La diastasi addominale non è soltanto un problema estetico: intervenire consente di prevenire e risolvere altre problematiche che incidono sulla qualità della
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
La diastasi addominale è una situazione che riguarda circa il 30% delle donne dopo il parto, ma può colpire anche neonati e uomini. Essa si verifica in seguito alla separazione e conseguente allontanamento dei muscoli retti addominali. Questa separazione è causata dalla distensione dei tendini che costituiscono la linea alba e che, normalmente, la tengono unita.
Come detto in apertura, la diastasi addominale riguarda prevalentemente le donne e si verifica in seguito al parto. La causa è rappresentata dallo stiramento a cui viene sottoposta la regione della linea alba durante la gestazione. A ciò si accompagna anche un assottigliamento della zona interessata, indotto dalle variazioni ormonali.
Nonostante non sia ancora ben chiaro quali siano i reali fattori di rischio, da alcuni studi emerge che questa problematica ricorre più frequentemente in alcuni casi specifici:
In ogni caso, la situazione tende a tornare alla normalità nel giro di 4-12 settimane dal parto. Se invece entro i 12 mesi la separazione non ritorna entro i 2,5cm di distanza, si tratta di diastasi patologica.
Anche se più raramente, la diastasi addominale si può riscontrare negli uomini. In questi casi, la ragione principale è da ricercare in una importante condizione di sovrappeso o in seguito a sforzi eccessivi.
Anche nei neonati, soprattutto se prematuri, si può riscontrare questa problematica. In questo caso, la causa è da attribuire all’incompleto sviluppo e può risolversi spontaneamente con la crescita.
La diastasi addominale costituisce un problema non soltanto estetico. Ad una pancia che appare gonfia e dalla forma irregolare, infatti, si associano una serie di conseguenze. Queste possono incidere in maniera importante sulla salute di chi ne soffre, a causa dell’impossibilità della muscolatura addominale di lavorare correttamente.
In presenza di diastasi addominale, infatti, è possibile riscontrare problematiche quali:
L’individuazione del problema è, ovviamente, compito del medico. Questi, oltre alla visita, può avvalersi di indagini strumentali come l’ecografia, la risonanza magnetica e la TAC (le ultime due, utilizzate di rado).
Il problema principale, però, è che molte donne sono convinte di non poter o dover intervenire per risolvere la problematica. Diventa quindi importante capire anche come riconoscere di avere un problema di diastasi addominale.
È possibile fare un’autovalutazione semplicemente eseguendo due operazioni.
1. Sdraiarsi a pancia in su, piegare le gambe e posizionare le dita poco sopra l’ombelico. Se la mano affonda e contraendo gli addominali si sente che le dita vengono circondate dai muscoli, c’è buona possibilità di avere diastasi.
2. Sdraiarsi a pancia in su, piegare le gambe e alzare la testa come a voler eseguire un esercizio di crunch. Se al centro della pancia compare una protuberanza, è forte il sospetto di diastasi addominale.
In entrambi i casi vale la pena effettuare una visita medica per valutare correttamente il da farsi.
Nei casi lievi di diastasi addominale, il medico potrebbe prescrivere degli esercizi specifici, la perdita di peso e altri accorgimenti. Assolutamente sconsigliato il fai da te, visto che la maggior parte degli esercizi classici per gli addominali sono controproducenti in caso di diastasi addominale.
Quando la diastasi supera determinati limiti, l’unica cura possibile è l’intervento chirurgico. Questo può essere eseguito con diverse tecniche, a seconda della situazione. In molte regioni, l’intervento è eseguito in convenzione col SSN.
La diastasi addominale è soggetta a recidive, con il rischio che aumenta in caso di nuova gravidanza. Per tale ragione, si consiglia di eseguire l’intervento solo quando non si ha più in programma di avere altri figli.