Lo sapevi che il sale o il caffè non hanno effetti negativi su chi soffre di pressione
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Lo sapevi che il sale o il caffè non hanno effetti negativi su chi soffre di pressione alta?
La pressione arteriosa è la forza che il sangue esercita sulle arterie in seguito alla spinta ricevuta dal cuore. È grazie ad essa che il sangue circola nei nostri vasi sanguigni, attraversando tutto il corpo e portando nutrimento e ossigeno a tutti gli organi. La pressione arteriosa si misura in millimetri di mercurio e vengono indicati due valori:
Questi valori devono rientrare in un intervallo considerato ottimale. Non devono essere né troppo bassi, (altrimenti gli organi vanno in deficit di ossigeno e nutrienti) né troppo alti (da causare danni ai vasi e ai tessuti, con conseguenze anche gravi come infarto, ictus, aneurisma, insufficienza renale e retinopatia).
I valori della pressione arteriosa variano nel corso della vita. Un bimbo appena nato ad esempio ha una pressione minima intorno a 60 e massima intorno a 90. Nel corso della crescita i suoi valori aumenteranno fino ad arrivare, intorno ai 18 anni, alla pressione ottimale di un adulto: minima compresa tra 60 e 80, la massima tra 90 e 120.
Quando i valori sono compresi tra 80 e 90 per la pressione minima e 120 e 140 per la pressione massima, si parla di stato di pre-ipertensione. Valori superiori vengono invece classificati come ipertensione, con una classificazione che prevede un aumento della gravità in funzione dell’aumento del valore.
Quando si superano i 60 anni, si assiste ad un progressivo irrigidimento delle arterie e, in un sistema non più elastico come un tempo, può essere necessaria una pressione sanguigna un pochino più elevata per assicurare il giusto apporto di sangue a tutti gli organi.
Secondo alcuni studi, insistere nel voler tenere la pressione sotto i valori considerati ottimali precedentemente, in chi ha più di 60 anni, può significare causare giramenti di testa, cadute e svenimenti. Proprio ciò che accade a chi soffre di pressione bassa. E allora quali sono i valori di pressione ottimali per chi ha superato i 60 anni?
Di solito, si considerano normali aumenti di circa una decina di mmHg nelle persone over 60. Ci sono studi che hanno dimostrato che la pressione ottimale in chi ha superato i 75 anni, sono di 85 per la minima e addirittura 165 per la massima. Un valore così alto può far sobbalzare più di una persona (anche medici) ma non è da prendere in termini assoluti.
Questi parametri vengono accuratamente monitorati dal medico, che aggiusterà l’eventuale terapia per assicurare al suo paziente i valori pressori ottimali in base all’età e al corretto funzionamento dell’organismo.
Nella quasi totalità dei casi, l’ipertensione non è correlata ad una singola causa accertabile. Escluse quindi alcune patologie specifiche, generalmente per l’ipertensione si parla non di cause ma di fattori di rischio. Alcuni di questi sono modificabili adottando un corretto stile di vita, come ad esempio:
Su altri fattori di rischio non è possibile invece intervenire, come:
Ma quali sono i sintomi della pressione alta? L’ipertensione solo raramente si manifesta con sintomi evidenti, tanto che molti ne soffrono senza saperlo ed è per questo che viene definita killer silenzioso. In caso di gravi crisi ipertensive, però, si possono avvertire disturbi come:
In questi casi, di solito, si superano i valori considerati limite per ricorrere immediatamente al pronto soccorso: 110 per la minima e 180 per la massima. Nel caso in cui si riscontri anche solo uno dei due valori, è importante rivolgersi immediatamente al medico.
Quando viene diagnosticata l’ipertensione, a meno che non ci si trovi in una condizione di necessità imminente, le linee guida raccomandano innanzitutto una modifica dello stile di vita. Nessun medico è felice di prescrivere una terapia, come quella ipertensiva, che una volta iniziata è quasi impossibile interrompere.
Per prima cosa quindi si invita il paziente ad adottare una serie di accorgimenti che, è provato scientificamente, sono efficacissimi nel ridurre la pressione:
non fumare e non bere superalcolici
tenere sotto controllo il peso corporeo
adottare un regime alimentare ricco di acqua, fibre, vitamine e sali minerali
fare attività fisica
Oltre a questi rimedi, noti ai più, è possibile far ricorso ad altri rimedi per tenere sotto controllo la pressione arteriosa:
Potassio e magnesio possono essere validi alleati nell’abbassamento della pressione arteriosa. Molti sono convinti del contrario e collegano l’assunzione di questi sali alle crisi ipotensive. In realtà, invece, magnesio e potassio hanno entrambi la funzione di regolare i valori della pressione (sia quando è alta che quando è troppo bassa). Magnesio e potassio sono presenti in molta frutta e verdura ma, se ce ne fosse necessità, è molto semplice integrarli nell’alimentazione con degli integratori specifici.
Gli acidi grassi Omega 3 (in particolare l’EPA e il DH), se assunti regolarmente, sono in grado di diminuire in maniera importante i valori di pressione nei soggetti ipertesi. Gli Omega 3 sono contenuti in buone quantità nel pesce fresco, ma quasi nessuno riesce a raggiungere con l’alimentazione la quantità necessaria per abbassare la pressione arteriosa (che corrisponde a circa 3 grammi al giorno).
Anche in questo caso ci vengono in aiuto gli integratori, che attualmente hanno tecnologie tali da garantire l’assenza di contaminanti ed evitare il ritorno del gusto di pesce.
Diverse piante officinali sono in grado di influenzare positivamente la pressione. Quella conosciuta da tutti è sicuramente l’aglio. In Italia lo utilizziamo molto in cucina, ma purtroppo da cotto perde le sue proprietà.
Per sfruttarne i benefici, è consigliato consumarne crudo circa 2-3 grammi al giorno. In alternativa, è possibile assumerlo sotto forma di integratore.
Altre due piante davvero efficaci sono l’olivo e il biancospino, anche in questo caso facilmente reperibili sotto forma di integratori.
Quando si parla di pressione alta, esistono alcune convinzioni ampiamente diffuse che non trovano però basi scientifiche. Ecco allora che possiamo sfatare alcuni miti, riabilitando la reputazione di alcuni alimenti eccessivamente demonizzati e che in realtà non sono da eliminare completamente.
Il sale non deve essere completamente eliminato, semplicemente non bisogna eccedere nel suo utilizzo. Il limite da rispettare è di 5-6 grammi al giorno (circa un cucchiaino), considerandone la presenza di base in molti alimenti (soprattutto quelli trasformati e processati). Poiché questo tipo di alimenti è comunque da evitare a causa delle cattive caratteristiche nutrizionali, non è assolutamente necessario incorrere in esagerazioni (tipo mangiare l’insalata scondita).
Anche in questo caso il segreto è la moderazione. Ci si può tranquillamente concedere dalle due alle tre tazzine di caffè al giorno senza influire negativamente sulla pressione. L’assunzione moderata di caffè favorisce il controllo della glicemia ed il processo di dimagrimento.
Mangiare cioccolato fondente fa bene alla pressione. Meglio ancora se parliamo di cioccolato extra fondente, con almeno l’80% di cacao. In questo caso, è concesso consumarne fino a 15g al giorno. I polifenoli in esso contenuto, infatti, hanno un ottimo effetto sul controllo della pressione.
Non è vero che la liquirizia alza la pressione. O meglio, può succedere per un consumo importante di liquirizia pura o nel caso in cui si soffra di un deficit enzimatico a livello renale. È scagionata quindi la liquirizia, che può trovarsi come aromatizzante in una tisana o quella presente nei rimedi per favorire la digestione e contrastare l’acidità gastrica.
A differenza dei superalcolici, tassativamente vietati, è concesso un bicchiere al giorno di vino rosso durante i pasti. Questo è consigliato per l’alto contenuto di antiossidanti e polifenoli. La quantità concessa è pari a circa 100ml.