli acari.
Prendersi cura dell’ambiente domestico costituisce sicuramente il deterrente principali nella proliferazione degli acari della polvere. È ovvio che non è possibile eliminare completamente gli acari. Tuttavia, se ne può ridurre drasticamente il numero e le spiacevoli conseguenze che abbiamo appena visto. Ma quali sono le contromisure da adottare?
Fa areare gli ambienti domestici. Aiutarsi anche con l’utilizzo di deumidificatori, effettuando una corretta manutenzione dei filtri
Igienizzare materassi e divani con spray specifici per eliminare gli acari