Alimenti, oggetti e cosmetici possono causare una reazione allergica da nichel: come evitarla e in che modo
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Alimenti, oggetti e cosmetici possono causare una reazione allergica da nichel: come evitarla e in che modo intervenire?
Il nichel è un metallo contenuto in tantissimi oggetti di uso comune. Esso è anche presente in numerosi alimenti e bevande, oltre che in cosmetici e prodotti per l’igiene personale. Una sovraesposizione a questo metallo, può portare ad una reazione allergica.
Chi scopre di essere allergico, dunque, deve davvero impegnarsi per riuscire a limitare il contatto con tale metallo. Questo problema riguarda fino al 30% della popolazione, con un’incidenza maggiore per le donne, sena riguardare particolari fasce d’età.
Dove si trova il nichel? Questo metallo è presente davvero ovunque e in qualsiasi situazione che viviamo quotidianamente. Scopriamo però quali sono gli oggetti e gli alimenti maggiormente pericolosi.
Questo metallo viene utilizzato nella fabbricazione di moltissimi oggetti di uso comune. Può infatti essere presente nelle leghe utilizzate per costruire:
Come evitare allora il contatto? Per farlo è possibile mettere in atto alcuni accorgimenti:
CURIOSITÀ
Il nichel è utilizzato per la realizzazione delle monete da 1€ e 2€, nello specifico è presente nella lega color argento presente su tali monete. Il contatto con il metallo delle monete è molto rapido, quindi può non influire sulla sintomatologia. Per chi ad esempio lavora ad una cassa, però, può essere d’aiuto utilizzare dei guanti.
Alcuni alimenti, soprattutto di origine vegetale, contengono una certa quantità di nichel. Questa quantità può variare in funzione di stagionalità, metodi di coltivazione e altri fattori.
In linea generale gli alimenti che naturalmente sono più ricchi di nichel, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono: cacao, cioccolato, noci, nocciole, arachidi, legumi, liquirizia, asparagi, spinaci, cipolle, funghi, kiwi, pomodori, broccoli.
A questa lista, è possibile aggiungere molti altri alimenti come le farine integrali, l’avena e il lievito in polvere. La lista completa è davvero lunga e in rete si trovano molti siti e blog dedicati. Il consiglio, però, è sempre quello di attenersi alle indicazioni del proprio allergologo.
Anche l’acqua del rubinetto può contenere nichel, rilasciato dalle leghe delle tubature. Per questo motivo si consiglia di lasciarla scorrere un pochino prima di utilizzarla.
Nei prodotti per l’igiene personale e nei cosmetici il nichel non è ovviamente tra gli ingredienti, ma può essere presente come contaminante. Secondo la normativa vigente, la percentuale non deve superare 1 microgrammo di nichel per grammo di prodotto cosmetico (1ppm).
Per capire se un cosmetico è sicuro, si può cercare l’etichetta Nichel Tested che indica l’impegno dell’azienda nel rispettare i limiti (anche se tale impegno è, in realtà, un obbligo sancito per legge). Le etichette sui cosmetici Nichel Free, invece, sono considerate fuorvianti. Non è infatti possibile accertarsi dell’assenza assoluta di nichel in un prodotto.
Il consiglio, in caso di allergia, è quello di testare i prodotti nuovi. In che modo? Applicando una piccola quantità e lasciandola a contatto per 48 ore. Trascorso tale lasso di tempo senza comparsa di reazioni allergiche, sarà possibile utilizzare con maggiore sicurezza il prodotto.
Nonostante le possibili precauzione, il rischio di una sovraesposizione è alto. In questi casi, l’allergia può comparire in due forme: dermatite da contatto e allergia sistemica. In entrambi i casi, comunque si tratta di un’allergia mediata dal sistema immunitario. Risulta dunque errata la definizione di “intolleranza” che viene spesso utilizzata.
Questo tipo di allergia da contatto può manifestarsi in qualsiasi momento della vita. La causa è da ricercarsi nelle alte esposizioni al nichel, come avviene nelle donne a causa dell’impiego di bigiotteria che lo contengono o nei lavoratori esposti a questo metallo.
La dermatite allergica da contatto si manifesta con:
arrossamento ed eruzioni cutanee
prurito nelle zone di contatto con oggetti contenenti nichel
pelle secca
nei casi più gravi, tagli e piccole vescicole ripiene di liquido
In circa il 20% delle persone allergiche al nichel, si manifestano anche dei sintomi sistemici che riguardano cioè tutto l’organismo. Tale reazione allergica è perlopiù scatenata dall’ingestione di cibi che contengono nichel.
Oltre ad orticaria ed eczema in vari punti del corpo, tra i sintomi tipici della SNAS possono essere citati:
CURIOSITÀ
Perché si ingrassa con allergia al nichel? È luogo comune pensare che l’allergia al nichel faccia ingrassare, ma in realtà non c’è alcuna correlazione. Questa credenza deriva probabilmente da esperienze individuali frutto di modifiche errate all’alimentazione, con l’eliminazione di verdure e frutta compensata da un eccessivo apporto calorico.
In presenza di eruzioni cutanee o dei sintomi tipici della SNAS, è importante rivolgersi all’allergologo. Questi, per prima cosa, ha l’obiettivo di individuare l’origine del problema. In che modo?
In caso di dermatite da contatto, lo strumento diagnostico utilizzato è il Patch Test. Esso consiste nell’applicazione sulla schiena di un cerotto, contenente l’allergene.
Il cerotto rimane in posa per 48-72. Trascorso tale lasso temporale, il medico valuta le eventuali reazioni cutanee e la loro intensità. In tal modo è possibile stabilire se il paziente è o meno allergico a tale metallo.
Quando invece il sospetto è orientato verso la sindrome da allergia sistemica, si ricorre all’adozione di una dieta senza nichel. Questa può durare per un periodo che varia da 1 a 3 mesi, per poi reintrodurre gradualmente i vari alimenti.
Come in ogni dieta in cui si escludono gli alimenti, è assolutamente necessario essere seguiti dal medico ed è importante non procedere mai in autonomia. Il rischio è quello di incorrere in gravissime carenze nutrizionali.
Il trattamento dell’allergia al nichel prevede l’impiego di farmaci per trattare i sintomi, come antistaminici o cortisonici per uso locale o via orale.
In alcuni casi, l’allergologo può anche ricorrere alla desensibilizzazione. Si somministrano dosi via via crescenti di un farmaco, il tio nichel, che contiene nichel solfato. L’organismo così si abitua a venire in contatto col nichel gradualmente, senza scatenare la reazione immunitaria responsabile dei sintomi dell’allergia al nichel.
Questa procedura viene eseguita sotto attento controllo medico. Non a caso, infatti, il farmaco utilizzato è un farmaco ospedaliero che non si trova in farmacia.