La Clamidia è una delle infezioni sessualmente trasmissibili più diffuse: è importante riconoscere subito i sintomi ed intervenire in caso di
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
La Clamidia è una delle infezioni sessualmente trasmissibili più diffuse: è importante riconoscere subito i sintomi ed intervenire in caso di necessità
La clamidia è un’infezione sessualmente trasmissibile, causata dal batterio chlamydia trachomatis (dal quale prende il nome). La Clamidia è l’IST più frequente in Europa, interessa di più le donne rispetto agli uomini e in particolare i giovani tra i 15 e i 24 anni.
Le infezioni sessualmente trasmesse (IST) sono generalmente percepite come un problema del passato o che riguarda solo alcune tipologie di persone particolarmente a rischio. Secondo l’ultima relazione epidemiologica del centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), invece, le infezioni sessualmente trasmesse sono addirittura in aumento (soprattutto nella fascia 15-24 anni).
La Clamidia è una malattia che si trasmette attraverso tutte le tipologie di rapporti sessuali non protetti: vaginali, anali ed orali. Il contagio può verificarsi anche con il semplice contatto tra genitali, senza necessità che vi sia penetrazione. Inoltre è possibile contrarre l’infezione anche in seguito a:
È possibile anche che la Clamidia venga trasmessa dalla madre al bambino, durante il parto.
Non è possibile contagiarsi attraverso contatti casuali, come un abbraccio, o condividendo posate, asciugamani, bagni o piscine. Come detto, dunque, la clamidia può essere trasmessa esclusivamente in seguito a rapporti sessuali non protetti.
I sintomi della Clamidia si manifestano circa due-tre settimane dopo il contagio. In questa finestra di tempo si può contagiare gli altri in modo del tutto inconsapevole. Questo rischio inoltre è aumentato dal fatto che, molte volte, sia nell’uomo che nella donna, questa infezione è asintomatica. Quando i sintomi si presentano, sono diversi per i due sessi.
In caso di contagio, nella donna possono presentarsi sintomi quali:
Nell’uomo, i principali sintomi della Clamidia sono:
L’infezione può avere conseguenze gravi. Nella donna l’infezione può risalire all’utero e alle tube di Falloppio, addirittura sfociare in peritonite e sepsi. Si stima, inoltre, che la Clamidia non trattata comporti un rischio che va dal 10% al 40% di sviluppare la Malattia Infiammatoria Pelvica (PDI). La PDI si manifesta con forti dolori addominali e può causare sterilità o gravidanze extrauterine.
Nell’uomo, invece, può causare infezione ai testicoli e alle vie seminali, oltre che problemi di fertilità.
Sia nell’uomo che nella donna, la Clamidia può infettare anche il retto. Ciò comporta dolore e sanguinamento anale. Se trasmessa con un rapporto orale, invece, può provocare faringite. Eventuali complicazioni possono riguardare l’occhio, con congiuntivite.
Un’altra possibile complicazione è l’artrite reattiva, cioè un’infiammazione delle articolazioni, probabilmente provocata dalla reazione del sistema immunitario all’infezione. Infine, un aspetto da non sottovalutare è il fatto che l’aver contratto IST predispone maggiormente al contagio con HIV.
La diagnosi della Clamidia può essere facilmente effettuata attraverso test che prevedono la coltura dei batteri presenti o la ricerca del materiale genetico del batterio. I campioni possono essere campioni di urine oppure possono essere prelevati tramite tampone uretrale nell’uomo e vaginale nella donna.
Di solito il test della Clamidia è abbinato a quello di altre IST (come Gonorrea, Mycoplasma e Trichomonas).
Questo test viene consigliato non solo a chi abbia sintomi sospetti, ma anche a chi:
Questa tipologia di test viene effettuata anche alle donne che scoprono di essere in gravidanza e vengono poi ripetuti prima del parto, per scongiurare un eventuale contagio del neonato.
La Clamidia si cura con antibiotici scelti anche in base alla concomitante presenza di altre infezioni. Generalmente si tratta di azitromicina, doxiciclina, eritromicina o levofloxacina. Durante la terapia e fino ad almeno una settimana dopo la guarigione, è necessario astenersi dai rapporti sessuali. Ovviamente, la terapia deve essere seguita anche da eventuali partner sessuali.
La prevenzione della Clamidia, come di tutte le altre IST, passa attraverso le regole del sesso sicuro. Per proteggere sé stessi e il proprio partner, l’unica possibilità a disposizione è l’uso corretto del preservativo. Questo deve essere ben conservato, integro e indossato dall’inizio del rapporto e non solo prima dell’orgasmo, per prevenire una gravidanza.
Sarebbe inoltre bene effettuare un test per le IST ai primi sospetti, senza paura di incorrere in giudizi. Medici e laboratori sono a disposizione, proprio per permetterci di curarci ed evitare problemi molto più grandi.