Cos’è il lattosio, in quali prodotti è contenuto e quali alimenti è possibile mangiare se viene diagnosticata
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
L’intolleranza al lattosio è una condizione di cui soffre circa il 50% della popolazione italiana e che si manifesta con sintomi di diversa entità, a carico dell’intestino tenue ma non solo. Questa intolleranza è determinata dalla carenza o totale mancanza di un enzima, la lattasi, il cui ruolo è di digerire il lattosio.
Ma che cos’è il lattosio? Si tratta di uno zucchero del latte composto da due molecole, una di galattosio ed una di glucosio, presente appunto nel latte e in tutti i suoi derivati. Una volta arrivato nell’intestino, il lattosio deve essere diviso nei due zuccheri che lo compongono, che poi vengono assorbiti.
L’enzima che compie questo lavoro è la lattasi ed è prodotto dalle cellule che costituiscono i villi intestinali. Se questo enzima è carente o totalmente mancante, il lattosio resta nell’intestino. Qui i batteri lo fermentano, portando alla formazione di gas (come idrogeno e metano) e tossine.
La carenza o deficit di lattasi può essere più o meno grave e si presenta in tre differenti forme.
I sintomi dell’intolleranza al lattosio sono molteplici. Quando il lattosio accumulato viene fermentato, come già detto, dà origine alla formazione di gas e tossine. La conseguenza a breve termine è che nel giro di poco tempo, tra i 30 minuti e le 2/3 ore, si possono avvertire uno o più tra questi sintomi:
Un’intolleranza al lattosio trascurata può portare a gravi conseguenze. Quella più importante è data dall’instaurarsi di una importante disbiosi intestinale. Questo espone l’organismo ad un maggiore rischio di infezioni, come candida e cistite.
Inoltre, l’infiammazione dovuta all’intolleranza al lattosio può compromettere la funzione barriera dell’intestino. Le tossine in circolo possono provocare disturbi a livello sistemico, tra cui:
La diagnosi di intolleranza al lattosio è molto semplice. In base ai sintomi riportati dal paziente, solitamente il medico prescrive uno specifico test intolleranza al lattosio: il test del respiro o Breath Test. Questo test consiste nell’ingerire una piccola dose di lattosio, per poi misurare la quantità di idrogeno espirata. La produzione di idrogeno è infatti indicativa della mancanza di lattasi.
La rilevazione avviene ad intervalli di circa mezz’ora, per 3/4 ore consecutive. Oltre ad essere a digiuno, è importante non aver assunto antibiotici e fermenti lattici nel mese precedente al test.
Esiste anche un test genetico da semplice tampone salivare, che può essere utilizzato a conferma della diagnosi e risulta utile soprattutto nei bambini.
Una volta diagnosticata l’intolleranza al lattosio, la cura consiste nell’adottare una dieta composta solo da alimenti senza lattosio. Sarà dunque necessario evitare il latte e tutti i derivati poco fermentati. Per non rinunciare però ai piaceri della tavola, si può far ricorso ai tanti prodotti senza lattosio disponibili in commercio.
I cibi senza lattosio che è possibile assumere sono:
Quando la carenza di lattasi è totale, come nella forma congenita, oppure in presenza di sintomi importanti, è necessario evitare anche tutte le contaminazioni e fare attenzione ai prodotti in cui il lattosio viene usato per la lavorazione. Nella forma secondaria dell’intolleranza al lattosio, invece, è possibile un graduale reintegro degli alimenti contenenti lattosio. Attenzione però a non eccedere, limitandosi a consumare cibi che contengono lattosio soltanto due volte a settimana.
Chi soffre di intolleranza al lattosio, può far ricorso a fermenti lattici per aiutare l’equilibrio dell’intestino e della flora batterica. Inoltre, è possibile avvalersi di integratori a base di lattasi. Questi possono essere assunti quando non è possibile evitare di ingerire il lattosio o quando non si voglia rinunciare, ad esempio, ad una pizza o ad un gelato.
Se si parla di intolleranza al lattosio, è importante distinguere questo problema da un altro ancor più limitante e pericoloso: l’allergia alle proteine del latte.
L’allergia alle proteine del latte, anche in presenza di minime tracce di latte o derivati, può scatenare una reazione del sistema immunitario. Questo può portare a conseguenze anche molto gravi, come lo shock anafilattico.
Chi soffre di allergia alle proteine del latte deve perciò evitare anche la minima contaminazione con prodotti che contengono latte e derivati. È per questo motivo che sulle confezioni di prodotti non contenente latte, tra gli ingredienti, a volte si trova in evidenza la dicitura “Può contenere tracce di latte”. Tale precisazione è rivolta proprio agli allergici e non agli intolleranti. Se si è intollerante al lattosio, infatti, si potrà comunque consumare quell’alimento.