Mammografia: a cosa serve e quando farla

Scopriamo in che modo viene effettuato l’esame della mammografia e l’importanza di una prevenzione efficace

La mammografia rappresenta la migliore arma nella prevenzione e diagnosi precoce del tumore al seno. Questo tipo di cancro è il più diffuso ed è anche la prima causa di morte per tumore nelle donne. Nel corso degli anni, i progressi compiuti dalla ricerca stanno permettendo di ridurre la mortalità dovuta a questo tipo di tumore.

Ad oggi l’88% delle donne che si ammala di cancro al seno sopravvive (*sopravvivenza a 5 anni) e questa percentuale potrebbe aumentare se ogni donna seguisse le raccomandazioni per la prevenzione e la diagnosi precoce, eseguendo nei tempi giusti visite ed esami raccomandati. Tra questi il più importante è la mammografia, un esame semplice, non invasivo e sicuro, che permette di individuare tumori anche piccolissimi, che altrimenti sfuggirebbero alla semplice visita del medico.

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Quando fare la mammografia

La mammografia dovrebbe essere eseguita da tutte le donne a partire dai 40 anni, con una cadenza annuale o biennale, in funzione delle indicazioni del senologo. In caso di familiarità o di aumentato rischio, si può decidere di eseguirla anche prima, dai 30 ai 40 anni, fascia d’età in cui invece generalmente si opta per la semplice ecografia.

Dai 50 ai 69 anni la mammografia è raccomandata e gratuita per tutte le donne che decidono di aderire agli screening nazionali. Questa infatti è la fascia d’età a maggiore rischio e anche quella in cui la mammografia ha il massimo valore diagnostico. Dai 70 anni in poi è opportuno continuare ad effettuarla, finché le condizioni di salute lo permettono.

Come si effettua la mammografia

La mammografia è una radiografia della mammella. Il seno viene posto su un piano e poi leggermente compresso, per pochi secondi, mediante una piastra trasparente. La compressione è necessaria per tenere immobile la mammella e per ridurne lo spessore, in modo da usare la minima quantità possibile di radiazioni.

Generalmente vengono eseguite due radiografie per mammella, in diversi orientamenti. Il tempo dell’acquisizione è rapidissimo per cui, anche se la compressione dovesse generare un po’ di fastidio, si tratta davvero di resistere per poco tempo.

Mammografia: un esame rapido e non invasivo

Per eseguire la mammografia non bisogna sottoporsi ad alcuna preparazione. L’esame dura al massimo 10 minuti, non c’è bisogno di assistenza e subito dopo si è liberi di tornare alle proprie normali attività. Secondo alcuni studi, l’indagine è più efficace se eseguita nella prima fase del ciclo mestruale (orientativamente nei primi 10 giorni).

Uno dei consigli è di conservare e portare con sé i referti delle precedenti mammografie, permettendo al medico di studiare l’evoluzione di eventuali lesioni per determinarne con maggiore precisione la natura.

Mammografia in tomosintesi

Come tutte le tecniche diagnostiche radiologiche, anche la mammografia ha subito un’evoluzione tecnologica che ha permesso di migliorarne le prestazioni. Dalla mammografia analogica, si è passati intorno al 2000 alla mammografia digitale per poi arrivare nel 2011 alla mammografia digitale in tomosintesi.

Questo tipo di apparecchio, tecnologicamente più evoluto, permette di ottenere una ricostruzione di sezioni trasversali della mammella. In tal modo è possibile avere un’analisi più accurata anche di zone in cui, altrimenti, la sovrapposizione di tessuto potrebbe generare immagini non chiare.

Gli ostacoli ad una corretta diagnosi

La mammografia può presentare dei limiti, risultando meno efficace nel permettere una diagnosi, in alcune condizioni. Tra queste:

  • la presenza di protesi mammarie;
  • l’età inferiore ai 50 anni;
  • il non aver mai allattato;
  • la presenza di tessuto ghiandolare molto denso.

In questi casi è meglio affidarsi ad un apparecchio che permetta la tomosintesi. Il medico poi potrà valutare l’opportunità di abbinare l’ecografia, che è considerata un esame complementare alla mammografia.

Esami complementari alla mammografia

Alla mammografia possono essere abbinati altri esami, che permettono di approfondire o rendere più precise le indicazioni della mammografia. Uno di questi è la già citata ecografica, che può essere eseguita anche da sola soprattutto nelle donne al di sotto dei 40 anni. Quando abbinato alla mammografia, questo esame permette di visualizzare formazioni diverse da quelle visibili nella mammografia e restituisce un quadro diagnostico più completo.

Un altro esame complementare alla mammografia, è la biopsia. Essa consiste nel prelievo di piccole porzioni di tessuto per poter studiare la natura di eventuali lesioni individuate mediante la mammografia. È sempre il medico a decidere se procedere con questo tipo di esame, sicuramente più invasivo rispetto alla mammografia.

L’importanza della prevenzione

Come già detto in apertura, la diagnosi precoce costituisce l’arma più importante che abbiamo a disposizione per contrastare il tumore al seno. Per farlo al meglio, partecipa allo screening nazionale che ti offre gratuitamente questo esame se hai un’età compresa tra i 50 e i 69 anni.

Per fare prevenzione non aspettare però questa età e, già dai 20 anni, esegui l’autopalpazione ogni mese dopo le mestruazioni. Inoltre, come raccomanda l’AIRC, effettua periodicamente una visita senologica. Il medico saprà indicarti quali sono gli esami e la cadenza da rispettare più indicati per la tua situazione.

Valentina Cuomo

Dott.ssa

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