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A cura di
Dott.ssa Giusy Boccia
Latte intero o latte parzialmente scremato? Scopriamo le differenze principali e i benefici che possono apportare in chi lo consuma
Il latte è un alimento essenziale per la crescita dei bambini. Che sia materno o in formula, il latte è infatti l’alimento esclusivo fino ai 6 mesi di età del neonato.
Quando si parla in termini generici di latte, si fa riferimento al latte di vacca (Bos taurus) o vaccino. Per le altre tipologie di latte, come ad esempio quello di capra o di bufala, va specificata la provenienza (quindi l’animale). È da sottolineare, inoltre, che il latte è da considerarsi esclusivamente di origine animale. Le bevande vegetali, infatti, vengono chiamate erroneamente latte.
Sono 3 le tipologie di latte riconosciute:
Un regime alimentare che contenga latte e derivati è di fondamentale importanza, sia nei bambini che negli adulti. Il latte, infatti, è un alimento completo; è ricco di grassi, proteine ad alto valore biologico, vitamine e minerali come il calcio. Vediamo, nello specifico, quali sono i suoi valori nutrizionali.
Il latte è costituito principalmente da acqua. Il latte intero ha un quantitativo calorico di circa 60kcal per 100g. La sua composizione è molto ricca di grassi, proteine, vitamine e minerali. Nello specifico, nel latte intero troviamo:
I grassi presenti nel latte intero sono per lo più grassi saturi (circa 63g), monoinsaturi e polinsaturi. Questi grassi contribuiscono a migliorare l’assorbimento di vitamine liposolubili come la vitamina A e la vitamina D. Quest’ultima, non è tra le vitamine più presenti nel latte. Tuttavia, ha la funzione di favorire l’assorbimento di calcio (presente invece in buona concentrazione nel latte).
Un consumo regolare di latte, proprio grazie alla presenza di calcio, contribuisce anche a mantenere in buona salute le ossa e i denti. Grazie proprio al sostegno fornito dal calcio, il latte è considerato un elemento essenziale non solo nei bambini ma anche per le donne in menopausa.
Un altro beneficio del latte intero è dato dal senso di sazietà che riesce a garantire. Ciò è dovuto all’azione dei grassi, che rallentano la digestione degli zuccheri contenuti nel latte stesso.
Il latte parzialmente scremato, a differenza di quello intero, è meno grasso. Il suo contenuto di lipidi, infatti, è pari all’1,8%. Con un contenuto di circa 3,5g di proteine e un minor quantitativo di grassi, il latte parzialmente scremato è più adatto in un regime alimentare ipocalorico.
Come già anticipato, i valori nutrizionali del latte parzialmente scremato differiscono da quelli del latte intero soprattutto in termini di contenuto di grassi. Il contenuto di vitamine, minerali e zucchero, infatti, è grossomodo paragonabile a quello presente nel latte intero.
Per fare un confronto tra i due diversi tipi di latte, possiamo dare uno sguardo a questa tabella.
Valori (per 100g) |
Latte intero |
Latte parzialmente scremato |
kcal |
60 |
46 |
grassi |
3,6% |
1,8% |
proteine |
3.3g |
3,5g |
carboidrati |
4,9g |
5g |
calcio |
119g |
120g |
Il latte, come detto, è un’emulsione formata da una parte acquosa e una lipidica. La scrematura del latte è il processo che permette proprio di eliminare parte della componente lipidica. La scrematura avviene attraverso l’utilizzo di centrifughe, in grado proprio di separare la parte acquosa da quella grassa.
Grazie a questo processo, la componente grassa (pari al 3,8% nel latte intero) viene ridotta all’1,8% nel latte parzialmente scremato. Nel latte totalmente scremato, invece, la parte grassa viene ridotta fino a rappresentare una quota pari appena allo 0,5%.
Il consumo di latte parzialmente scremato ha come obiettivo quello di ridurre l’assunzione di calorie giornaliere. Ciò può rappresentare un’esigenza in determinate situazioni, come:
In tutti questi casi, se si ha il desiderio di bere latte in maniera frequente, la scelta del latte parzialmente scremato è sicuramente quella più indicata.
Tuttavia, in soggetti sani e che non hanno particolari necessità, il consumo di latte intero è utile proprio per l’apporto di lipidi e per favorire il senso di sazietà.
Come visto finora, la differenza più evidente tra latte intero e latte parzialmente scremato, è data dal differente contenuto di grassi. L’apporto calorico diverso dato dai due diversi tipi di latte, può essere determinante nel tipo di scelta che ciascuno effettua.
La scelta tra latte intero e latte parzialmente scremato, infatti, può essere influenzata da diversi fattori come l’età, il fabbisogno o particolari esigenze alimentari o di salute.
Nei bambini fino ai 6 mesi, come detto, il latte rappresenta l’alimento esclusivo. Fino all’anno di età, è consigliato l’allattamento al seno o, in alternativa, un latte formulato appositamente per i bambini. Al compimento di un anno, anche i bambini possono alimentarsi con il latte vaccino consumato dagli adulti.
Per quanto riguarda l’adulto, in assenza di particolari esigenze alimentari o salutari, la scelta del latte è puramente dettata dal gusto. Discorso leggermente diversa per gli anziani. Con l’avanzare dell’età, infatti, si potrebbe riscontrare una diminuzione della funzionalità dell’enzima lattasi e una conseguente intolleranza al lattosio. In questi casi, però, la scelta non è tra latte intero o parzialmente scremato bensì c’è la necessità di optare per un latte senza lattosio, privo di questo zucchero. Anche il latte delattosato, comunque, è disponibile sia intero che parzialmente scremato.
Il latte parzialmente scremato rappresenta la scelta ideale per chi segue un regime alimentare preciso, per cui ha necessità di controllare l’apporto calorico giornaliero. Questo discorso è valido, ad esempio, anche per chi fa sport e segue un’alimentazione specifica.
Esistono poi condizioni patologiche, che possono incidere sul consumo di latte. Tra queste c’è il colon irritabile, in cui però il problema è dato dalla fermentazione degli zuccheri. In questi casi, quindi, il latte andrebbe proprio eliminato per non alimentare il disturbo.
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