Quando si hanno mestruazioni in anticipo per lungo tempo, è possibile soffrire di menorrea: vediamo le cause e cosa fare in questi
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A cura di
Dott.ssa Valentina Cuomo
Il ciclo mestruale accompagna le donne per gran parte della vita, dalla pubertà fino alla menopausa. Questo evento fisiologico è governato da un complesso equilibrio ormonale, che coinvolge: ovaie, ipotalamo, ipofisi, tiroide.
Un ciclo mestruale regolare quindi è sinonimo di un corretto equilibrio ormonale e indice di un buono stato di salute. Al contrario le sue alterazioni possono essere dei campanelli d’allarme da tenere in considerazione. Tra i disturbi più diffusi e anche più sottovalutati c’è la polimenorrea, cioè la presenza di cicli mestruali più brevi, con mestruazioni più ravvicinate.
Il ciclo mestruale inizia il primo giorno di mestruazioni e termina con l’inizio della mestruazione successiva. Il ciclo mestruale ha una durata considerata normale, che può variare dai 24 ai 36 giorni (con una media di 28 giorni).
In questo intervallo di tempo, che varia da donna a donna, ma generalmente resta lo stesso per ogni donna, si susseguono tre fasi:
Il decorso di ciascuna fase mestruale è scandito dall’ormone follicolo stimolante FSH e luteinizzante (o luteostimolante) LH, prodotti dall’ipofisi su stimolo dell’ipotalamo, e da estrogeni e progesterone prodotti nelle ovaie.
La fase follicolare inizia con il primo giorno di mestruazioni e precede il rilascio dell’ovulo, durando in genere circa 14 giorni. I bassi livelli di estrogeno e livelli di progesterone permettono lo sfaldamento dell’endometrio, cioè lo strato superiore del rivestimento dell’utero. La mestruazione è proprio rappresentata dall’espulsione del tessuto sfaldato.
Sempre durante questa fase, l’ormone FSH stimola lo sviluppo nelle ovaie di più follicoli (sacchetti ripieni di liquido, contenenti l’ovulo). Di questi, solo uno continua a svilupparsi grazie al lieve calo di FSH. Il follicolo che si sviluppa inizia a produrre estrogeni, i cui livelli iniziano a salire, iniziando a favorire l’ispessimento dell’endometrio.
Proprio l’aumento degli estrogeni dà all’ipotalamo il segnale di produrre l’ormone di rilascio delle gonadotropine. La conseguenza è l’inizio di produzione dell’ormone LSH, insieme all’ormone FSH. Il picco di questi due ormoni porta alla rottura del follicolo che libera l’ovulo, che è pronto per essere fecondato. Questa fase è brevissima, dura poco più di un giorno.
La fase luteale (o luteinica) è quella che segue l’ovulazione e dura anch’essa orientativamente 14 giorni. Una volta liberato l’ovulo, ciò che resta del follicolo che lo custodiva si trasforma in corpo luteo. Questi dà il via alla produzione di progesterone.
Estrogeno e progesterone determinano un ulteriore ispessimento dell’endometrio, per prepararlo ad accogliere l’eventuale ovulo fecondato. Il corpo luteo, inoltre, determina la scadenza del ciclo mestruale. Dopo qualche giorno, infatti, inizia a degenerare producendo sempre meno ormoni. Nel momento in cui l’ovulo non viene fecondato, i livelli dei due ormoni si abbassano fino al punto da far partire la nuova mestruazione e quindi un nuovo ciclo.
In alcuni casi, è possibile ritrovarsi a fare i conti con un ciclo mestruale irregolare. Uno di questi disturbi è rappresentato dalla polimenorrea. Si parla di polimenorrea quando si verifica il ciclo in anticipo, ovvero con una durata inferiore a 21 giorni.
Questa condizione non è da sottovalutare. Cicli troppo ravvicinati, infatti, potrebbero provocare perdite ematiche eccessive e predisporre all’anemia, oltre che compromettere la fertilità. Questa situazione inoltre può avere cause patologiche su cui vale la pena indagare.
Le possibili cause della polimenorrea sono sostanzialmente:
Queste alterazioni, a loro volta, possono trovare origine in due problematiche:
Gli squilibri ormonali possono essere considerati normali o parafisiologici nella pubertà, quando il delicato equilibrio ormonale deve ancora stabilizzarsi. Si può fare lo stesso discorso anche relativamente al periodo che precede la menopausa, quando si verifica un’alterazione e un successivo arresto della produzione ormonale.
Fatta eccezione per questi due periodi, però, la comparsa di polimenorrea può indicare la presenza di patologie. È possibile dunque riscontrare problemi come iperprolattinemia, acromegalia, sindrome di Cushing. Più banalmente, è possibile riscontrare anche problemi alla tiroide (ipotiroidismo o ipertiroidismo).
Oltre a tutte queste cause patologiche, non bisogna sottovalutare l’influenza del forte stress sul ciclo mestruale. Lo stress, infatti, altera la produzione degli ormoni LSH e FSH da parte dell’ipotalamo. Questa però non deve essere una scusa per minimizzare il problema. Se lo stress è così forte da alterare il ciclo mestruale, è necessario intervenire rapidamente e seriamente e non lasciar correre.
La cura della polimenorrea dipende dalla causa scatenante. In molti casi, può venire aiuto la terapia ormonale con pillola estroprogestinica o progestinica. La cosa importante è non trascurarsi e, lì dove si riscontri un ciclo mestruale costantemente inferiore a 21 giorni, rivolgersi ad uno specialista: ginecologo o endocrinologo.