Quali sono gli alimenti che abbassano la glicemia? Scopriamo le cause e i sintomi delliperglicemia e in che modo è possibile intervenire grazie ad una corretta
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Quali sono gli alimenti che abbassano la glicemia? Scopriamo le cause e i sintomi delliperglicemia e in che modo è possibile intervenire grazie ad una corretta alimentazione
La glicemia è il valore che indica la concentrazione di glucosio nel sangue. Il glucosio è uno zucchero semplice, necessario al funzionamento delle nostre cellule. Il nostro organismo ottiene questo zucchero attraverso gli alimenti contenenti carboidrati, che siano essi semplici (saccarosio) o complessi (amido e glicogeno).
I livelli di glucosio nel sangue vengono regolati da alcuni ormoni, tra cui i più importanti sono l’insulina e il glucagone. Questi due ormoni svolgono azioni diametralmente opposte.
Quando i livelli di glucosio nel sangue salgono, dopo i pasti, il pancreas produce l’insulina. Questa determina:
Uno stile di vita sano ed un corretto regime alimentare, contribuiscono a rendere questo meccanismo perfetto e benefico per la nostra salute. Se queste azioni si ripetono invece in un continuo eccesso, all’iperglicemia patologica si potranno associare altre problematiche:
Misurare i valori della glicemia è importantissimo, oltre ad essere molto facile. Si può fare benissimo in maniera autonoma, a casa propria, grazie all’utilizzo di un semplice misuratore glicemia. Ma quando misurare la glicemia? Di solito, il consiglio è di misurare i valori glicemia a digiuno, al mattino.
Quali sono i valori normali della glicemia?
Inferiori a 60 mg/dl | Ipoglicemia (glicemia bassa) |
Tra 60 mg/dl e 99 mg/dl | Valori normali glicemia |
Tra 100 mg/dl e 125 mg/dl | Valori preoccupanti |
Superiori a 125 mg/dl | Iperglicemia (glicemia alta) |
Sono diversi i sintomi della glicemia alta, con gravità differente a seconda dei livelli raggiunti dal glucosio nel sangue. Di solito, è possibile riscontrare:
L’iperglicemia patologica è di solito causata dal diabete mellito, che può essere di due tipi:
Il diabete di tipo I è una malattia autoimmune, in cui le cellule del pancreas non producono insulina. Per sopperire a questa anomalia, è necessario somministrare questo ormone come farmaco. La quantità di insulina da somministrare, prima di mangiare, è strettamente correlata alla quantità di carboidrati assunti durante il pasto.
Il diabete di tipo II rappresenta invece la causa principale di iperglicemia. Si tratta di una patologia purtroppo molto diffusa. Oltre ad essere prodotta meno insulina del necessario, in questo caso, anche le cellule non rispondo più in maniera corretta a questo ormone. Da ciò ne scaturisce una eccessiva permanenza di glucosio nel sangue.
A differenza del diabete di tipo I, l’insorgenza del diabete di tipo II è legata ad uno stile di vita errato e ad un regime alimentare sregolato. Eccessi alimentari, obesità e sedentarietà, non a caso, costituiscono i principali fattori di rischio che portano alla comparsa del problema.
Oltre al diabete, esistono anche altri fattori che possono causare l’iperglicemia:
Per tenere sotto controllo i valori glicemici nel sangue, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. Il primo nodo da sciogliere riguardai carboidrati. È assolutamente sbagliato pensare che sia sufficiente eliminare questa fonte nutritiva dalla propria dieta per veder calare la glicemia.
I carboidrati, infatti, sono fondamentali nella nostra alimentazione ed è impensabile rinunciarvi a vita. Inoltre, le diete troppo restrittive risultano poco salutari e sono destinate a non produrre effetti benefici nel lungo periodo.
Ma allora cosa è bene mangiare per tenere la glicemia entro i livelli normali?
La prima regola è quella di non esagerare a tavola e mangiare più del necessario. Altro aspetto fondamentale è imparare a scegliere quegli alimenti che provocano nel nostro organismo una risposta ormonale favorevole, ottenibile attraverso un lento rialzo della glicemia. In tal modo, si scongiura un picco glicemico. Dunque risulta fondamentale seguire una dieta a basso indice glicemico.
Esistono diversi parametri, come appunto l’indice glicemico e il carico glicemico, che permettono di prevedere come un alimento si comporterà una volta ingerito. Questi, pur essendo un’estrema semplificazione, risultano utili per distinguere gli alimenti da preferire e quelli da evitare o limitare.
L’indice glicemico indica la capacità di un alimento di far salire la glicemia rispetto a 50g di glucosio in acqua. L’indice glicemico è espresso in percentuale:
Il carico glicemico esprime l’effetto di un pasto sulla glicemia, rispetto non solo al suo indice glicemico ma anche alla quantità di carboidrati presenti. Senza voler vivere però con una tabella a portata di mano, per ogni pasto è sufficiente tenere presenti due concetti fondamentali:
Gli alimenti da evitare o comunque dei quali è bene limitare la quantità, perché ad alto indice glicemico, sono quelli contenenti zuccheri aggiunti, semplici e molto raffinati. Tra questi:
zucchero
dolciumi
pane, pizza e pasta ottenuti da farine molto raffinate
patate
Particolare attenzione è da prestare anche alla frutta molto zuccherina e ai prodotti derivati:
banane mature
uva
fichi
cachi
frutta sciroppata
succhi di frutta
Verdure e ortaggi non costituiscono, in linea generale, un problema. Attenzione soltanto a carote e zucca che contengono maggiori quantità di zuccheri. Assolutamente da limitare, meglio ancora se eliminato, l’alcol.
Questo non significa eliminare dalla dieta tutti questi cibi. Una restrizione del genere avrebbe infatti vita molto breve, genererebbe stress e priverebbe l’organismo di alcuni nutrienti importanti.
L’aspetto fondamentale sta nel limitare l’assunzione di questi alimenti. Se ad esempio si desidera mangiare l’uva, è consigliabile consumarne una porzione non eccessiva e limitarne la frequenza di consumo. In particolare, per la frutta bisogna consumare una porzione che non contenga più di 15g di carboidrati (nel caso dell’uva, corrisponde ad una porzione da 80g).
Gli alimenti da preferire sono quelli contenenti carboidrati complessi, in quanto sono alimenti a basso indice glicemico. A questi è vivamente consigliato associare cibi ricchi di fibre. Per la frutta, invece, optare per quella a più basso contenuto di zuccheri. Questi alcuni degli alimenti a basso indice glicemico:
Un trucco per diminuire l’indice glicemico di un alimento, è associarlo in un pasto ad alimenti che contengono fibre, proteine e grassi. Assumendo in ogni pasto carboidrati a basso indice glicemico e ricchi di fibre, verdure, proteine e grassi buoni, si ottiene un’ottima risposta ormonale e un maggiore controllo dei livelli di glicemia.
Per rispettare le giuste proporzioni, non è necessario gestire tabelle e calcoli complessi. Almeno per i pasti principali, si può utilizzare semplicemente il piatto per suddividere le fonti nutritive da assumere:
Oltre alle proporzioni, è fondamentale fare attenzione anche alle quantità da consumare. Queste devono corrispondere a quelle che sono le esigenze energetiche del proprio organismo. Per avere indicazioni precise, in tal senso, è indispensabile la consulenza di un nutrizionista o comunque del proprio medico.
In linea generale è però possibile seguire delle semplici regole per evitare di eccedere, senza necessariamente avere a portata di mano una bilancia.
Per tutti i piatti è consigliabile un condimento senza eccesso di sale, suggerito invece l’utilizzo di spezie e un cucchiaio di olio EVO. Attenzione anche ai metodi di cottura: cercare di evitare quelli che prevedono eccesso di grassi, come la frittura.