Fuoco di Sant'Antonio: cause, sintomi e rimedi

Scopriamo anche i tempi necessari alla guarigione dell’Herpes Zoster e quali sono i rischi di contagio

Fuoco di Sant’Antonio è il nome che comunemente viene utilizzato per l’Herpes Zoster, un’infezione che nei casi più gravi può causare danni alla vista o meningiti fatali e che può portare a soffrire di un dolore cronico così forte da risultare invalidante. È per questi motivi che è importante conoscerne i primi sintomi, per curarlo e prevenirlo.

Cos’è il fuoco di Sant’Antonio

L’Herpes Zoster, più comunemente definito Fuoco di Sant’Antonio, è un problema causato dal virus Varicella Zoster. Questo virus, come si evince dal nome, è in grado di scatenare nel nostro organismo due tipi di manifestazioni diverse.

Al primo contatto, esso si manifesta tramite la varicella. Tale malattia esantematica non è più diffusa come prima, grazie anche alla vaccinazione diventata obbligatoria a partire dal 2017. Guariti dalla varicella, il virus non viene però completamente eliminato dall’organismo.

Il Varicella Zoster Virus riesce infatti a sfuggire agli anticorpi, rintanandosi in una forma quiescente all’interno dei gangli nervosi. Da qui, in determinate condizioni, il virus può riattivarsi e scatenare appunto l’Herpes Zoster.

Perché si chiama Fuoco di Sant’Antonio?

Perché si parla di Fuoco di Sant’Antonio? Questo nome popolare si riferisce al dolore urente che viene percepito, quasi come se si fosse toccati da una cintura di fuoco. Al tempo stesso, il nome richiama il santo che sfidò il fuoco dell’inferno e che, proprio per questo, fin dal Medioevo, veniva invocato per guarire dalle patologie caratterizzate da dolore e bruciore.

Fuoco di Sant’Antonio: sintomi

La manifestazione tipica e assolutamente riconoscibile del Fuoco di Sant’Antonio è la comparsa di vescicole simili a quelle dell’herpes o della varicella. Queste si presentano in grande numero, a grappoli e localizzate in una macchia allungata. Questa forma è data dal fatto che l’eruzione avviene lungo il decorso del nervo nel quale il virus si era annidato.

L’eruzione di Herpes Zoster interessa solo una metà del corpo e le zone più frequentemente colpite sono il torace e l’addome. Può però interessare anche altre zone, quindi gli arti e il volto.

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Tra i sintomi iniziali del Fuoco di Sant’Antonio, che possono verificarsi anche qualche giorno prima della comparsa delle vescicole, ci sono:

  • dolore;
  • bruciore;
  • formicolio;
  • insensibilità;
  • spossatezza;
  • mal di testa;
  • febbre.

Possibili conseguenze

Nelle persone particolarmente deboli o molto anziane, possono verificarsi gravi complicazioni. La più frequente è la nevralgia post erpetica, un dolore cronico molto forte che risulta davvero invalidante. Altre complicazioni gravi sono:

  • paralisi facciale;
  • perdita dell’udito e della vista, nel caso in cui la zona colpita sia il volto;
  • infiammazione a livello di diversi organi come polmoni, cuore, fegato, pancreas, meningi ed encefalo.

Fuoco di Sant’Antonio: cause

Per sviluppare l’Herpes Zoster è strettamente necessario aver avuto la varicella in passato e che ci sia una riattivazione del virus, annidato nei gangli nervosi. L’Herpes Zoster, cioè la riattivazione del virus, per fortuna non si manifesta necessariamente in tutti coloro che in passato sono stati malati di varicella. Questo avviene in circa il 10% dei casi ed esistono dei fattori scatenanti, tutti correlati ad un drastico calo delle difese immunitarie.

Il Fuoco di Sant’Antonio si verifica infatti più frequentemente in persone con età superiore ai 70 anni, anche se può manifestarsi con minore probabilità in giovani e addirittura in bambini.

varicellavaricella

Le nostre difese, oltre che dall’età, possono essere infatti indebolite da fattori diversi:

  • forti stress, sia fisici che emotivi;
  • malattie che colpiscono il sistema immunitario, come l’AIDS;
  • terapie immunosoppressive, ad esempio in caso di trapianti;
  • chemioterapia, in caso di tumori.

Il Fuoco di Sant’Antonio è contagioso?

Poiché il virus è presente nel liquido contenuto nelle vescicole, è bene evitare contatti diretti da parte di persone sane. Tuttavia, se una persona dovesse avere un contatto, potrebbe sviluppare solo la varicella e solo nel caso in cui non l’avesse già avuta in passato.

Fuoco di Sant’Antonio: rimedi

Quanto dura il fuoco di Sant’Antonio? I tempi di guarigione del Fuoco di Sant’Antonio si attestano tra i 15 e i 30 giorni. È questo il tempo entro il quale l’Herpes Zoster dovrebbe guarire spontaneamente. Ci sono però alcune circostanze in cui è necessario ricorrere a farmaci o interventi di neuromodulazione per risolvere il problema.

Questi alcuni dei casi in cui si può rendere necessario il ricorso alla terapia:

  • pazienti particolarmente debilitati;
  • durata dell’infiammazione più lunga del solito;
  • zone colpite molto estese o delicate, come il volto;
  • dolore particolarmente intenso, che persiste anche dopo la guarigione delle vescicole.

Come calmare il dolore del Fuoco di Sant’Antonio: i farmaci da utilizzare

Per accelerare e favorire la guarigione e diminuire il dolore causato dall’Herpes Zoster, il medico può prescrivere l’uso per via orale di:

  • farmaci antivirali, come l’Aciclovir o il Valaciclovir, che risultano maggiormente efficaci se la terapia viene iniziata entro 2-3 giorni dalla comparsa delle vescicole;
  • farmaci antinfiammatori, per gestire il dolore meno intenso;
  • farmaci antidolorifici come il Pregabalin o derivati oppioidi, per gestire il dolore più intenso e nel caso in cui si presenti anche dopo la guarigione (quindi come nevralgia post erpetica).

Neuromodulazione

In casi molto gravi, in cui non si riesca a gestire in altri modi il dolore, è possibile intervenire con la neuromodulazione. Si inserisce chirurgicamente un sottile elettrocatetere, che genera impulsi in grado di modulare l’attività delle fibre nervose che trasportano il segnale del dolore.

Fuoco di Sant’Antonio: cibi da evitare e stile di vita

Durante il periodo della malattia l’alimentazione deve essere varia e ricca di frutta e verdura fresca e di stagione, per assicurarsi il corretto apporto di vitamine e sali minerali. Gli alimenti da limitare sono gli zuccheri, il caffè e l’alcool. Secondo alcuni studi sarebbero da limitare anche alimenti come frutta secca, legumi e carne. Il perché p da ricercare nella loro ricchezza di arginina, aminoacido che promuove la crescita dell’Herpes Zoster.

Tali alimenti non sono ovviamente da eliminare ma solo da limitare. Molti di questi, infatti, contengono anche la lisina. Questa, al contrario dell’arginina, blocca la crescita del virus.

Nel caso si stiano assumendo integratori ricchi di arginina, ad esempio per il sistema immunitario o per integrare la dieta negli sportivi, è opportuno sospenderli. Al contrario si può optare per un’integrazione di lisina e di vitamine del gruppo B, che favoriscono la guarigione dei nervi.

In molti si chiedono se col Fuoco di Sant’Antonio si può uscire di casa. La risposta è sì, con la raccomandazione però di riposare ed evitare sforzi fisici e stress emotivi. Quindi, anche se ci si sente abbastanza bene, sarà meglio evitare di stancarsi e fare sport, di esporsi al sole e fare il bagno a mare o in piscina.

Come prevenire il Fuoco di Sant’Antonio

Viste le possibili gravi complicazioni dell’Herpes Zoster e gli effetti collaterali dei farmaci che si utilizzano per la cura, appare assolutamente importante prevenire adeguatamente la comparsa del problema. Oltre ad evitare dove possibile i fattori scatenanti, è oggi possibile ricorrere ad un vaccino. Questo è raccomandato e gratuito per le persone al di sopra dei 65 anni di età ma può essere somministrato anche agli over 50, previa valutazione del medico.

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Valentina Cuomo

Dott.ssa

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