Quali sono i sintomi del morbo di Crohn e quali sono i cibi da mangiare e quelli da evitare: scopriamo questo e molto
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino, le cui cause non sono ancora del tutto chiarite. Questa malattia sembra essere correlata a stile di vita e alimentazione dei paesi più ricchi. Solo in Italia, ad esempio, si stima che ne soffrano 135 persone ogni 100000. I numeri, tuttavia, sono in costante aumento.
Il morbo (o malattia) di Crohn è caratterizzata da una forte infiammazione fuori controllo della mucosa dell’intestino. L’infiammazione alterna fasi acute a fasi di remissione, anche spontanee. Questa patologia può riguardare tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano. Tuttavia, le zone più frequentemente interessate sono l’ultimo tratto dell’intestino tenue e il colon.
Chi ne soffre può ritrovarsi a fare i conti con gravi ripercussioni sulla propria qualità di vita. Questi rischi sono acuiti quando la diagnosi arriva con ritardo e non si agisce anche su stile di vita e alimentazione.
Il morbo di Crohn si manifesta inizialmente con sintomi sfumati, come diarrea e dolore addominale. Questi sintomi poco specifici possono essere sottovalutati e confusi con una banale gastroenterite. Se non prontamente riconosciuti, possono portare a sintomi ben più gravi.
Col proseguire della malattia, infatti, si possono formare ascessi e fistole, quindi aperture dell’intestino verso gli altri organi, col rischio di gravi infezioni.
Un'altra possibile complicazione è la stenosi, ovvero il restringimento dell’intestino e conseguente blocco. In questi casi il dolore diventa molto forte ed è presente anche febbre.
Per non arrivare a conseguenze tanto gravi, è fondamentale non sottovalutare i sintomi più comuni. Tra questi:
È possibile che si presentino anche sintomi extra-intestinali, come:
Le cause del morbo di Crohn non sono ancora del tutto chiare. Tra gli aspetti accertati c’è una reazione anomala del sistema immunitario e una predisposizione genetica. Nel processo infiammatori sono però coinvolti anche microbiota e fattori ambientali.
Gli studi in merito sono numerosi. Recenti revisioni permettono di stabilire delle correlazioni tra morbo di Crohn e fattori ambientali, anche se non sempre ne è chiaro il meccanismo. Da questi studi emerge che fattori ambientali predisponenti siano:
Risultano invece fattori protettivi:
Per la diagnosi del morbo di Crohn, il medico si avvale in primi della valutazione dei sintomi. A ciò si aggiungono diversi esami, sia di laboratorio (analisi del sangue e delle feci) che strumentali. Le indagini strumentali più importanti sono
La malattia di Crohn non prevede una guarigione definitiva. Tuttavia, attualmente è possibile tenere sotto controllo l’infiammazione evitando gravi conseguenze. Ciò è possibile grazie all’impiego di diverse classi di farmaci tra cui cortisonici (prednisone) e aminosalicilati (mesalazina).
Nei casi più importanti o che non rispondono alle classiche terapie, è possibile ricorrere ad altri tipi di farmaci:
Chiaramente il medico può prescrivere anche antidolorifici e antibiotici, utili a trattare le conseguenze del morbo di Crohn.
Anche se non esiste un cibo in grado di provocare il morbo di Crohn, è ormai chiaro che esiste una correlazione tra alimentazione e sviluppo della patologia. È dimostrato, infatti, come il rischio sia più elevato in chi eccede nel consumo di:
Banalmente, si è riscontrato un aumento del rischio di sviluppare il morbo di Crohn in chi consuma cibo proveniente da fast food almeno due volte a settimana. Un’alimentazione di questo tipo, comunque, è sfavorevole per la salute in generale e non solo per lo sviluppo del morbo di Crohn.
Qualora si soffra già di tale patologia, è comunque molto importante curare l’alimentazione. Durante le fasi acute, bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni del medico. Basti pensare che, nei casi più gravi, si può arrivare addirittura alla nutrizione parenterale per far riposare l’intestino. Nelle fasi di remissione, invece, e per evitare le riacutizzazioni, è preferibile evitare alcuni cibi e preferirne altri.
Quando si parla di alimentazione, come sempre, è molto importante farsi seguire da professionisti ed evitare a priori l’esclusione di classi di alimenti.