La tiroide è una ghiandola che svolge numerosissime funzioni fondamentali per il nostro organismo: scopriamo come funziona e quali sono i problemi che possono
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
La tiroide è una ghiandola molto piccola, con un diametro di circa 5 cm e un peso che può oscillare tra i 10 e i 20 grammi. Dove si trova la tiroide? Questa ghiandola, la cui formula ricorda una farfalla, si trova alla base del collo, direttamente sotto il pomo d’Adamo e davanti alla trachea.
In condizioni normali, la sua presenza non si percepisce. Una tiroide ingrossata si manifesta invece con un bozzo, comunemente definito gozzo, che è possibile vedere e palpare. La tiroide produce ormoni, che vanno a regolare tantissimi processi del nostro organismo fin dal grembo materno.
Gli ormoni prodotti dalla tiroide sono dei veri e propri messaggeri chimici. Questi, attraverso il sangue, raggiungono gli organi bersaglio e ne regolano il funzionamento. Le due cellule designate alla produzione di ormoni tiroidei sono:
Le cellule parafollicaolari sono adibite alla produzione dell’ormone calcitonina. Le cellule follicolari o tireociti costituiscono invece dei sacchetti, detti appunto follicoli, e producono gli ormoni tiroxina (o teraiodotirosina T4) e triiodotironina T3. Dopo essere prodotti, questi ormoni si accumulano nei follicoli e vanno a formare una sostanza definita colloide.
La produzione e il rilascio degli ormoni tiroidei T4 e T3 sono regolati dall’ormone tireostimolante TSH, prodotto dall’ipofisi in base alle quantità di T4 e T3 presenti in circolo.
Fin dalla vita in utero, gli ormoni tiroidei promuovono il corretto accrescimento e sviluppo del cervello e del sistema nervoso. Inoltre, regolano lo sviluppo e l’attività del sistema riproduttivo sia maschile che femminile.
I tessuti bersaglio della calcitonina sono:
Gli ormoni T4 e T3 agiscono su quasi tutti i tessuti del nostro organismo, in una serie di azioni concatenate e coordinate:
Questi ormoni sono importantissimi anche per la crescita, il tono dell’umore, la digestione e il benessere della pelle.
Per la sintesi degli ormoni T3 e T4 è indispensabile la presenza dell’aminoacido tirosina, dell’enzima tireoperossidasi TPO e dello iodio. Quest’ultimo si ottiene tramite l’alimentazione, con il pesce che ne costituisce la fonte principale. Per evitare carenza di iodio, il Ministero della Salute consiglia l’impiego in cucina di sale iodato.
I sintomi di una tiroide che non funziona sono molteplici. La prima distinzione da fare nell’individuazione dei problemi della tiroide è tra le disfunzioni tiroidee e le alterazioni morfologiche ed infiammazioni.
Le disfunzioni sono le alterazioni della funzionalità della tiroide. In base alla disfunzione rilevata, si distinguono in:
L’ipertiroidismo consiste in un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei. I sintomi più frequenti sono:
La causa più comune di ipertiroidismo è il morbo di Graves-Basedow, una malattia in cui l’organismo produce degli anticorpi che stimolano l’ipofisi a funzionare di più del dovuto.
L’ipotiroidismo, al contrario, è caratterizzato da una produzione insufficiente di ormoni tiroidei. I sintomi più frequenti sono:
Le alterazioni morfologiche e le infiammazioni sono:
Noduli alla tiroide e gozzo sono tra le malattie della tiroide più frequenti. Il nodulo tiroideo è una formazione solida, quasi sempre benigna, che raramente influenza la funzionalità della ghiandola tiroidea. Il gozzo può invece incidere nella funzionalità della tiroide, provocando sia ipertiroidismo che ipotiroidismo.
Se trascurate, queste modificazioni benigne possono degenerare fino a trasformarsi in tumori. Fortunatamente, comunque, spesso il tumore alla tiroide ha una prognosi favorevole e risponde bene alle terapie.
La tiroidite, infine, rappresenta un’infiammazione della tiroide. La causa più frequente di tiroide infiammata è di tipo autoimmune, come nel caso della tiroidite di Hashimoto. In questa malattia autoimmune, il sistema immunitario sviluppa degli anticorpi contro la tiroide e ne causa un’infiammazione cronica. Una tiroidite cronica, alla lunga, provoca un ipotiroidismo nella maggior parte delle persone colpite.
Per valutarne lo stato di salute, è possibile ricorrere a differenti esami per la tiroide:
Di norma, questi esami vengono effettuati in presenza di campanelli d’allarme che segnalano il possibile malfunzionamento della tiroide. In assenza di sintomatologie si consiglia comunque di effettuare, a scopo preventivo, l’analisi del TSH ogni 5 anni a partire dai 50 anni per le donne e dai 65 anni per gli uomini.
Innanzitutto, nel sangue si possono ricercare gli anticorpi prodotti da chi soffre di patologie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto. Nelle analisi ematiche, poi, come visto, si misura la concentrazione degli ormoni TSH, T3 e T4. L’interpretazione dei risultati però non sempre è semplice, perché le patologie alla base di un’alterazione possono essere diverse e la regolazione degli ormoni tiroidei è davvero molto complessa.
Il valore ritenuto più importante a livello diagnostico è il TSH. Tuttavia l’intervallo di normalità varia moltissimo, sia da laboratorio a laboratorio che in funzione delle caratteristiche del paziente. Per tale ragione, in base al caso specifico, è il medico a stabilire se il valore ottenuto è buono, troppo basso o troppo alto.
Un TSH alto vuol dire che la tiroide sta funzionando poco. I livelli di T3 e T4 sono bassi, per cui l’ipofisi ne produce di più per stimolare la tiroide. Un TSH alto, quindi, può voler dire ipotiroidismo.
Un TSH basso vuol dire che la tiroide sta funzionando troppo. I valori di T3 e T4 sono troppo alti, quindi inibiscono il rilascio di TSH. Un TSH basso, quindi, può voler dire ipertiroidismo.
Il TSH, comunque, indica solo l’eventuale presenza ipotiroidismo o ipertiroidismo. Esso però non permette di capirne la ragione. Per tale motivo, per una diagnosi è necessario far ricorso agli esami precedentemente citati.
Pur essendo molto piccola, dunque, la tiroide svolge delle funzioni complesse e importantissime per il nostro organismo. Le patologie che possono colpirla sono molteplici e di conseguenza anche le terapie sono diverse. Solo come esempio, citiamo alcuni dei farmaci e delle terapie più comuni nella terapia delle disfunzioni tiroidee.
Quando la tiroide funziona poco, il medico può ricorrere all’impiego di farmaci sostitutivi degli ormoni tiroidei (levotiroxina o liotironina). Il dosaggio di questi farmaci andrà aggiustato in base alla risposta del paziente, che può essere monitorata con la misurazione del TSH.
Quando la tiroide funziona troppo è possibile utilizzare dei farmaci che riducono la produzione di ormoni tiroidei (metimazolo e propiltiouracile). I beta-bloccanti vengono utilizzati per contrastare gli effetti sul cuore. In casi gravi è inoltre possibile utilizzare lo iodio radioattivo, per distruggere parte della tiroide, oppure ricorrere all’asportazione della tiroide tramite intervento chirurgico.