Colecisti infiammata: sintomi, cause e rimedi

Quando rivolgersi al medico, cosa mangiare ed in che modo eliminare i calcoli alla cistifellea: scopriamo questo e tanto altro all'interno dell'articolo

Colecisti: cos’è e a cosa serve

La colecisti, chiamata anche cistifellea, è un piccolo organo a forma di pera ed è posizionata sotto il fegato. Essa ha il compito di immagazzinare e concentrare la bile, una secrezione del fegato che contiene principalmente acidi biliari. Questi sono dei derivati del colesterolo, la cui funzione è di favorire la digestione dei grassi e permettere l’eliminazione del colesterolo in eccesso.

Se la bile diventa troppo densa, le sostanze all’interno possono precipitare formando dei calcoli. Questi possono avere dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro. In questo caso si manifestano tutti i sintomi di un’infiammazione acuta della colecisti.

Come funziona la colecisti

Questo organo ha la funzione di accumulare e modificare la composizione della bile prodotta dal fegato, che giunge attraverso il dotto epatico e si raccoglie nella cistifellea appunto. Nella colecisti vengono riassorbiti acqua ed elettroliti (sodio, cloro e bicarbonati) ancora utili all’organismo.

Attraverso la sua mucosa, inoltre, essa contribuisce ad arricchire di muco la bile. La bile concentrata continua quindi il suo viaggio attraverso il coledoco, nel quale sfocia il dotto pancreatico, che trasporta i succhi digestivi ricchi di enzimi prodotti dal pancreas.

Grazie allo sfintere di Oddi, bile e succhi pancreatici non si riversano nell’intestino quando si è a digiuno. Subito dopo i pasti, invece, lo sfintere si rilassa e favorisce il passaggio della bile e dei succhi pancreatici nell’intestino, per svolgere la loro funzione digestiva.

Colecisti infiammata: cause

L’infiammazione della colecisti è definita colecistite e può essere:

  • litiasica, in presenza di calcoli;
  • alitiasica, in assenza di calcoli.

Colecistite litiasica

La cistifellea infiammata accompagnata dalla presenza di calcoli, è la forma più comune di colecistite e rappresenta circa il 95% di tutti i casi. I calcoli biliari sono un disturbo diffuso in circa il 10-15% della popolazione e in aumento, a causa della dieta occidentale ricca di zuccheri e grassi animali e dell’elevata incidenza di sovrappeso e obesità. I calcoli alla colecisti possono essere di due tipi:

  • calcoli di colesterolo;
  • calcoli pigmentati.

I calcoli di colesterolo sono di colore giallo-verde e rappresentano circa l’80% dei casi. La causa della loro formazione è un eccesso di colesterolo nella bile. Tra i fattori predisponenti, non modificabili, che portano alla formazione di calcoli di colesterolo possiamo trovare:

  • familiarità;
  • età superiore ai 60 anni;
  • sesso (le donne sono più predisposte rispetto agli uomini).

A questi fattori non modificabili, se ne aggiungono altri su cui è invece possibile intervenire:

A questi fattori, tra le possibili cause della formazione di calcoli di colesterolo, si aggiungono anche il dimagrimento improvviso e l’assunzione di farmaci che favoriscono l’escrezione del colesterolo.

I calcoli pigmentanti sono invece di colore scuro e sono formati da un eccesso di bilirubina, un pigmento che costituisce lo scarto della degradazione dei globuli rossi. Ne soffre chi ha patologie del fegato o malattie del sangue, come l’anemia falciforme. Possono però formarsi anche in seguito ad infezioni delle vie biliari.

Colecistite alitiasica

L’infiammazione della colecisti in assenza di calcoli è causata da:

Una colecistite alitiasica può verificarsi anche in seguito a digiuno e nutrizione parenterale molto prolungati o a ustioni molto gravi. È una forma più grave rispetto all’infiammazione in presenza di calcoli, anche se più rara.

Colecisti infiammata: sintomi e diagnosi

Il primo sintomo dell’infiammazione della colecisti è generalmente un dolore molto forte, pungente e persistente, che parte dalla zona in alto a destra della pancia e può diffondersi verso la scapola e la schiena. Al dolore possono accompagnarsi:

  • nausea;
  • vomito;
  • sudorazione;
  • febbre alta;
  • ittero, cioè il colorito giallo di cute e occhi.

In presenza di questi sintomi bisogna rivolgersi immediatamente al medico. Lo specialista, oltre alla visita, può ricorrere ad alcuni esami per effettuare una diagnosi. Tra questi:

  • esami del sangue;
  • ecografia addominale;
  • tac.

In base ai risultati, il medico stabilisce in che modo intervenire. Se l’ostruzione non si risolve e l’infiammazione sfocia in infezione, infatti, si possono avere conseguenze anche gravi. Il problema può arrivare a coinvolgere anche altri organi come il fegato e il pancreas. Con la diffusione dell’infezione, il paziente rischia anche la vita.

Colecisti infammata: cura

Colecisti infiammata: cosa mangiare e cosa evitare

Nei casi non gravi, quando i calcoli alla colecisti sono asintomatici oppure in caso di predisposizione familiare, è possibile intervenire con una dieta adeguata. L’obiettivo primario è quello di mantenere o raggiungere gradualmente il peso forma.

Una dieta per colecisti infiammata deve essere povera di grassi animali (carne e latticini) e zuccheri semplici, i quali stimolano la produzione endogena di colesterolo. Al contrario, è bene inserire nel proprio piano alimentare alcuni cibi specifici:

  • fonti di grasso vegetale (olio EVO);
  • proteine vegetali (legumi)
  • proteine di origine animale magre (carni bianche e pesce);
  • fibre (verdura, frutta, cereali integrali, legumi).

Calcoli colecisti: quando operare?

I calcoli alla cistifellea possono essere espulsi? La risposta è sì, con un però. Esistono infatti dei farmaci, come l’acido ursodesossicolico, che aiutano a dissolvere piccoli calcoli di colesterolo. Tuttavia, per raggiungere tale obiettivo, possono essere necessari anni di terapia.

Quando si presentano tutti i sintomi di un’infiammazione della cistifellea, dopo la somministrazione di analgesici ed antibiotici, generalmente la soluzione è l’intervento chirurgico. Questo viene eseguito nella maggior parte dei casi in laparoscopia. Solo raramente, in casi molto complicati, è necessario intervenire a cielo aperto.

Ma si può vivere senza cistifellea? Anche in questo caso, la risposta è sì. La colecisti è infatti un organo utile ma non indispensabile e si può vivere tranquillamente anche senza. Il disturbo più comune riscontrabile in chi ha rimosso la cistifellea è la produzione di una maggiore quantità di feci o di feci più morbide.

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Valentina Cuomo

Dott.ssa

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