ร importante tenere monitorata la frequenza cardiaca, per salvaguardare la salute del nostro cuore: scopri come farlo al
Esegui il checkout utilizzando il tuo account
Questo sito รจ protetto da reCAPTCHA, e dalle Privacy Policy e Termini e condizioni di Google.
Esegui il checkout come nuovo cliente
La creazione di un account รจ veloce, semplice e gratuita! Alcuni dei vantaggi di essere un utente registrato:
A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
È importante tenere monitorata la frequenza cardiaca, per salvaguardare la salute del nostro cuore: scopri come farlo al meglio
La frequenza cardiaca è data dal numero di battiti cardiaci al minuto. Il battito cardiaco, cioè la contrazione del cuore, dipende da alcune sue cellule, dette pacemaker, che generano un impulso elettrico in modo autonomo determinando la contrazione del muscolo cardiaco.
Il sistema nervoso però è in grado di influenzare l’attività di queste cellule, rallentando o velocizzando il battito. Se facciamo attività fisica o viviamo una forte emozione, ad esempio, il battito aumenta e in qualche caso riusciamo a percepirlo. Questo è un fenomeno del tutto fisiologico, che rientra appena si ripristina la condizione di riposo, e che non dà conseguenze.
Il nostro cuore batte sempre, anche se noi non lo sentiamo. Questa sensazione è infatti esclusa dal cervello, per evitare di deconcentrarci dalle sensazioni esterne che ci sono utili. Del resto nel grembo materno il cuore nasce prima ancora del cervello, è quel puntino pulsante che si vede nella prima ecografia del ginecologo e che fa capire che c’è una nuova vita in arrivo.
Se mettiamo due dita sul polso o il palmo della mano sul petto e stiamo in silenzio invece riusciamo a percepire il battito del cuore. Ogni battito è formato da un rumore più sordo e prolungato seguito da un rumore breve e secco.
Questo rumore è provocato dalla contrazione del muscolo cardiaco e dalla apertura e chiusura delle valvole, che regolano il passaggio del sangue. Ad ogni battito corrisponde quindi una contrazione del cuore, che spinge il sangue in circolo nel nostro corpo per trasportare ossigeno e nutrienti.
Per valutare la frequenza cardiaca è necessario misurarla a riposo, con un misuratore di pressione, un saturimetro, un cardiofrequenzimetro o semplicemente mettendo due dita sul polso e contando i battiti percepiti nell’arco di un minuto. Sicuramente utilizzare uno strumento permette di avere una misurazione più precisa.
I valori considerati normali variano nel corso della vita. Un neonato, infatti, ha una frequenza cardiaca compresa tra 80 e 180, che nel corso della crescita diminuisce fino ad arrivare ai valori considerati normali nell’adulto, compresi tra 60 e 90-100.
Per valori inferiori a 60 si parla di bradicardia, cioè cuore che batte troppo lentamente, mentre per valori superiori a 100 si parla di tachicardia cioè cuore che batte troppo velocemente. Oltre che essere troppo lento o troppo rapido il battito può essere irregolare, dando vita a diverse tipologie di aritmie.
Anche se l’intervallo di normalità è ampio, i valori ottimali di frequenza cardiaca sono di circa 70 per gli uomini e 75 per le donne. Valori che tendono al basso sono generalmente non preoccupanti e possono dipendere dall’avere un fisico molto allenato, come avviene negli atleti.
Avere invece valori più alti, cioè compresi tra 75 e 100, non è direttamente indicativo di un problema di salute, ma ci dovrebbe portare a riflettere sullo stile di vita. Tra le cause di un battito accelerato ci sono infatti:
Intervenendo su questi fattori, dunque, si può riportare il cuore ai valori medi proteggendolo.
Ma perché è importante puntare ad avere valori ottimali, se i propri rientrano comunque tra quelli normali? Molti studi correlano l’aspettativa di vita proprio alla frequenza cardiaca. È quasi come se il cuore avesse solo un definito numero di battiti da poter fare nel corso della vita, per cui meglio farlo andare più lentamente.
Anche dando uno sguardo al mondo animale, è possibile notare che il numero di battiti al minuto è correlato alla vita media (oltre che alla dimensione) degli animali. Il cuore del colibrì, che ha una vita media di circa sei mesi, batte 600 volte al minuto; il cuore dell’elefante, che vive circa 70 anni invece, batte 30 volte al minuto.